di Tania Careddu

Industria farmaceutica italiana: leader in Europa, seconda solo alla Germania, è uno dei più potenti motori della nostra economia ed è tra i settori che, storicamente, ha attratto i più alti tassi di investimenti esteri. Di più: attualmente, negli ultimi sette anni, è anche il mercato di maggior interesse delle organizzazioni criminali. Con un guadagno pari a diciotto milioni e rotti di euro recuperati con il furto di farmaci dagli ospedali.

E’ quanto emerge da un’analisi, “The theft of medicines from Italian hospitals”, la più documentata a livello europeo, effettuata dal centro Transcrime di Università Cattolica di Milano – Università di Trento, che ha registrato il numero di furti di farmaci riportati dai media dal 2006 al 2013: sessantotto casi, cioè un ospedale su dieci è stato vittima di un furto, subendo una perdita media, per ogni furto, di circa trecentotrentamila euro.

Distribuiti su tutto il territorio nazionale ma soprattutto nelle regioni affacciate sull’Adriatico, i furti avvengono, in particolare, in Campania e in Puglia, seguite dal Molise, e al Centro-Nord, nel Lazio, in quota maggiore in Lombardia e in Friuli Venezia Giulia. Sono più frequenti di notte, per la minore concentrazione di attività ospedaliere e per il ridotto numero di personale in sede, e nei mesi più freddi, fra ottobre e marzo, perché le condizioni climatiche sono più favorevoli per il trasporto, evitando i rischi di danni legati alle alte temperature. Gli ospedali più grandi, sopra gli ottocento posti letto e con un maggior numero di discipline (sopra le ventuno) sono quelli più colpiti: vedi il Federico II di Napoli e il Cardarelli di Campobasso.

I farmaci più appetibili sono quelli più costosi, tipo gli antitumorali, gli immunosoppressori, gli antireumatici e i biologici. Sarebbero i medicinali di Classe H, interamente rimborsati dallo Stato (italiano), che finiscono sul mercato illegale nazionale o, più facilmente, estero, in Paesi caratterizzati da un sistema sanitario più carente del nostro dove l’approvvigionamento interno dei medicinali non è sufficiente, come quello dell’Est Europa, o da difficoltà ad accedere ai canali legali, dove la crisi economica ha ridotto il budget di rimborso dei farmaci, come avviene in Grecia. Quindi, “ripuliti” tramite società schermo registrate all’estero, rientrano nel mercato legale parallelo per essere esportati in Paesi caratterizzati da più alti margini di profitto o venduti di nuovo a grossisti o broker farmaceutici italiani.

Nonostante la tracciabilità dei farmaci italiani, soprattutto di quelli di Classe H che, dal 2010, sono più strettamente monitorabili grazie a un nuovo sistema di tracciabilità e nonostante si ammetta una frammentazione del settore del trasporto che lo rende certamente più vulnerabile, tutto fa pensare, però, che per effettuare così facilmente questo tipo di furti ci debba essere una efficiente organizzazione, una vasta conoscenza e avanzate competenze che non possono prescindere dalla collaborazione di “operatori” del settore, vedi grossisti, compagnie di trasporto, dottori, che possono, per esempio, fornire indicazioni precise sulla struttura ospedaliera o sugli orari.

Una complicità confermata anche dal fatto che le irruzioni avvengono o forzando le porte o, in un episodio su quattro, senza rompere niente.

Un fenomeno, questo dei furti di farmaci negli ospedali, ignorato e sottostimato ma in rapida espansione per diversi motivi: le medicine sono beni essenziali, non facilmente sostituibili e con un’ampia base di fruitori; la domanda, oltre a essere anelastica, è in continua crescita per l’aumento dell’età della popolazione, per gli stili di vita e per i redditi più elevati che permettono una maggiore possibilità di accedere ai medicinali; l’alto valore commerciale dei farmaci, specialmente di alcuni; la difficile reperibilità causata dalle caratteristiche del sistema sanitario di qualche Paese e dallo stretto controllo con cui sono prescritti dai medici; infine, per la loro specifica conformazione - piccoli e leggeri - possono essere facilmente nascosti e trasportati. Allora perché non abbandonare attività illecite più rischiose e ingombranti e dedicarsi a questo più agevole e lucroso mercato? Tutta salute…

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