Gabrielle Petito e Brian Laundry si erano conosciuti al liceo e, come accade a volte, non si erano più lasciati. Finiti gli studi avevano deciso di vivere insieme e, nel 2019, s’erano imbarcati in un viaggio senza destinazione precisa e sarebbero stati via almeno quattro mesi. Il due luglio scorso erano saliti a bordo di un vecchio Ford Transit con l-intenzione di visitare i posti più scenografici degli Stati Uniti e realizzare un blog “on the road” scandendo le tappe con immagini accattivanti.

 

Gabby era una bella ragazza, con già moltissimi followers e durante il viaggio l’esercito dei sostenitori sarebbe certamente aumentato. Il 12 luglio la coppia era già arrivata nel Colorado. Aveva percorso il Rocky Mountain National Park che copre più di 400 miglia che in alcuni punti è di una bellezza mozzafiato punteggiata di laghetti alpini.

Gabby aveva fatto dozzine di foto e Brian si era dedicato più ai primi piani della compagna con i lunghi capelli biondi mossi dal vento e l’aria felice. Era chiaro che tutto stava andando per il meglio. I primi giorni di agosto i due ragazzi erano arrivati nello Urah. Lì qualcosa ha smesso di funzionare. Gabby e Brian avevano litigato in modo piuttosto rumoroso.

Brian aveva alzato le mani sulla compagna e un passante aveva chiamato la polizia. Gli agenti avevano concluso che al massimo si era trattato di una scaramuccia ma diffidato Brian dal ricorrere di nuovo alle maniere forti. Non c’erano gli estremi per parlare di violenza domestica e, dopo aver risolto la questione, la coppia si era diretta verso il Wyoming dove gli amanti dei Western rimarrebbero incantati  dall’acqua cristallina e dai tanti torrenti che invitano alla pace.

Ma per Gabby e Brian non era decisamente ora di pace visto che il 12 agosto avevano litigato in pubblico tanto che lei se n’era andata a dormire sola in albergo. Online la giovane coppia a bordo del furgone bianco affascinava moltissimi followers ma tra di loro la realtà era molto più burrascosa da quanto apparisse dalle immagini postate. Ad un certo punto i contatti tra Gabby e la sua famiglia si erano interrotti. Dopo il 30 agosto la ragazza non rispose più neppure alla madre. E il primo settembre Brian tornò a casa da solo. Gabby non era da nessuna parte. Una ragazza popolare sui social aveva fatto perdere le proprie tracce. Quella inaspettata scomparsa aveva avuto l’effetto di una scarica elettrica per i suoi sostenitori. Ritornato dai suoi in Florida il giorno dopo Brian era ripartito. Tutta l’attenzione ora era puntata su Gabby.

 

La polizia ottenne un mandato di perquisizione e mise a soqquadro la casa di Briam. Venti milioni di persone cercavano Gabby. Altrettante  avevano affisso la sua immagine ovunque. Purtroppo riuscirono solo ad ingarbugliare le cose con ipotesi bizzarre. TikTok, Twitter, Reddit, YouTube, ed altri si erano trasformati in investigatori maldestri.

Poi boom: il 21 settembre uscirono fuori dei resti umani ma non si sapevano a chi appartenessero. Il mistero durò poco: quel mucchietto d’ossa era quanto restava di Gabby Petitto. Il Teton Park le aveva fatto da riparo per almeno otto giorni, sui registri dell’FBI il nome sarebbe diventato solo una delle migliaia di donne che muoiono ammazzate ogni anno in America. C’à voluto un esame autoptico per accertare che fosse stata uccisa.

Il caso di Gabby Petito è sicuramente doloroso e il suo compagno è stato nominato come persona d’interesse nelle indagini. Ma la storia rivela anche che la giustizia penale presenta ancora barriere razziali. Mentre ci si chiede cosa sia veramente accaduto a Gabby perché il suo caso abbia destato l’attenzione negate a troppe delle sue coetanee.

L’omicidio di una nera o di un’asiatica non diventa mai virale.

Un rapporto ha rivelato che su 700 scomparse di native in Wyoming non sono mai state aperte indagini. I loro nomi non sono mai apparsi sul giornale. La loro età spaziava tra i 12 e i 14 anni. Keyonna Cole, morta da meno di due anni, afro-americana è già stata inserita tra i “casi freddi”. Cole era stata vittima di un tentato omicidio nella contea di Horlando, California. Era incinta di cinque mesi e doveva incontrarsi con il procuratore ma il giorno prima della data prevista era scomparsa. Dopo quattro mesi è stata dichiarata la “morte presunta” che in genere viene dichiarata dopo dieci anni.

La famiglia di Christine Voltaire, anche lei afro americano, chiede delle risposte che non arriveranno mai. Voltaire era sola nel suo appartamento quando qualcuno l’ha trascinata via chissà dove. Visibilmente rattristato Joe Petito, padre di Gabby, ha voluto ringraziare tutti quelli che hanno sostenuto la sua famiglia con parole diverse da quelle che ci si aspettava. “Vorrei ringraziare chi ci è stato vicino in un momento di atroce dolore. Con una preghiera: che non ci siano più disparità di razza e colore quando scompare una donna. Vorrei che ogni madre, sorella, figlia o amica abbia la stessa attenzione perché è ora di finirla con la storia della damigella bianca in  pericolo, bisogna estendere il piatto a tutte le donne. Fate in modo che Gabby sia stata un esempio con la sua leggerezza e con la sua voglia di esplorare il momento. Non abbiate paura di vivere!"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GABBY E LE ALTRE

Gabrielle Petito e Brian Laundry si erano conosciuti al liceo e, come accade a volte, non si erano più lasciati. Finiti gli studi avevano deciso di vivere insieme e, nel 2019, s’erano imbarcati in un viaggio senza destinazione precisa e sarebbero stati via almeno quattro mesi. Il due luglio scorso erano saliti a bordo di un vecchio Ford Transit con l-intenzione di visitare i posti più scenografici degli Stati Uniti e realizzare un blog “on the road” scandendo le tappe con immagini accattivanti.

