Non aspettava altro, questa massa di trogloditi. Oggi la destra italiana più becera agita il feticcio di Asia Argento come fosse la dimostrazione dei suoi teoremi testicolari. E non si rende conto che, così facendo, è lei a dimostrare la propria ottusità (o, in alternativa, la propria malafede). L’attrice è stata accusata di aver molestato in passato un 17enne e di averne poi comprato il silenzio. Tristemente, la notizia ha scatenato l’euforia di molti destrorsi, solerti nel produrre un fiume di post e di articoli imbarazzanti per la specie umana.

 

 

Secondo loro, le accuse di molestie ai danni di una donna-simbolo del movimento MeToo equivalgono a una tana libera tutti. Non solo bastano a screditare chi combatte contro le molestie sulle donne, ma addirittura assolvono e riabilitano ogni molestatore maschio, presunto o comprovato.

 

È sufficiente un minimo di lucidità per capire che le cose non stanno così. Poniamo il caso di un uomo che prima viene rapinato, poi, dopo qualche tempo, commette una rapina. Il reato che ha commesso cancella quello che ha subìto? Oppure dobbiamo dedurne che chiunque dica di aver subìto una rapina sia in realtà un rapinatore?

 

Il commento migliore è probabilmente quello scritto su Facebook da Alessandro Gilioli, vicedirettore de L’Espresso: “A una mente decente non viene neppure in mente che le molestie di Argento cancellino le infinite - e quotidianamente assai più diffuse, purtroppo - molestie maschili, per strada, nei bar, nei luoghi di lavoro.

(…) A una mente indecente invece non sembra vero poter fare la sineddoche, se una donna che ha denunciato le molestie è a sua volta molestatrice allora tutte le donne che denunciano molestie sono ipocrite molestatrici. Lo stesso tipo di indecente sineddoche per cui se un immigrato ruba allora tutti gli immigrati sono ladri”.

 

Dopo di che, se un’accusa può essere mossa al movimento MeToo è quella di essersi trasformato nel tempo in una caccia alle streghe e di non aver garantito alle persone coinvolte il diritto fondamentale alla presunzione d’innocenza. Se una donna trova il coraggio di denunciare le violenze subite in passato, ascoltarla è un obbligo morale, ma prendere le sue parole come una sentenza passata in giudicato è folle. L’accusato ha diritto a un processo e solo in caso di condanna si potrà parlare di lui come di un molestatore. È l’a-b-c dello stato di diritto.

 

Forse nemmeno se ne rendono conto, ma i destrorsi italici stanno cadendo nello stesso, identico peccato. Asia Argento respinge le accuse: chi sono loro per dire che mente? E perché il ragazzo che accusa la Argento ha sicuramente ragione, mentre le ragazze e le donne di MeToo sono tutte puttanelle che prima si concedono per fare carriera, poi inventano denunce per mettersi in mostra?

 

La realtà è sempre complessa e i giudizi sommari sono sempre sbagliati, ma per capirlo servono individui pensanti. Non trogloditi. 

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy