di mazzetta

Il presupposto ufficiale per quel vero e proprio schiaffo agli italiani onesti denominato “scudo fiscale”, è che il provvedimento serva a far rientrare in Italia capitali freschi capaci di dare ossigeno alla nostra economia. Tremonti è uso a mentire platealmente; in genere si può dire lo stesso del governo Berlusconi in generale e a smentire la giustificazione ufficiale c'era già il dettaglio per il quale i capitali “scudati” possono restare all'estero; dettaglio che, unito all'assoluta riservatezza e al condono tombale sulle tasse non pagate, fa temere il peggio e rivela la vera natura del provvedimento: quella di uno sfacciato condono di classe offerto a chiunque abbia sottratto montagne di denaro alla fiscalità nazionale.

Sono passati pochi mesi e il timore è già diventato realtà, i soldi dello scudo fiscale non rientreranno in Italia e andranno a beneficio di altri mercati e altre economie. Era prevedibilissimo, perché se non c'è nessun obbligo per il rientro reale dei capitali, questi naturalmente si dirigono verso le offerte d'investimento più appetibili e non è che il nostro paese brilli in questo senso. Parlando di soggetti già abituati a gestire grossi traffici economici a cavallo delle frontiere è ovvio che indirizzeranno l'investimento dei capitali “puliti” dove si prevedono maggiori rendimenti e rischi minori.

La classe dirigente italiana non ha mai brillato per acume finanziario o per originalità e così anche buona parte della platea degli evasori scudati si muove in branco in occasioni come questa. E’ quindi abbastanza facile accorgersi al volo di cosa stia succedendo, un riscontro in tempo reale, un feedback che nel mondo globalizzato ci mette pochissimo a trasformare strategie riservate in un segreto di Pulcinella.

Dicono i media britannici che gli italiani si stanno comprando Londra: in contanti, niente mutui e niente lungaggini, “cash buyers” come si dice da loro, clienti da tenersi stretti e che stanno dando respiro al mercato immobiliare londinese, asfittico e travolto dalla crisi. Una valanga di soldi che preferisce gli immobili più pregiati, metà degli acquisti di case di lusso (categoria oltre i dieci milioni di sterline) da parte di europei sul mercato di Londra è opera di italiani secondo Bloomberg, mentre altre fonti riportano percentuali anche più elevate. Si arriva fino all'80% della domanda totale del mercato a Kensington e al 70% a Knightsbridge, zone di pregio destinate a rimanere tali ancora a lungo, per i capitali finalmente puliti si cerca un posto al sole .

Che la richiesta si affolli sulle case da oltre dieci milioni di Sterline ci dice che gli evasori miracolati da Tremonti hanno evaso parecchio, ma che la loro riconoscenza nei suoi confronti non arriva abbastanza in alto da spingerli a investire in Italia se pensano che Londra sia meglio. Il mercato che ha visto le follie dei magnati arabi, indiani e russi è ora scosso dall'improvviso afflusso di acquirenti italiani; i prezzi tornano a salire per la prima volta da tempo e gli inglesi se ne stupiscono, anche se i media hanno spiegato che il merito del boom è dello “scudo fiscale” made in Tremonti. Capiscono il meccanismo, ma si stupiscono che il governo italiano sia il responsabile di una follia del genere, uno smaccato favore ai ricchi che hanno infranto la legge, perché il premio offerto dallo scudo è proporzionale alle cifre nascoste al fisco e ai reati commessi per accumularle.

Le ragioni di tale affollamento di facoltosi italiani sul Tamigi sono facilmente intuibili: in tutto il mondo i prezzi delle case sono crollati e ancora di più per le case di lusso, ma la Gran Bretagna offre anche una provvidenziale svalutazione della Sterlina ( da 1.5 Euro per Sterlina nel 2007 a 1,1 oggi), pur rimanendo un paese parte della UE e offrendo quindi una serie di garanzie di sistema sconosciute ad altri paesi alle quali aggiunge una tassazione più soft di quella italiana.

Chi compra in Gran Bretagna compra quindi a prezzi relativamente bassi e paga in una valuta che è già affondata. Nella logica relativa che governa questo genere di cose, molti sperano così che alla rivalutazione dell'investimento si aggiunga anche quella della moneta e intanto sono già contenti di aver diversificato investendo in un mercato maturo e prestigioso, che è nella UE, ma fuori dall'Euro.

Il che ci porta all'amara conclusione per la quale, con lo scudo fiscale, il nostro paese ha offerto una provvidenziale amnistia a una banda di grandi evasori che ora, con i soldi “ripuliti” da Tremonti, stanno portando capitali e sollievo al mercato immobiliare londinese. Non occorre quindi aspettare la fine dell'anno per pronosticare che i capitali che rientreranno grazie allo scudo fiscale saranno molti di meno dei quelli previsti dal governo e che tutte le fantasie sul futuro impiego di queste somme a favore della nostra economia, si riveleranno l'ennesima illusione del nostro mago dell'economia. Quello che si veste da Robin Hood per rapinare meglio i poveri e poi farsi quattro risate con i ricchi ai quali consegna il bottino.

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