A Hollywood in questi giorni si fa un gran parlare di una storia che presto potrebbe diventare un film. E' il racconto della vita di Giorgia Tann, che nel 1924 fondò un'agenzia per le adozioni completamente illegale allo scopo di procurarsi neonati o piccoli di pochi anni da vendere a famiglie danarose. La gente comune ignorava che la Tennessean Children Home Association, con sede a Memphis, in Tennessee, non era un ente benefico ma una vera e propria associazione a delinquere che si appropriava di bambini sottraendoli a famiglie poverissime o rubandoli dai reparti maternità degli ospedali. Nessuno avrebbe mai sospettato che si potesse far sparire un neonato o un piccolo di pochi mesi in un attimo. Tann non era tenuta a fornire la benché minima informazione sui minori accolti nel suo istituto.
Eppure attrici dal nome famoso, come Joan Crawford, Lana Turner e June Allyson, che non erano riuscite a concepire figli biologici, si rivolsero alla Tennessean Children Home Association per soddisfare il loro desiderio di maternità. Tann era una donna scaltra che operava con grande cautela. Le vittime più vulnerabili erano naturalmente i neonati.
Tann ricorreva a qualunque mezzo, compreso il più bieco, per impadronirsi dei bambini, sapendo che nessuno delle sue vittime sarebbe mai tornata indietro. Si ritiene che almeno cinquanta delle sfortunate creature siano morte durante l'epidemia di dissenteria del 1945. E centinaia di altri innocenti morirono per cause legate alle infami pratiche alle quali furono sottoposte.
La gente immagina che un serial killer sia in genere un uomo che uccide le donne, ma Tann, che tolse la vita volontariamente o “incidentalmente”, a centinaia di minori può essere considerata a buon diritto una delle serial killer più feroci della storia degli Stati Uniti. Esistono evidentemente miti duri a morire, tanto è vero che raramente ci si accorge che nelle fiabe dei fratelli Grimm, ad esempio, che dovrebbero conciliare il sonno ai bambini, abbondano personaggi truci e violenti che invece li terrorizzano. Ma l'horror generato da Georgia Tann nella realtà avrebbe superato ogni immaginazione se solo la gente ne fosse venuta a conoscenza. I bambini troppo rozzi e non “commercialmente appetibili” secondo la sua scala di valori, non andavano bene per il mercato delle adozioni e furono venduti come ragazzi nelle fattorie a soli cinque o sei anni. Tutte le circa cinquemila vittime finite nelle mani della donna venivano da famiglie povere e rivendute ai ricchi.
Tann aveva studiato musica da piccola e da grande avrebbe voluto fare l'avvocato ma il padre giudice le vietò di iscriversi alla facoltà di legge convinto che la carriera giuridica fosse troppo “mascolina” per la sua unica figlia. Sperava di trovarle prima o poi un marito ed avere dei nipoti. Ma Tann era già impegnata sentimentale con l'ex-cameriera della casa paterna e con lei si trasferì dal nativo Mississippi al Tennessee decisa a fondare un istituto per trovatelli ben sapendo che a Memphis le adozioni erano molto più semplici.
Nel 1924 aprì un grande ufficio nella centralissima Goldwyn Street che divenne la sede centrale della “Children Association” destinata a durare quasi 30 anni. Tann aveva già lavorato brevemente presso la Mississippi Children Home Society e imparato che dai bambini si potevano trarre profitti. Il periodo della Grande Depressione lasciò molte donne in miseria che, a suo modo di vedere, erano soltanto delle “vacche” tout court.
Riusciva a falsificare i quaderni dei conti grazie all'aiuto del sindaco di Memphis e di Camilla Kelley, giudice per i minori, che la sostenevano anche nelle attività più losche. Neonati e bambini piccolissimi furono rapiti anche da prigioni e manicomi, altri terreni di caccia dove Tann sapeva come procurarsi nuove prede, tanto più che in quei luoghi le madri non avevano diritti. Detenute e malate di mente erano nell'assoluto ritenute inadatte a mettere al mondo dei figli. Ma si poteva guadagnare bene vendendoli.
Tann si era auto-nominata Segretario Generale dell'Istituto e maneggiava migliaia di dollari. All'epoca non si parlava ancora di business ma i profitti erano comune luculliani.
