di Antonio Rei

Ci risiamo. Dopo la truffa della scheda referendaria con il quesito-spot per il sì, il premier Matteo Renzi ha pensato bene d’inviare una lettera di propaganda ai quattro di milioni d’italiani iscritti all’Aire, l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero. Queste persone rappresentano da sole l’8% dell’elettorato italiano e saranno probabilmente decisive per l’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre.

Il problema è che la missiva non contiene un testo esplicativo sulle procedure per il voto, ma di un invito esplicito a votare SÌ. E in calce c’è pure la firma di Renzi, che per l’occasione sceglie di presentarsi come segretario del Pd.

Peccato che poi inizi la lettera con un’autocelebrazione dei presunti successi ottenuti da quando è a Palazzo Chigi. Si definisce perfino «orgoglioso rappresentante del paese che tutti amiamo», cioè Presidente del Consiglio, non segretario di un partito. Da non sottovalutare poi la sua ispirazione poetica, capace di evocazioni che puntano a coinvolgere emotivamente il lettore: «Ogni viaggio all’estero - scrive Renzi - ogni volta che ho sentito risuonare l’inno di Mameli con voi, ogni volta che ho incrociato i vostri sguardi orgogliosi, ogni volta che sono riuscito a stringervi le mani». Ogni volta che ha fatto queste cose, le ha fatte come Presidente del Consiglio - aggiungiamo noi - non come segretario di un partito.

Ma la parte che più conta arriva dopo il panegirico iniziale, quando si passa alla call to action, come si dice nel gergo del marketing. «Sarete voi a decidere - si legge nel testo - se questa Italia deve andare avanti oppure deve tornare indietro... Oggi siamo a un bivio. Possiamo tornare ad essere quelli di cui all’estero si sghignazza, quelli che non cambiano mai, quelli famosi per l’attaccamento alle poltrone e le azzuffate in Parlamento. Oppure possiamo dimostrare con i fatti che finalmente qualcosa cambia, e che stiamo diventando un Paese credibile e prestigioso».

Insomma, è l’ennesimo colpo basso di questo Governo, che nonostante la solita arroganza dimostrata dai suoi rappresentanti fra salotti tv e comizi, sa bene di essere in svantaggio rispetto al NO e per questo non esita a giocare sporco pur di recuperare terreno, violando apertamente il principio della parità di condizioni fra i due schieramenti in corsa.

Il ministro Boschi ha pensato di ripulirsi l’immagine precisando che la letterina “non arriverà insieme alla scheda elettorale, ma contemporaneamente”. Un sofisma di cui non si sentiva davvero bisogno, anche perché - come detto - la stessa scheda è una truffa, dal momento che pone agli elettori una domanda tendenziosa, spudoratamente concepita per orientare le matite a mettere la croce su SÌ.

Certo, se la lettera fosse arrivata nella stessa busta della scheda avrebbero sconfinato direttamente nel territorio dell’illegalità. Ma il fatto che gli italiani all’estero riceveranno allo stesso tempo gli strumenti per votare e le istruzioni su come farlo rappresenta comunque una distorsione vergognosa della campagna elettorale.

«Man mano che emergono i particolari e i contorni, la lettera inviata da Renzi agli elettori italiani all'estero pone problemi seri e preoccupanti” ha detto Alfiero Grandi, vice presidente del Comitato per il No. «Il ricorso alla magistratura in tutte le sedi possibili - ha aggiunto - è a questo punto inevitabile per cercare di ottenere giustizia e il ripristino della parità di condizioni per il Sì e per il No in campagna elettorale».

I comitati del No hanno anche chiesto al presidente della Repubblica un incontro «urgente» per «rappresentare le gravi preoccupazioni in ordine alla correttezza della competizione referendaria con particolare riferimento agli italiani residenti all’estero».

Non possono bastare le giustificazioni della Boschi a chiudere il caso: non possiamo berci la storia dell’iniziativa referendaria autonoma da parte del Pd, visto che, come abbiamo visto, in quelle lettere Renzi parla da Presidente del Consiglio, sovrapponendo ambiguamente le cariche che ricopre (una pubblica e una privata).

L’indecenza di un gesto simile dimostra che aveva ragione De Mita quando, nel confronto diretto su La7, ha definito Renzi un uomo volgare. Non solo: a definitiva conferma della propria volgarità e dell’ipertrofia del proprio Ego, il Premier ha allegato al testo alcune fotografie che lo ritraggono con i grandi della terra, a cominciare da Barack Obama.

Il che, è evidente, non rappresenta proprio un buon auspicio per il SÌ, visto come sono andate le ultime elezioni presidenziali negli Usa. Ma per capire questo bisognerebbe saper ragionare di politica. Invece, a Palazzo Chigi, si usa praticare solo il marketing di più basso livello.

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