Il 58 per cento della popolazione italiana si dichiara d’accordo con alcuni stereotipi sul ruolo della donna nella sfera lavorativa ed economica, nelle decisioni famigliari e nella gestione della casa. Il più diffuso, quello dell’importanza del successo professionale per l’uomo e che quest’ultimo sia meno adatto a occuparsi delle faccende domestiche e più adeguato a provvedere alle necessità economiche della famiglia. Nel ventesimo anniversario della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ancora, i dati Istat su “Gli stereotipi sui ruoli di genere e l’immagine sociale della violenza sessuale”, appena diffusi, parlano di un radicamento di modelli stereotipati.

 

Senza particolari differenze di opinione fra uomini e donne, gli stereotipi sono più frequenti nel Mezzogiorno, in particolare in Campania e in Sicilia. Il 91 per cento delle persone intervistate ritiene, fortunatamente, che non sia accettabile che “un ragazzo schiaffeggi la fidanzata perché ha flirtato con un altro uomo”, il 92 per cento ritiene che non sia possibile nemmeno uno schiaffo ogni tanto e l’80 per cento che non sia normale che un uomo controlli abitualmente il cellulare di una donna.

Sardegna e Valle d’Aosta sono le regione che presentano i livelli più bassi di tolleranza verso la violenza di genere mentre Abruzzo e Campania quelli più alti. Il 77 per cento del campione risponde che la violenza sulle donne sia causata dal senso di proprietà paragonabile a quello per un oggetto personale, il 75 per cento la attribuisce ad abuso di sostanze, la stessa percentuale alla necessità degli uomini di esercitare la propria superiorità e il 70 per cento ne attribuisce la responsabilità all’incapacità di gestire la rabbia. Il 63 per cento considera causa della violenza le esperienze dello stesso tenore vissute in famiglia durante l’infanzia e il 62 per cento ritiene che alcuni uomini non sopportino l’emancipazione femminile.

Il 62 per cento consiglierebbe a una donna che ha subito violenza di denunciare il responsabile, il 33 per cento di lasciarlo, il 20 per cento indirizzerebbe la vittima ai centri antiviolenza e il 18 a professionisti specializzati. Ma persiste il pregiudizio che addebita alla donna la responsabilità della violenza sessuale e che se volesse potrebbe sottrarsi al rapporto indesiderato; anche la percentuale di chi pensa che le donne possono provocare la violenza con il loro modo di vestirsi è elevata. Addirittura, qualcuno ancora pensa che le accuse di violenza sessuale spesso sono false e che non si tratti di violenza se un uomo obbliga la propria compagna ad avere un rapporto sessuale.

C’è, a ragione, una percezione di violenza molto diffusa: quasi la metà delle donne considera che questo fenomeno sia molto capillare e in Sardegna più che altrove, dove, al contrario di altre regioni italiane, ad avere questa opinione sono soprattutto gli uomini.

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