Giorgia Tann frequentava l'alta società di Memphis e conduceva uno stile di vita sfarzoso grazie all'abbondanza di bambini e ragazzi malnutriti in tutto il Tennessee. Nel 1941, tuttavia, la Children Home Association perse l'appoggio dell'Ente Nazionale per l'Infanzia Abbandonata.
Tann ebbe però vita facile difendendosi dall'accusa di aver violato la legge per non aver mai presentato i documenti richiesti per ogni singola adozione, ricusandola come sediziosa dal momento che lo stesso codice penale degli Stati Uniti vieta di rendere pubbliche notizie relativi ai minori. Avendo amici in tutti gli uffici distrettuali continuò beatamente a speculare sulle tragedie infantili. La pifferaia magica senza scrupoli riuscì anche ad allargare il proprio giro d'affari. Da sempre considerava i neri e le altre minoranze inaccettabili commercialmente e si procurava soprattutto piccoli biondi con gli occhi azzurri. Aveva agenti ovunque pronti ad afferrare bambini e portarli lontano. Per incentivare la sua fama di benefattrice Tann fece pubblicare annunci a lettere cubitali sui giornali con titoli come “Perché non fare un regalo vivente il prossimo Natale”?
Quasi tutti nel Tennessee si convinsero che la donna fosse motivata solo dall'altruismo. Per sua stessa ammissione Georgia Tann non provava alcun rimorso neppure nei confronti delle madri che cedevano i figli stremate dalla miseria. Quei bambini li definiva semplicemente “vuoti a perdere”. In California e a New York c'erano tante persone facoltose incapaci di procreare che si rivolgevano alla Children Home Association che esaudiva i loro desideri dietro pagamenti iperbolici. Si procurò una limousine per portare i bambini vestiti in modo inappuntabile fino a destinazione.
Ai bambini non idonei all'adozione non mancarono fame e abusi. Basti dire che all'epoca di Tann il tasso di mortalità infantile in Tennessee superò ogni limite. All'Elmwood Cemetery di Memphis 20 tombe senza nome racchiudono i corpi di bambini morti a cause delle pratiche criminali della “benefattrice”. Solo nomi di fantasia compaiono sulle lapidi:“Baby Estelle” o “Baby Joseph” ecc. E' stato cancellato qualunque indizio riconducibile ad un'identità. Dai taccuini di Tann venuti a galla dopo la sua morte si parla di sepolture avvenute in altri luoghi di neonati morti poco ore dopo la nascita per negligenza.
Il 15 settembre del 1950 la ladra di bambini morì, tre giorni prima che scattasse un'indagine nei suoi confronti. Nessuno ha mai saputo a quanto ammontassero i profitti di Tann ma le politiche adottive disoneste hanno continuato a proliferare. I trovatelli nelle strade oggi non si raccolgono più ma nel frattempo sono sorte migliaia di agenzie che, in accordo con il dipartimento per la Protezione dell'Infanzia, macinano migliaia e migliaia di dollari.
Si resta basiti scoprendo che negli Stati Uniti le adozioni avvengono sulla falsariga del modello inventato da Giorgia Tann. Nel terzo millennio i minori sono diventati una cornucopia che si divide in varie ramificazioni basate sempre sulla nozione capitalistica di domanda-offerta. Da quanto afferma l'autorevole Economist esiste un vero e proprio tariffario che discrimina bambini e ragazzi in stato di adozione a seconda dal colore della pelle. I bianchi danarosi chiedono prevalentemente minori dello stesso colore.
Persino John Roberts, giudice capo della Corte Suprema USA, ha espressamente chiesto ad un agenzia incaricata due bambini caucasici con gli occhi chiari. Non ha avuto nessun problema a trovarli. Solo chi ha pochi mezzi fatica ad adottare ma le agenzie sono disposte a trattare. Adottando un bambino nero si possono risparmiare migliaia di dollari. L'Associazione Nazionale per le Adozioni è una lobby privata che raggruppa ventotto grandi filiali e riceve dal ministero del Tesoro USA dieci milioni di dollari l'anno per incentivare donne in stato interessante a cedere i figli dopo la nascita se non in grado di mantenerli.
