di Rosa Ana De Santis

Al numero 180 di Via Due Ponti, nel seminterrato dove viveva, é stato trovato il corpo carbonizzato di Brenda, il trans brasiliano coinvolto nel caso Marrazzo. A riconoscere quel corpo supino, con il volto girato a sinistra, è un’amica. Nella stanza invasa dal fumo, oltre alla bottiglia di whisky, ci sono le valigie pronte per l’imminente partenza. Brenda voleva andar via. Ritornare in Brasile, fuggire da una situazione di pericolo e d’insidie. I suoi amici la descrivono, nell’ultimo mese, depressa e angosciata. Spaventata. Non era passato molto tempo dall’aggressione che agli inizi di novembre l’aveva portata in ospedale. Gli era stato sottratto il cellulare. Una persecuzione contro il trans che aveva qualcosa da raccontare. Qualcosa che non riguardava più soltanto Marrazzo, ormai sconfitto, umiliato e fuori di scena.

Lo scandalo del sesso che ha travolto l’ex Governatore della Regione Lazio non è chiuso ed è proprio la morte di Brenda a confermarlo. S’ipotizza l’omicidio volontario. Le valigie pronte e le aggressioni subite negli ultimi tempi sono più che il sospetto di una condanna a morte.  Brenda era scomoda per quello che sapeva e che taceva. Era stata sentita il 2 novembre scorso dal PM sul quel secondo video hard che la filmava insieme a Marrazzo. Quando scoppia il caso, Natalie e Brenda, le due trans del governatore, si rincorrono nelle reciproche accuse. E’ Natalie la vera protagonista, Brenda si tiene in disparte, ma è proprio Marrazzo a confessare di aver avuto almeno due incontri sessuali con lei.

Brenda, la mora, è una forte dell’ambiente. Affatto sentimentale, è una che gestisce bene gli affari e il suo giro. Natalie alla stampa la descrive così. Conosce bene, guarda caso, proprio Gianguarino Cafasso, il pregiudicato romano, architetto di tutto il ricatto dei video e delle foto che ha coinvolto i carabinieri, questa volta comode “mele marce” per qualcuno, morto a settembre anche lui in circostanze ancora da chiarire. Un’altra coincidenza davvero misteriosa. Il mondo dei viados brasiliani custodisce segreti. Bollenti e pericolosi. Liste “secretate” di nomi che scottano.

La Brenda terrorizzata degli ultimi giorni è una disperata inghiottita in un giro troppo grande, nell’industria del ricatto, in dossier comandati dall’alto. Ben altro e più in alto dei nomi lanciati al gossip dalla collega Natalie che aveva accennato a un esponente di primo piano della destra. A calciatori, a uomini e coppie di spettacolo. Il caso Marrazzo, che davanti al Paese doveva risarcire la dignità ferita del premier dagli scandali delle giovani escort di Palazzo Grazioli, è diventato qualcosa di più. Una minaccia difficile da arginare e da archiviare per tanti nomi illustri. Politica e partiti. Potere intoccabile, potere sacro. Non bastava immergere il suo pc nell’acqua, non bastava spaventare con le aggressioni. A Brenda bisognava impedire di parlare.

Al mistero della morte si unisce la responsabilità di chi non l’ha protetta, soprattutto a fronte degli ultimi episodi violenti che l’avevano riguardata. Una volta tolto di mezzo Marrazzo, Brenda diventava più un pericolo che un testimone da tutelare? Dietro i seni gonfi e pompati di estrogeni, dietro le voci maschili camuffate dai rossetti scarlatti non c’è solo il capriccio e il vezzo di un uomo che compra sesso trasgressivo. Dietro questi corpi plastificati, turgidi e in vendita si è mosso in blocco tutto il potere. In una escalation di mosse e reazioni.

Il governo con Berlusconi che prova a salvare Marrazzo vincolandolo alla sudditanza di un segreto ingombrante, le cliniche di Angelucci da preservare, la stampa dell’impero mediatico del premier che rimpalla le foto di scrivanie in scrivanie, l’Arma dei Carabinieri e le sue mele marce, i pappa e i ricattatori che conoscono clienti e prostitute. Ponti di contatto tra chi compra e chi vende. Servizi segreti e liste di nomi sotto lucchetto.

La scenografia di una morte plateale, che sembra strappata alla trama di un classico romanzo giallo, richiama alla memoria di questo Paese quasi un’uccisione in perfetto stile mafioso che poco sembra coerente con la tesi del gruppetto dei romeni violenti o di qualche spacciatore occasionale. Il mandante va cercato più in alto, lassù. Brenda non scompare, di lei non si perdono le tracce. La sua è stata un’esecuzione per dare un messaggio a tutte. Tacere.

La bionda Natalie dice di non avere idea di come sia morta e di cosa sia accaduto. Dice che a lei importa solo di sé. Insomma ha paura di pronunciare anche solo una parola. Le amiche di Brenda, quelle che battono nelle celle dove abitano, hanno paura. Qualche esponente dell’opposizione chiede che almeno Natalie sia protetta. Chissà cosa pensa Piero Marrazzo.  Forse che qualcuno, ben più in alto e ben più protetto di lui, non finirà alla gogna mediatica e non pagherà. Tanto  Brenda ormai non parla più.

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