di Alessandro Iacuelli


Ottocentonovantanove milioni di euro. Una cifra che l'intera famiglia di nessun lavoratore, dipendente o autonomo che sia, probabilmente guadagnerà in tutta la propria vita, pensione compresa. E' l'importo della pesante multa inflitta dalla Commissione Europea a Microsoft, il gigante mondiale dell'informatica. La supermulta europea è strettamente legata a quella precedente, inflitta al colosso di Redmond nel 2004, per un importo di 497 milioni di euro. Il motivo di quella multa fu l'abuso di posizione dominante, la prima volta che commissione UE inflisse una multa per mancato rispetto di una decisione antitrust. La nuova multa è motivata in modo molto secco da parte di Neelie Kroes, commissario UE alla concorrenza: "Microsoft ha continuato ad abusare della sua posizione dominante anche dopo la condanna della Commissione Ue nel marzo del 2004". Come se non ci fosse stata la precedente sanzione. Altrettanto secca la replica da Redmond: "Questa multa si riferisce quindi a una questione passata che è stata risolta", ma a Bruxelles non sono molto d'accordo.
Secondo l'Unione Europea, la società americana non ha rispettato gli obblighi fissati nella decisione del marzo 2004. Secondo quella decisione, oltre al pagamento della prima multa, Microsoft doveva, entro il 22 ottobre 2007, adeguarsi a quanto stabilito. In particolare, l'accusa era di "non aver divulgato la necessaria documentazione di interfaccia che dovrebbe permettere a gruppi di lavoro di altre società di assicurare, a prezzi ragionevoli, una piena interoperabilità col sistema Windows". La nuova multa arriva oggi perchè il colosso ha continuato "ad imporre prezzi eccessivi e irragionevoli per poter accedere alla propria documentazione informatica, in modo da rendere più difficile il dialogo tra i propri sistemi e quelli di gruppi concorrenti."

In termini più semplici, secondo l'Antitrust europea, Microsoft ha continuato, nonostante le sanzioni di quattro anni fa, a fornire licenze di accesso alle informazioni sull'interoperabilità senza rispettare i criteri fissati da Bruxelles, che indicavano la fissazione di "prezzi ragionevoli". Di fatto il gruppo d'oltreoceano ha continuato a rendere molto difficile, se non impossibile, l'acquisto di tali informazioni da parte dei gruppi concorrenti, rendendo più che problematico l'interfacciamento tra i sistemi Microsoft e quelli di altri gruppi informatici.

L'azione del 2004 serviva per garantire in europa l'interoperabilità dei programmi, cioè la possibilità per i concorrenti di costruire software che funzionassero anche su sistemi operativi Microsoft. Le sanzioni arrivarono dopo la reazione del gruppo, che aprì un contenzioso legale con la Commissione Europea durato più di tre anni, facendosi pagare nel frattempo dai concorrenti costose licenze per le informazioni tecniche sui suoi programmi. A settembre 2007 il Tribunale di primo grado della Corte di giustizia europea ha dato ragione alla Commissione: il colosso informatico è colpevole di abuso di posizione dominante per aver rifiutato di dare ai concorrenti le informazioni necessarie per assicurare l'interoperabilità.

Il 22 ottobre del 2007 Microsoft ha accettato la decisione del tribunale, assicurando che non avrebbe fatto ricorso contro la decisione della Corte Ue e che si sarebbe adeguata alle richieste di Bruxelles.

Nonostante questa positiva dichiarazione di intenti, le licenze sulle informazioni e sulla documentazione, necessarie a chi vuole sviluppare software che funzioni su computer dotati di sistema operativo Windows, sono state ridotte dal 5 per cento allo 0,4 per cento, a seconda del prodotto, più una tantum di 10.000 euro. Da qui la reazione della Commissione Europea, che valuta insufficiente una così piccola riduzione dei costi della documentazione.

Microsoft, ha commentato il commissario Kroes nella nota, "è stata la prima azienda in cinquant'anni di politica della concorrenza europea che la Commissione ha dovuto multare per non essersi adeguata ad una decisione dell'Antitrust". La signora Kroes ha spiegato in dettaglio che dopo la decisione antitrust del 2004 con la multa di 497 milioni di euro, nel luglio 2006 la Commissione impose una multa giornaliera di 1,5 milioni di euro per un ammontare complessivo di 280,5 milioni di euro. Le multe sommate danno un totale di 1,676 miliardi di euro. Dunque la multa contro Microsoft, oggi, avrebbe potuto essere fino a 1,5 miliardi di euro.

Ora, ha concluso il commissario europeo, "spero che la decisione di oggi chiuda un capitolo oscuro" nel passato dell'azienda e che "la futura condotta di Microsoft sia basata sui principi confermati dalla sentenza del Tribunale di primo grado della Corte Ue del settembre 2007". Ma, ammonisce l'Antitrust comunitario, "i detentori delle licenze possono sollevare ulteriori questioni sull'accesso alle informazioni e Microsoft deve mantenere le informazioni aggiornate e correggere gli errori costantemente".

Nel frattempo, da Redmond hanno già annunciato di considerare chiusa la questione con la multa del 2004, e che l'azienda considera già risolta la vicenda, da proprio punto di vista. Ma solo dal proprio.

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