Chi fra Covid e guerra ha sentito la mancanza delle pagelle europee può consolarsi. Bruxelles pubblica oggi le Raccomandazioni di primavera e torna a rimproverare l’Italia come sempre. Nel testo che la Commissione presenta oggi viene definita “essenziale” l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), con tutte le riforme che questo comporta.

 

La prima è un grande classico: come fa ormai da anni, la Ue torna a chiedere all’Italia di rivedere la tassazione sul lavoro, tagliando l’Irpef (soprattutto le aliquote marginali) e riducendo in generale il cuneo fiscale.

I riflettori di Bruxelles sono puntati poi sulla riforma del catasto e sugli investimenti nell’istruzione, nel mercato del lavoro, nei trasporti. Le Raccomandazioni parlano poi di pubblica amministrazione, di sistema giudiziario e della necessità di creare “un migliore contesto imprenditoriale”: che tradotto nel linguaggio dei partiti italiani significa legge sulla concorrenza.

“La piena attuazione del piano in linea con le tappe e gli obiettivi aiuterà l’Italia a riprendersi rapidamente dalla ricadute della crisi Covid”, continua la Commissione, che poi torna all’antico sui conti pubblici, chiedendoci di “limitare la spesa per ridurre il debito”, perché questo, dal punto di vista dell’Unione, è l’unico modo per rimettere in riga un sistema che continua a manifestare “squilibri macroeconomici eccessivi”.

Rispetto al passato, le Raccomandazioni di quest’anno si caratterizzano per due particolarità. In primo luogo, l’Italia non ha alla tempia la pistola della procedura d’infrazione per deficit o debito eccessivo, perché le regole del Patto di Stabilità sono sospese a causa della pandemia e lo stop sarà esteso anche al 2023 per fronteggiare le conseguenze della guerra, a cominciare dal caro energia.

La seconda differenza rispetto agli anni scorsi, se possibile ancora più macroscopica, è che oggi a Palazzo Chigi siede Mario Draghi, una diretta emanazione di Bruxelles. Un tempo, parole come quelle che la Commissione pubblica oggi sul futuro economico del nostro Paese sarebbero state definite dai giornali “una bocciatura”, una “bacchettata”, una “tirata d’orecchi” al governo italiano. Stavolta, invece, tutti si rendono conto che la verità è agli antipodi: lungi dal rimproverare il Premier, Bruxelles intende offrirgli una sponda, un argomento ulteriore con cui puntellare la sua autorità ai limiti dell’autoritarismo e superare così le resistenze di partiti e Parlamento.

Basterà? Non è affatto detto. Al contrario: in passato, quando l’Europa è intervenuta per dirimere le beghe interne dei singoli Paesi spesso ha finito con l’azzoppare il cavallo sui cui voleva puntare. E nel nostro Paese gli scogli su cui incagliarsi non mancano.

L’Ue e Draghi pretendono che il nostro Paese risolva in pochi mesi questioni che si trascinano da decenni. La più annosa è la riforma del catasto, ma su quella è facile fingere un accordo: si tratta di un lavoro sterminato, che richiederebbe anni e anni. Ci sarà quindi tempo e modo per mandare tutto a monte più avanti, come si è sempre fatto.

Al momento, perciò, il problema numero uno è rappresentato dalla legge sulla concorrenza, assai più impellente, perché dobbiamo ancora approvare quella del 2021. Anche in questo caso, il problema principale è sempre lo stesso da anni: l’impossibilità di trovare un accordo sulla liberalizzazione delle concessioni balneari, settore dominato da lobby particolarmente potenti e intrecciate alla politica locale e nazionale. 

Non a caso, la Lega sostiene che per risolvere tutto basterebbe stralciare la questione balneare dal testo del Ddl Concorrenza. Per ora, Draghi sembra contrario: un cedimento del genere, è evidente, minerebbe la sua credibilità, per questo il Presidente del Consiglio alla fine potrebbe scegliere di mettere la fiducia. Una decisione che alla fine potrebbe pagare, ma solo perché Lega e Movimento 5 Stelle devono fuggire come la peste le elezioni anticipate. Non certo per la sponda di Bruxelles a Palazzo Chigi.

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy