La scellerata decisione dei “volenterosi”, per i quali Marco Travaglio ha proposto la ben più opportuna definizione di “pazzi criminali”, di inviare truppe in Ucraina, segna una nuova inquietante tappa dell’escalation militare europea verso la Russia e della rovinosa corsa dell’Unione europea verso il proprio suicidio definitivo. L’Unione è sempre più chiaramente spaccata tra di un’ala apertamente guerrafondaia, formata da Francia, Polonia, baltici e nordici, con riesumazione del Regno Unito alla faccia della Brexit, ed altri che puntano i piedi anche e soprattutto perché le loro opinioni pubbliche nazionali sono contrarie al riarmo e alla guerra.

Tra di essi troviamo Spagna, Grecia, Ungheria, Slovacchia e, nonostante le pagliacciate di Serra & co., anche l’Italia, con Giorgia intenta ad un appassionante slalom tra Trump, bellicistici europei e fronda salviniana. Significativo il fatto che anche i settori più lucidi e autenticamente patriottici delle Forze armate italiane siano contrari alla follia (si veda ad esempio il lucido intervento del generale Bartolini).

Tuttavia, non c’è da fidarsi di Meloni, Crosetto e Tajani (specie di quest’ultimo che subisce le pressioni del Partito popolare europeo), e neanche ovviamente del buon Salvini, uso ad acrobatiche giravolte e specialista mondiale di fuffa. Tutti costoro infatti non sono per nulla contrari al riarmo, tanto più che lo chiede anche il loro nume ispiratore Donald Trump, subendo ovviamente tutto il fascino del complesso militare-industriale che si candida a protagonista della ripresa economica italiana ed europea in stile Armageddon.

Sullo sfondo si staglia il possibile fallimento del tentativo di mediazione con Putin intrapreso da Trump, nonostante siano a tutti ben chiare le condizioni della pace, già chiaramente delineate nei precedenti negoziati più volte sabotate dai bellicisti: neutralità dell’Ucraina e autodeterminazione dei territori occupati, cui ora Putin aggiunge significativamente quella dell’intera Ucraina, dove da anni vige un regime oppressivo di stampo sostanzialmente fascista che ha mandato al macello centinaia di migliaia di giovani per ottemperare alle richieste dell’Occidente.

In questo quadro hanno destato enormi perplessità le recenti esternazioni del ministro della Difesa Crosetto, e, soprattutto, dato il suo ruolo istituzionale, del presidente Mattarella. Quest’ultimo non è certo nuovo a prese di posizione sconcertanti: si veda l’equiparazione, fortemente offensiva, tra Russia e Terzo Reich, che ha destato legittime proteste da parte del Paese che ha pagato con decine di milioni di vittime il prezzo necessario ad impedire che l’Europa finisse sotto gli stivali hitleriani. Mattarella parla oggi di “decisioni non più rinviabili” da assumere a livello europeo tenendo conto del nuovo contesto internazionale.

Ma così dicendo prescinde totalmente dal fatto che oggi l’Unione europea è fortemente divisa nel merito delle decisioni da assumere e assume un volto impresentabile, caratterizzato dal prevalere delle spinte alla guerra e al riarmo, motivato da una presunta e in realtà inesistente volontà espansionistica della Russia, oggi secondo loro aggravata dal fatto che Trump, prendendo atto del declino statunitense, rifiuta di farsi carico dei costi dell’apparato bellico e scarica sugli Europei ogni onere, non solo di carattere economico. Da un presidente della Repubblica fedele ed attento al principio pacifista affermato a chiare lettere dall’art. 11 della nostra Costituzione che impone la ricerca di una soluzione pacifica del conflitto che oggi è possibile e che implica l’abbandono di ogni velleità revanscista e proposito di riarmo (esclusivamente funzionale agli inesauribili appetiti dei mercanti di armi, contro i quali molti anni fa lo stesso presidente statunitense, già militare di altissimi livello, Ike Eisenhower, ebbe a pronunciare un monito di impressionante contenuto profetico) ci saremmo aspettati ben altro. Italia assolutamente non pervenuta, da tale punto di vista, anche per la disgraziata circostanza della presenza come titolare del Ministero degli affari esteri, di una nullità assoluta come Antonio Tajani, mentre Crosetto si limita a fare la radiocronaca dell’imbarazzante situazione in cui siamo finiti, affermando che “ci sono Paesi europei convinti che saranno in guerra nei prossimi 2 o 3 anni, come i Paesi baltici e la Polonia”.

E allora? Nel frattempo la burocrazia europea promuove l’infiltrazione del tema bellico fin nei programmi scolastici e personaggi surreali come la Commissaria Labib alimentano il terrorismo psicologico con tragicomiche ed indecenti esibizioni. Se la follia guerrafondaia dilaga in parti di quest’Europa sbalestrata, nulla impone che l’Italia debba assecondare tale follia, tanto più che abbiamo dei punti di riferimento giuridico precisi e invalicabili, quali per l’appunto l’art. 11 della nostra Costituzione e anche quelle disposizioni dei Trattati europei che fanno riferimento alla pace come bene e valore supremo.

Il fatto è che tali norme sono da tempo inosservate e violate, con l’invio di armi assassine in ogni parte del mondo compresa Israele governata dal genocida Netanyahu. E colpisce a tale ultimo proposito l’ulteriore riferimento fatto da Crosetto al “fallimento della tregua” a Gaza, dopo che negli ultimi anni l’Italia non solo non ha fatto nulla per la soluzione politica di quest’altro conflitto, sostenendo la soluzione dei due Stati col riconoscimento della Palestina e l’attuazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite (si ricordi la vergognosa astensione su quella dell’Assemblea generale che a settembre scorso ha chiesto l’attuazione del Parere della Corte internazionale di giustizia del 19 luglio 2024) ma ha anzi continuato a rendersi complice del genocidio in atto, comportamento punibile ai sensi dell’art.III lett. e della Convenzione in materia.

Tale deplorevole fuga dalle responsabilità istituzionali e costituzionali non deve tuttavia farci piombare nella disperazione e indurci a deflettere dalle nostre responsabilità di cittadini fedeli alla pace e alla Costituzione. Si annunciano mesi difficili nel corso dei quali dovremo impugnare con sempre maggiore determinazione questi vessilli, per impedire che la follia dei guerrafondai coinvolga anche il nostro Paese, contro l’evidente volontà della stragrande maggioranza del popolo italiano.

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