Prima la disponibilità del personale sanitario e delle strutture a supporto della campagna vaccinale, data al Governo il 10 marzo scorso dal Presidente Franco Bettoni e caduta nel vuoto; poi, qualche giorno dopo, il 18 marzo, l’esclusione dal Comitato Tecnico Scientifico, senza alcuna spiegazione. Da questa situazione imbarazzante l’Inail è stata tolta dalla sottoscrizione, avvenuta il 6 aprile, del “Protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali finalizzati all’attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti SARS-CoV-2/Covid-19 nei luoghi di lavoro”, voluto dalle parti sociali e favorito dal Governo.

 

I contenuti del Documento sono ormai noti e il testo è facilmente visionabile su internet.

È opportuno ricordare, però, proprio l’importante ruolo che il Protocollo attribuisce all’Inail. Il paragrafo 13 del Documento, infatti, così prevede: «I datori di lavoro che, ai sensi dell’articolo 18 comma 1, lettera a) del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, non sono tenuti alla nomina del medico competente ovvero non possano fare ricorso a strutture sanitarie private, possono avvalersi delle strutture sanitarie dell’Inail. In questo caso, trattandosi di iniziativa vaccinale pubblica, gli oneri restano a carico dell’INAIL». Significa in buona sostanza che i datori di lavoro che non hanno l’obbligo di nominare il medico competente e anche le piccole imprese e i piccoli esercenti che non possono sostenere i costi della vaccinazione, che non possono sostenere i costi delle convenzioni con strutture sanitarie private, che non hanno spazi idonei per somministrare le vaccinazioni, possono fare ricorso all’Inail del proprio territorio.

In questo caso, recita il successivo paragrafo 14, «il datore di lavoro direttamente, ovvero attraverso il medico competente ove presente, comunica alla struttura territoriale dell’INAIL il numero complessivo di lavoratrici e lavoratori che hanno manifestato l’intenzione di ricevere il vaccino. Sarà cura della stessa struttura curare tutti i necessari adempimenti che consentano la somministrazione, ivi compresa la registrazione delle vaccinazioni eseguite mediante gli strumenti messi a disposizione dai Servizi Sanitari Regionali e richiamati al paragrafo 6».

Curiosamente, a oggi, l’Inail, così efficace ed efficiente nella comunicazione istituzionale, non ha ancora provveduto a informare e sensibilizzare quei datori di lavoro potenzialmente interessati a richiedere il sostegno dell’Istituto, del suo personale sanitario e delle sue strutture.

Il punto però è un altro: l’Inail sarà in grado di dare un poderoso sostegno alla campagna vaccinale con le proprie dotazioni organiche e strumentali? Leggendo le Relazioni Annuali presentate dai Presidenti dell’Istituto in questi ultimi anni, si osserva un dato preoccupante: il numero degli ambulatori passa dai 131 indicati nella Relazione 2017, ai 123 della Relazione 2018, ai 120 della Relazione 2019. Incuriosisce la Relazione 2020, che dovrebbe essere presentata il prossimo luglio. Nell’attesa, si evince che nel territorio diminuiscono le sedi ambulatoriali mentre aumenta il numero delle prestazioni per prime cure ed è aumentata pure la platea dei lavoratori assicurati in seguito al giusto riconoscimento dei riders.

Il rischio è che anche per l’Inail, il Covid-19 riveli quella situazione di collasso resa evidente per il sistema sanitario nazionale. La pandemia, infatti, ha portato in superficie le drammatiche conseguenze del taglio degli investimenti subito dal sistema sanitario nazionale negli ultimi dieci anni, che si è tradotto nella chiusura di oltre trecento reparti e nella perdita di circa quarantamila addetti fra medici e infermieri con conseguente grave carico di lavoro sulle superstiti strutture e personale. Con una differenza, però: che mentre per il sistema sanitario sono mancati gli investimenti, per l’Inail si registra nel 2019 un avanzo di bilancio di oltre trenta miliardi, come pone in evidenza una recente inchiesta pubblicata da “FQ Millennium”.

Intanto, una multinazionale come Hitachi Rail ha annunciato che è già pronta a vaccinare i dipendenti di tutta Italia. Non altrettanto può dirsi delle centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori delle piccole aziende e dei piccoli esercizi commerciali, che probabilmente dovranno affidarsi proprio all’Inail. Una missione impossibile? Nella Giornata Mondiale della Salute e della Sicurezza, spero proprio di essere smentito dai fatti.

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