Gabby era una bella ragazza, con già moltissimi followers e durante il viaggio l’esercito dei sostenitori sarebbe certamente aumentato. Il 12 luglio la coppia era già arrivata nel Colorado. Aveva percorso il Rocky Mountain National Park che copre più di 400 miglia che in alcuni punti è di una bellezza mozzafiato punteggiata di laghetti alpini.

Gabby aveva fatto dozzine di foto e Brian si era dedicato più ai primi piani della compagna con i lunghi capelli biondi mossi dal vento e l’aria felice. Era chiaro che tutto stava andando per il meglio. I primi giorni di agosto i due ragazzi erano arrivati nello Urah. Lì qualcosa ha smesso di funzionare. Gabby e Brian avevano litigato in modo piuttosto rumoroso.

Brian aveva alzato le mani sulla compagna e un passante aveva chiamato la polizia. Gli agenti avevano concluso che al massimo si era trattato di una scaramuccia ma diffidato Brian dal ricorrere di nuovo alle maniere forti. Non c’erano gli estremi per parlare di violenza domestica e, dopo aver risolto la questione, la coppia si era diretta verso il Wyoming dove gli amanti dei Western rimarrebbero incantati  dall’acqua cristallina e dai tanti torrenti che invitano alla pace.

Ma per Gabby e Brian non era decisamente ora di pace visto che il 12 agosto avevano litigato in pubblico tanto che lei se n’era andata a dormire sola in albergo. Online la giovane coppia a bordo del furgone bianco affascinava moltissimi followers ma tra di loro la realtà era molto più burrascosa da quanto apparisse dalle immagini postate. Ad un certo punto i contatti tra Gabby e la sua famiglia si erano interrotti. Dopo il 30 agosto la ragazza non rispose più neppure alla madre. E il primo settembre Brian tornò a casa da solo. Gabby non era da nessuna parte. Una ragazza popolare sui social aveva fatto perdere le proprie tracce. Quella inaspettata scomparsa aveva avuto l’effetto di una scarica elettrica per i suoi sostenitori. Ritornato dai suoi in Florida il giorno dopo Brian era ripartito. Tutta l’attenzione ora era puntata su Gabby.

La polizia ottenne un mandato di perquisizione e mise a soqquadro la casa di Briam. Venti milioni di persone cercavano Gabby. Altrettante  avevano affisso la sua immagine ovunque. Purtroppo riuscirono solo ad ingarbugliare le cose con ipotesi bizzarre. TikTok, Twitter, Reddit, YouTube, ed altri si erano trasformati in investigatori maldestri.

Poi boom: il 21 settembre uscirono fuori dei resti umani ma non si sapevano a chi appartenessero. Il mistero durò poco: quel mucchietto d’ossa era quanto restava di Gabby Petitto. Il Teton Park le aveva fatto da riparo per almeno otto giorni, sui registri dell’FBI il nome sarebbe diventato solo una delle migliaia di donne che muoiono ammazzate ogni anno in America. C’à voluto un esame autoptico per accertare che fosse stata uccisa.

Il caso di Gabby Petito è sicuramente doloroso e il suo compagno è stato nominato come persona d’interesse nelle indagini. Ma la storia rivela anche che la giustizia penale presenta ancora barriere razziali. Mentre ci si chiede cosa sia veramente accaduto a Gabby perché il suo caso abbia destato l’attenzione negate a troppe delle sue coetanee.

L’omicidio di una nera o di un’asiatica non diventa mai virale. E un rapporto ha rivelato che su 700 scomparse di native in Wyoming non sono mai state aperte mai indagini. I loro nomi non sono mai apparsi sul giornale. La loro età spaziava tra i 12 e i 14 anni. Keyonna Cole, morta da meno di due anni, afro-americana è già stata inserita tra i “casi freddi”. Cole era stata vittima di un tentato omicidio nella contea di Horlando, California. Era incinta di cinque mesi e doveva incontrarsi con il procuratore ma il giorno prima della data prevista era scomparsa. Dopo quattro mesi è stata dichiarata la “morte presunta” che in genere viene dichiarata dopo dieci anni.

La famiglia di Christine Voltaire, anche lei afro americano, chiede delle risposte che non arriveranno mai. Voltaire era sola nel suo appartamento quando qualcuno l’ha trascinata via chissà dove. Visibilmente rattristato Joe Petito, padre di Gabby, ha voluto ringraziare tutti quelli che hanno sostenuto la sua famiglia con parole diverse da quelle che ci si aspettava. “Vorrei ringraziare chi ci è stato vicino in un momento di atroce dolore. Con una preghiera: che non ci siano più disparità di razza e colore quando scompare una donna. Vorrei che ogni madre, sorella, figlia o amica abbia la stessa attenzione perché è ora di finirla con la storia della damigella bianca in  pericolo, bisogna estendere il piatto a tutte le donne. Fate in modo che Gabby sia stata un esempio con la sua leggerezza e con la sua voglia di esplorare il momento. Non abbiate paura di vivere!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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