di Cinzia Frassi

"Errore cancellare il finanziamento", lo dicono in coro Angelino Alfano, Pierluigi Bersani e Pier Ferdinando Casini. La necessità di un intervento rapido sul tema dei rimborsi elettorali alias ex finanziamento pubblico ai partiti, li fa andare a braccetto. Fa fronte compatto il terzetto e propone un testo. Il Parlamento, che approva, da il via libera alla procedura più rapida della commissione Affari Costituzionali  in sede legislativa. Ma i verdi leghisti non ci stanno, raccolgono le firme sufficienti per riportare la discussione e l’approvazione nell’Aula parlamentare. Questo in sostanza il primo round.

La proposta di legge (di) ABC dovrebbe prevedere maggiore trasparenza e controllo dei bilanci dei partiti. Su cosa si sono accordati? In breve, concordano e propongono l'obbligatorietà dei controlli sui bilanci dei partiti e la certificazione degli stessi da parte di società di revisione iscritte nell'albo speciale Consob, l'istituzione di una Commissione per la trasparenza e di il controllo dei bilanci presieduta dal Presidente della Corte dei Conti, la pubblicità dei bilanci attraverso la pubblicazione online, obbligo di investire la liquidità in titoli di Stato italiani.

Ma la natura giuridica degli stessi partiti resterebbe invariata. Se da un lato infatti sono tenuti a una rendicontazione finanziaria, essi in sostanza non sono soggetti a controlli effettivi, che possano sfociare in reati e sanzioni conseguenti. Sono associazioni di fatto, private. Le associazioni riconosciute sono tenute al rispetto di regole, soprattutto nella redazione dei bilanci, e regole affinché non ci sia “confusione” tra il patrimonio dell’associazione stessa con quello dei singoli associati. Si dovrebbe anche parlare della natura giuridica più consona per associazioni che necessitano di regole che assicurino la vita democratica al loro interno.

Non solo: un altro punto fondamentale risiede nell’espediente andato in scena nel ’99, quando i rimborsi elettorali persero la corrispondenza con le spese elettorali effettivamente sostenute. Non risulta che questa proposta “ABC” disponga diversamente. Lo stesso avviene per la previsione che garantisce il rimborso anche per legislature di breve durata. Ancora, i rimborsi elettorali, che corrispondono a centinaia di milioni di euro, vedono di tanto in tanto interventi legislativi che ne dispongono il raddoppio. Da ultimo ci hanno provato ancora più o meno un anno fa, proprio nel bel mezzo della crisi economica che attanaglia le famiglie italiane e il tessuto economico.

Questo in breve è il quadro della situazione, molto difficile da sostenere sul versante sociale. E’ cosa nota che è in atto un allontanamento dalla politica, tanto che i sondaggi danno per assodato che i cittadini, andassero a votare domani, castigherebbero i partiti.

Proprio per questo, non è sufficiente che questa o quella sigla politica si offrano di rinunciare all’ultima parte del contributo. Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della Corte costituzionale, in una recente intervista proprio a proposito del finanziamento pubblico ai partiti e della proposta di alcuni di essi di rinunciare all'ultima tranche, ha commentato: "Si fa un gran parlare di quest'ultima tranche di finanziamento, quasi 180 milioni di euro. Ci sono iniziative per congelarli, per devolverli. Ma se ci si limitasse a questo la reazione dei cittadini sarebbe: sono stati colti con le mani nel sacco e ora fanno un piccolo gesto.

Rinuncia dell’ultima trance del malloppo: un atteggiamento piuttosto spiacevole, in un clima che si è fatto più populista che mai. Perché è facile - anche se potrebbe diventare obbligatorio - pensare che la colpa sia del partito in se come realtà democratica prevista dalla Costituzione, non dei partiti attuali, anche perché è questa l’aria che si respira, è così che ce la raccontano.

Sono due cose differenti: il partito, come elemento democratico, è garanzia di partecipazione dei cittadini; i partiti attuali, con le loro sigle, i tesorieri, i faccendieri sono invece la degenerazione di questa funzione. E’ rischioso pensare che cancellare l’ex finanziamento pubblico ci porti verso orizzonti democratici migliori, come è impossibile sostenere questo andazzo. In tutti i sensi.

Intanto c’è chi alza i toni usando un linguaggio sempre più populista inneggiando ad una specie di Norimberga per il politici italiani: “Li accuso di aver portato il paese alla fame. Per questo dobbiamo fare un processo pubblico per fare in modo che riportino tutti i soldi che si sono mangiati, fino all’ultima lira”, parola del comico Beppe Grillo in un comizio elettorale nel Novarese. E ancora: "Ci stanno suicidando. Siete sicuri che se pagassimo tutti le tasse, questo Paese sarebbe governato meglio? Ruberebbero il doppio".

Queste le dichiarazioni recenti del comico genovese che i sondaggi danno sempre più nelle grazie degli italiani. Mettici la crisi economica, la delusione per la politica, qualche battuta da spettacolo comico ed ecco fatto. Sarà questo il nuovo che avanza e che dovrebbe salvarci dalle fauci dei partiti cannibali?

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