Diminuisce l’intolleranza contro le persone omossessuali ma esplodono xenofobia, islamofobia, antisemitismo e odio contro le donne. Questo è quanto. A dirlo, la Mappa dell’Intolleranza, realizzata da Vox-Osservatorio italiano sui diritti che, da tre anni, rileva la tendenza all’odio on line.

 

Tramite ‘innocui cinguettii’. A scorrere i dati, si nota un’estremizzazione dell’odio: la concentrazione di tweet, con un aumento esponenziale di quelli contro gli islamici, i migranti e gli ebrei, mostra che la comunità on line si sta polarizzando verso specifici gruppi sociali. Atteggiamento certamente predittivo di forte intolleranza verso persone considerate “aliene”, diverse.

 

La seconda (dietro solo alla misoginia) categoria più colpita, i migranti contro i quali si scatena un’intolleranza pervasiva e diffusa che si alimenta con gli sbarchi dei profughi e genera rabbia figlia della paura. Verso i jihadisti, i terroristi e i vu cumprà: così la rete fotografa i musulmani, dilagando verso l’islamofobia che cresce dove è minore la presenza di islamici, in un contesto di polarizzazione dell’odio made in Italy. Da Torino al Veneto, da Firenze a Bari. E, soprattutto, a Napoli e dintorni. Roma e il centro Italia restano, come gli anni precedenti, le zone in cui si concentrano anche i tweet antisemiti che, in quest’ultima rilevazione, hanno invaso pure la Lombardia: strozzini, avari, sionisti.

 

 

Al Sud - ma non si escludono sacche di intolleranza anche al Nord - si concentra (fortunatamente, in attenuazione anche, forse, per l’approvazione della legge sulle unioni civili) il pregiudizio contro le persone omossessuali che assume tinte meno fosche laddove si riconoscono i diritti. Sebbene in calo, i tweet contro le donne rimangono i più numerosi: al Nord, in Sicilia e a Napoli, calano a Roma ma compaiono violentemente quando la cronaca registra casi di femminicidio.

 

“La Mappa dell’Intolleranza conferma una tendenza in atto nel nostro Paese. Nell’ultimo periodo, lo scenario sociale risulta intriso di frequenti episodi di intolleranza e violenza verso gruppi e categorie di persone che, per loro intrinseche caratteristiche, diventano bersaglio di pregiudizi diffusi e atteggiamenti di avversione. In particolare, stiamo assistendo a una polarizzazione di visioni e dei conflitti, che trovano una ragione di esistere - non di legittimazione - nei pregiudizi diffusi e radicati proprio come elementi culturali.

 

E’, quindi, importante approfondire tali tematiche per meglio comprendere le ricadute sociali di questi convincimenti”, dice, in occasione della presentazione della Mappa, la ricercatrice del Dipartimento di Sociologia dell’Università Cattolica di Milano, Barbara Lucini. Soprattutto quando anche la politica legalizza la discriminazione.

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