Ahimè non è detto che i funzionari lavorino a favore dei bambini ma sicuramente considerano le madri nubili delle poche di buono senza eccezioni. Si dice che il grande cuore degli americani batta per i piccoli in cerca di una famiglia ma la stessa NPR ha scritto a chiare lettere che i battiti dipendono dal colore della pelle e i neri valgono meno. Per questo hanno dato il via al Race Card Project dal quale risulta appunto che se i bianchi si “accontentano” di un bambino nero il processo adottivo diventa molto più veloce.
L'ipotesi di aiutare le madri povere in modo che possano tenersi il figlio non è stata valutata ed è chiaro che un mercato da due miliardi di dollari l'anno non ammette sentimentalismi. Le agenzie trovano sempre un modo grazioso per ricordare che i piccoli caucasici non sono alla portata di tutti. D'altra parte, qualche anno fa molti i bianchi non acquistavano neppure bambole di colore per le bambine se non in offerta speciale.
Oggi, sulle pagine delle riviste di settore, capita di trovare annunci in cui si legge: “Maschietto afro-americano, nascita prevista per ottobre, 17 mila dollari, oppure “Fermminuccia afro madre single non fumatrice prevista per agosto, 15 mila dollari”. Più spese legali ovviamente. Sono quasi 150 anni che in America la legge vieta le discriminazioni razziali ma le agenzie per le adozioni pare non ne abbiano preso nota. E' richiesta anche una perizia psicologica per gli aspiranti genitori ma sono soprattutto i bianchi a potersela permettere. Tutto l'iter adottivo può infatti rivelarsi emotivamente tortuoso e soprattutto costoso. Uno psicologo esperto costa circa tra 400 e mille dollari a seduta. Conti alla mano, solo il 32% degli americani che vogliono adottare un figlio possono permetterselo. Aprire la propria casa ad un bambino è un gesto amorevole che non dovrebbe tener conto delle difficoltà finanziarie ma a volte si è costretti a fare i conti con la realtà.
Davanti alla frustrante prospettiva della cosiddetta “sindrome da culla vuota” molti si rivolgono all'affido. L'affido familiare è una misura a carattere temporaneo. L'America ha un imponente sistema a questo riguardo. La grande domanda è: quanti genitori affidatari sono mossi dall'affetto e quanti speculano sul disagio minorile? Difficile dare una risposta semplice e diretta. Una cosa è certa: nulla assicura che la forza motrice delle adozioni sia l'altruismo. Bisogna ricordare che se in dieci anni bambini e ragazzi in stato d'abbandono negli Stati Uniti sono passati da 100 e 400 mila un motivo ci sarà ed è triste pensare che sia il denaro. Tuttavia vale pena di ricordare che i genitori affidatari ricevono circa 30-35 dollari al giorno per ciascun minore accolto. Esistono poi rimborsi per costi di alloggio, vestiario, indennità personali, cure mediche,attività sportive, ecc. Alcuni genitori hanno ottenuto in affido fino a sei bambini. Se il minore ha dei bisogni speciali la cifra sale.
Una mega-agenzia conosciuta come National Mentor Holdings, in 30 anni ha trasformato l'assistenza minorile in una mucca da mungere. Molti ex-dipendenti hanno rivelato che l'agenzia sfrutta centinaia di bambini e ragazzi vulnerabili a scopo di lucro. Ci sono stati 98 morti nelle famiglie affidatarie nel solo 2019. Ogni minore dato in affidamento frutta alla Mentor o a qualunque altra agenzia circa seimila dollari l'anno. La gente comune pensa che i fondi federali destinati ai minori negli Stati Uniti servano a migliorare la qualità di vita ma il vero problema è che molte coppie o single affidatari sono in realtà avvoltoi che vogliono solo spartirsi il malloppo. Qualunque assistente sociale riceve un bonus in denaro per un minore sottratto ad un ambiente percepito come “non idoneo”.
Si sa che nelle case dove regna la miseria l'armonia familiare è assai precaria ma questo non giustifica togliere i figli a chi non può pagare le bollette. Tolti alla famiglia, i minori vengono presi da forme d'ansia e depressione che li condizioneranno tutta la vita. Un'industria farmaceutica cinica e famelica si servirà di loro come cavie da laboratorio. Vuoti a perdere, come aveva detto tanti anni fa una strega malefica.