di Carlo Benedetti

E’ guerra? La Russia lancia l’allarme: gli americani si preparano ad attaccare l’Iran alle 4 del mattino del 6 aprile. Bombarderanno per dodici ore, sino alle 16. L’operazione, in codice, si chiamerà “Bite”, che vuol dire “Morso”. E cioè un “mordi e fuggi” durante il quale la potenza bellica statunitense dovrebbe scaricare sull’Iran le sue bombe e i suoi missili colpendo 20 obiettivi e precisamente quei centri dove si trovano le attrezzature per l’arricchimento dell’uranio e gli istituti di ricerche scientifiche e militari. All’operazione prenderebbero parte squadriglie di B-52 di stanza nella base di Diego Garcia (44 chilometri quadrati, nell’atollo delle Chagos nell’Oceano indiano). A questi aerei – dotati di missili – sarebbe affidato il primo colpo. Seguirebbero poi altre ondate con aerei provenienti da altre basi americane presenti nell’area. In particolare – oltre a quelle del Golfo Persico – anche quelle dell’Afghanistan. Mobilitate, sin da queste ore, anche le navi americane e i sottomarini. E in stato d’allerta si troveranno le truppe statunitensi che in questo momento occupano l’Iraq. A cadere sotto i colpi degli Usa sarebbero quindi quelle strutture iraniane già note agli ispettori dell’Onu. Sarebbe risparmiata, per ovvii motivi di relazioni internazionali, la centrale di Buscher che l’Iran sta realizzando in collaborazione con la Russia. Queste, in sintesi, le “notizie” che apprendiamo direttamente da Mosca e precisamente da una redazione solitamente bene informata, quella del settimanale Argumenti nedely (Argomenti della settimana). E’ appunto nella prima pagina di questo periodico che compare oggi il titolo drammatico relativo allo scenario che si annuncia: “L’Iran sarà “morso” alle 4 del 6 aprile”.
L’autore del servizio – Andrei Uglanov – mostra di possedere notizie di primissima mano. In pratica, direttamente dall’intelligence del Cremlino, dai servizi di sicurezza e dagli ambienti dello Stato maggiore della Russia. Uglanov rende anche noto che la dirigenza russa ha già provveduto ad informare Teheran sottolineando che Mosca non interverrà. “La Russia – nota il giornalista – ha già fatto presente più volte all’Iran di attenersi alle proposte della commissione internazionale sull’energia atomica; e se Teheran non vuole accettare trattative in merito il nostro Paese non può trovarsi coinvolto in un’avventura tragica. La Russia non può partecipare ai giochi antiamericani”.

Sempre secondo la fonte russa, in conseguenza dell’attacco statunitense il programma nucleare dell’Iran verrà non solo fermato, ma praticamente annullato. E se Teheran vorrà ricominciare dovrà impegnarsi per avere i primi risultati solo tra sette anni.
Mosca fa comunque presente che dinanzi all’attacco americano si avrà un’immediata risposta iraniana. L’aviazione di Teheran – nota il giornalista russo – ha in dotazione aerei di produzione sovietica che sono in grado di contrattaccare. Ma il paese non ha missili capaci di fermare le incursioni americane. Il pericolo è, quindi, quello di un conflitto lampo che causerà gravissime conseguenze per la popolazione e lascerà il paese piegato soprattutto per l’immediato futuro. I rischi sono tremendi. L’intera area già destabilizzata dalla guerra contro l’Iraq resterà segnata profondamente. Verrà sconvolto non solo l’assetto sociale interno, ma resterà colpito anche il settore energetico.

Intanto il presidente iraniano Ahmadinejad dichiara che il suo Paese non è intenzionato ad abbandonare le attività nucleari "sensibili". ''La nazione iraniana – dice nel corso di una manifestazione nella provincia di Yazd - controlla il ciclo della combustione nucleare e non tornerà indietro''. Ricorda poi che Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania si sono accordati su nuove sanzioni nei confronti della Repubblica islamica dell'Iran per il suo rifiuto di sospendere le attività legate all'arricchimento dell'uranio. Sanzioni che prevedono il blocco totale delle esportazioni di armi iraniane, l'ampliamento della lista delle personalità e delle organizzazioni i cui averi devono essere congelati visti i legami con le attività nucleari del paese, nonché il blocco dell'assistenza finanziaria nei confronti dell'Iran tranne che per ragioni umanitarie. Ahmadinejad, mette in guardia quindi le grandi potenze dall'approvare ulteriori sanzioni economiche contro Teheran per il suo programma nucleare, minacciando conseguenze non precisate. ''Avete già adottato sanzioni contro di noi e siamo diventati un Paese nucleare, ora provate ad approvare nuove sanzioni economiche, e vedrete quale sarà il prossimo passo''.

Intanto le potenze che conducono il confronto con la Repubblica islamica hanno già messo a punto le linee generali di una bozza di proposta per una nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu che preveda nuove sanzioni, dopo che Teheran ha respinto le due precedenti risoluzioni che invitavano a sospendere l'arricchimento dell'uranio. Ma Ahmadinejad ribadisce che l'Iran non intende fare marcia indietro e afferma che lo stesso Consiglio di Sicurezza ''non ha alcuna legittimità tra i popoli del mondo''. ''Volete fermarci dal fare cosa?'', chiede rivolgendosi alle grandi potenze. ''Oggi - aggiunge - la nostra nazione è in possesso del ciclo completo del combustibile nucleare (cioè l'arricchimento dell'uranio) e anche se vi mettete tutti insieme e richiamate dall'inferno i vostri antenati, non sarete in grado di fermarci''. ''Non isolatevi ancora di più - aggiunge Ahmadinejad - provate ad adottare un'altra delle vostre risoluzioni, e vi troverete in guai anche peggiori''. Il presidente iraniano infine lancia un nuovo avvertimento a quanti nel Paese chiedono una linea più prudente: ''Nessuno - dice - ha il diritto di retrocedere anche solo di un centimetro rispetto ai diritti del nostro popolo''. Intanto gli Usa scaldano i motori. E se l’allarme lanciato da Mosca ha una base di verità, vuol dire che si è già all’ora X.

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