di Emma Mancini

Betlemme. Mentre il mondo guarda alla Siria e Washington si arrampica sugli specchi per dimostrare l'utilizzo di armi chimiche da parte del regime di Bashar al-Assad, spuntano nuove rivelazioni sugli arsenali in mano israeliana. In un reportage di Foreign Policy, pubblicato due giorni fa, compaiono documenti della CIA secondo la quale nel 1983 Tel Aviv ha avviato un vasto programma per rifornirsi di armi chimiche.



Per molti una notizia che fa poco scalpore: tra il 2008 e il 2009 la Striscia di Gaza subì un attacco senza precedenti, oltre 1.400 vittime. Durante Piombo Fuso, l'aviazione e l'esercito israeliano utilizzarono fosforo bianco contro la popolazione civile, un'accusa che Israele ha sempre rigettato ma che troverebbe conferma nelle prove raccolte da medici e infermieri, improvvisamente trovatisi di fronte a ustioni e ferite mai viste prima.

Secondo le rivelazioni di Foreign Policy, l'intelligence statunitense ritiene che Israele ha immagazzinato armi chimiche e biologiche già da trent'anni, al fine di completare il proprio arsenale nucleare. A dimostrarlo, una serie di documenti risalenti al 1983, chiusi negli archivi della CIA.

L'anno prima, nel 1982, satelliti spia americani individuarono "un probabile centro di produzione di gas nervino a Dimona, nel deserto del Negev", luogo che da anni viene identificato come magazzino nucleare israeliano. "Non possiamo confermare se Israele possiede agenti chimici letali, ma molti indicatori ci portano a ritenere che ha a disposizione sia gas nervino persistente e non persistente - si legge in uno dei documenti CIA - Si ritiene che esistano anche altre produzioni chimiche all'interno della ben sviluppata industria israeliana". Tra queste il famigerato sarin, gas che secondo Washington sarebbe stato utilizzato dal regime di Damasco a Ghouta, Damasco, il 21 agosto scorso.

Per ora Israele non commenta: l'ambasciata di Tel Aviv a Washington non ha rilasciato dichiarazioni in merito al reportage. Israele è uno dei quattro Paesi possessori di armi nucleari non riconosciuti come tali nell'ambito del Trattato di Non-proliferazione Nucleare. Tel Aviv non ha mai rilasciato dichiarazioni in merito, ma si ritiene che abbia avviato il proprio programma nucleare subito dopo la fine della Guerra dei Sei Giorni, nel giugno 1967. E sebbene non esistano dati certi, si stima che Israele possieda dalle 70 alle 400 armi nucleari.

Appare comunque stravagante l'attività di indagine della CIA sull'arsenale chimico israeliano: i servizi segreti americani hanno avviato la produzione e la sperimentazione di agenti chimici in casa israeliana, a partire dagli anni '70. Forse, quello che la CIA non sapeva era il proseguimento dell'attività nucleare e chimica israeliana, tenuta nascosta, ma che per molti altro non è che un segreto di Pulcinella.

Fonte: Nena News

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