di Cinzia Frassi

"Il fascismo mi ha dato sofferenze e gioie ma non l'ho mai rinnegato", parola di Giuseppe Ciarrapico. E ancora: "Mai rinnegato, mai confuso, mai intorpidita la mente da pensieri sconclusionati e antistorici". L'ex presidente della Roma e delle acque minerali d'Italia risponde senza peli sulla lingua alle domande di un'intervista apparsa sul quotidiano La Repubblica. A destare un rigurgito, una reazione di sdegno, sarebbero bastate queste parole, che tra l'altro trovano posto nei titoli dei giornali senza un connotato fondamentale. Quelle dichiarazioni concretizzano pienamente ciò che fu introdotto nel lontano 1952 dalla legge Scelba, il reato di apologia del fascismo, poi aggiornato dalla legge Mancino. Già inquilino di Regina Coeli e San Vittore, Giuseppe Ciarrapico, imprenditore ultra settantenne, vanta un curriculum di tutto rispetto, considerato tuttavia evidentemente adatto agli scanni di Palazzo Madama tanto da infilarlo nella lista per la circoscrizione Lazio 1-Roma per il Partito delle Libertà. Amico di Giulio Andreotti e contemporaneamente del segretario missino Giorgio Almirante, intermediario nella soluzione del famoso Lodo Mondadori, era - ed è - proprietario di diverse cliniche romane, della compagnia aero taxi Air Capitol e della famosa Casina Valadier. Proprio il crac di quest'ultima, niente meno di 70 miliardi della vecchie lire, segna nel suo curriculum una delle condanne collezionate. Fanno seguito quella di finanziamento illecito ai partiti, ma soprattutto quella relativa al processo per il crack del Banco Ambrosiano: 5 anni e mezzo in primo grado, ridotti in appello di un anno, confermati dalla Cassazione ma successivamente falciati non da uno, ma da ben due condoni. Attualmente le sue attività si snodano tra le sue cliniche romane, alcune società finanziarie e nel settore dell'editoria, soprattutto con quotidiani della zona ciociara.

Era chiaro quindi che le parole di Giuseppe Ciarrapico, pronunciate proprio a poche ore dalla presentazione delle liste dei candidati del Partito delle Libertà, scatenassero un putiferio. L'imprenditore ed editore romano tenta di correre ai ripari subito dopo le arguite esternazioni. “Er Ciarra”, così chiamato nella capitale durante gli anni '80, si giustifica in pieno stile berlusconiano, perchè – ovvio - sono sempre i giornalisti a travisare: "il mio pensiero è stato forzato. Ho aderito al fascismo da giovane ma ho sempre condannato la perdita della democrazia e le leggi razziali". Pensare che pochi minuti prima, proprio in quella intervista, alla domanda "perchè appesantisce le pareti delle redazioni dei suoi giornali con le foto del duce?", rispondeva semplicemente: "Bellissimo". Che dire?

Molte le reazioni alla fatidica intervista, come era facile prevedere. Non poteva mancare la presa di posizione di Gianfranco Fini che dichiara che ''quello che avevo da dire l'ho detto a suo tempo" sottolineando al sua estraneità nella scelta di candidare “er Ciarra”, passando di fatto la patata bollente nelle mani di Berlusconi. Piuttosto stringata anche la replica alle ritrattazioni di Ciarrapico. Fini infatti si limita a dire che "è stato molto opportuno che sgombrasse il campo da polemiche che avrebbero avvelenato la campagna elettorale" e aggiunge: "Sono lieto che è stato molto netto nel dire che le leggi razziali sono state un'infamia e che il passato è stato giudicato dalla storia".

Dura la reazione anche di Fiamma Nierenstein, candidata proprio per il Partito delle Libertà che, dopo aver valorizzato il ripiegare di Fini con le famose scuse a Gerusalemme per l'olocausto, sottolinea "io sono antifascista e non sono compatibile con nessuno che non dica di rinnegare il fascismo". Nonostante il tentativo grottesco di smentita, Bossi non si accontenta di una velina e chiede che Ciarrapico "faccia un passo indietro". Accanto a questa, arrivano le reazioni della comunità ebraica, di esponenti del Partito Democratico, di partiti di centro, di sinistra e da ogni dove.

Delle parole, reazioni, dichiarazioni, resta la candidatura di un personaggio con un nutrito curriculum, che sta scrivendo la biografia di Starace, che ha pubblicato l'opera omnia di Mussolini e che ha iniziato la campagna elettorale facendo sicuramente parlare di se lasciandosi andare a dichiarazioni all’insegna dell’apologia del fascismo. Viene da chiedersi tuttavia come risponderanno a questa candidatura, Storace e la candidata premier Santanchè del neo nato partito La Destra per reggere il confronto.

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