di Bianca Cerri

Samuel Alito Secondo alcune fonti d'informazione, ci sarebbe burrasca al Senato americano, cui spetta la decisione finale sulla nomina dei giudici alla Corte Suprema. Ma probabilmente si tratta di un'esagerazione o non si spiegherebbe perchè la Commissione Giustizia abbia già dato il nulla-osta alla conferma di Samuel Alito, giudice federale con origini italiane, intenzionato ad aggiudicarsi uno scranno a vita alla Corte Suprema. La decisione finale è attesa per il 31 gennaio ma si tratta soltanto di un proforma, a meno che i democratici non raccolgano l'appello espresso in una lettera datata 24 gennaio 2006, nella quale un folto gruppo di giuristi si appella ai senatori del partito affinché boccino in massa la candidatura di un giudice che metterebbe a repentaglio la legalità nel paese. Tanti anni fa, lo stesso Benjamin Franklyn scrisse che chi abbandona la strada della libertà per un pò di sicurezza in più non merita né di essere libero né, tanto meno, di sentirsi sicuro, ma è probabile che i Democratici lo abbiano dimenticato. Ed è grave perché se Alito accede alla Corte Suprema, per la prima volta nella storia quello che è il massimo organo istituzionale degli Stati Uniti avrà una maggioranza cattolica che pende praticamente dalle labbra di George Bush. Detto altrimenti, il presidente americano ha trovato il modo di creare un team di giudici all'interno della Corte Suprema che amplieranno i suoi poteri, lasciandolo libero di spiare chi vuole, invadere altri paesi a suo piacimento, perquisire case senza mandato, autorizzare assassini e tortura e quant'altro., ovviamente motivando il tutto in nome della sicurezza.

Con 41 voti contro la candidatura di Alito, i Democratici avrebbero potuto fermare i piani di Bush ma, almeno per ora, ciò non è avvenuto. Ma è pur vero che tutti e otto i Democratici presenti nella Commissione Giustizia hanno votato contro Alito e tecnicamente é ancora possibile, anche se non probabile, che 41 senatori democratici su un totale di 44 presenti nell'Assemblea esprimano parere negativo o, addirittura, che ricorrano al processo noto con il termine di filibuster, ovvero ad una vera e propria mozione di sfiducia istituzionale. Una eventualità che darebbe una solenne lezione a Bush, nella cui volontà solo uomini di provata fede repubblicana sono adatti all'incarico di giudice di Corte Suprema, soprattutto se pii e facoltosi.

Questa volta la posta era leggermente più alta perché si erano improvvisamente resi disponibili due posti, quello della dimissionaria Sandra O'Connor e quello del deceduto William Renquist , il Presidente della Corte Suprema; ma Bush non ha perso né tempo né occasione per indirizzare il percorso secondo il suo volere. John Roberts, uno dei suoi protetti, con solide credenziali di uomo di destra, è già stato confermato alla presidenza della Corte Suprema e il 31 gennaio si saprà se l'Assemblea avrà dato il nulla-osta per Alito. Se la conferma ci sarà, il comunicato verrà diffuso prima del discorso presidenziale sullo stato dell'unione davanti al Congresso, che per tradizione avviene il 31 gennaio, i cui temi centrali saranno quasi certamente la guerra al terrorismo e il rinnovo delle norme del Patriot Act introdotte per combatterla.

Nato a Trenton, in New Jersey, uno degli stati più opulenti d'America, 55 anni fa, Samuel Alito ha il vezzo di voler apparire sempre e comunque come un americano normale, pieno di buoni sentimenti, poco incline alla rissa. In realtà, la sua unica filosofia è ampliare i poteri di Bush, annientando nel contempo le leggi sgradite al presidente, come quella che regola le interruzioni di gravidanza, la tutela dell'ambiente, le libertà costituzionali degli americani, ma sempre facendo in modo che la gente se ne accorga il meno possibile. La sua nomina renderebbe, se possibile, ulteriormente complicato estrapolare i principi costituzionali dalle operazioni teocons di un presidente in disperato bisogno di amici…

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