Quito. Il presidente Lenín Moreno è stato eletto liberamente e democraticamente, nel 2017, dalla cittadinanza ecuadoriana. Venne eletto poiché, come si presumeva, rappresentava la continuazione della rivoluzione dei cittadini, rappresentata dall'ex presidente Rafael Correa Delgado e che, per le importanti conquiste economiche e sociali raggiunte durante il suo periodo di gestione, è stato chiamato "il decennio guadagnato". A quel tempo, eravamo lungi dal sospettare che la svolta neoliberista di Lenin Moreno ci avrebbe portato ad affrontare una delle tappe più terribili della storia dell'Ecuador.

 

Moreno si è dedicato, fin dall'inizio, a screditare senza vergogna la Rivoluzione dei cittadini e l'ex presidente Correa, al punto di accusarli di essere corrotti, ripetendo con la forza la menzogna in modo permanente, creando un'atmosfera di odio e veleno nella società disinformata.
I media locali, pagati dal governo ecuadoriano, nascondono in modo flagrante la vera notizia e, naturalmente, la grave crisi che sta affrontando il popolo ecuadoriano in questi giorni, dopo che il presidente Moreno ha annunciato un pacchetto di misure economiche che colpiscono direttamente il settore più povero del paese. Emanate su ordine del FMI, il pacchetto di misure avvantaggia palesemente uomini d'affari, banchieri e oligarchi, mentre danneggia gravemente la maggior parte dei cittadini. Vi sono enormi licenziamenti nel settore pubblico, aumento delle tasse per i redditi minori, privatizzazione di beni e servizi statali, rimozione di sussidi per i prodotti essenziali,  riduzione dei fondi per l’istruzione e per la creazione di infrastrutture. E’ poi necessario tenere conto del fatto che il problema non riguarda solo le misure economiche, ma anche la riforma del lavoro che viola i diritti storici, istituzionalizzando il lavoro precario e gli orari di lavoro flessibili. Sono misure liberticide che aumentano il costo della vita, precarizzano la situazione socio-economica e, soprattutto, indebitano ulteriormente il paese con il FMI.

Queste misure (paquetazo) insieme all’insopportabilità popolare per la figura del presidente traditore, hanno provocato questa impressionante reazione sociale, alla quale Moreno ha risposto con la più dura repressione. Sappiamo con certezza che il neoliberismo è una ideologia adattata agli interessi delle élite imprenditoriali dell'America Latina e che non ha generato alcun vantaggio economico in nessun Paese dov ele sue ricette sono state applicate, che si ripetono come slogan per costringere i governi a rispettarle.
L'Ecuador è un paese caratterizzato dalla sua capacità di destituire presidenti quando casi estremi lo hanno richiesto. Le massicce mobilitazioni sociali che viviamo in questi giorni, soprattutto da parte delle comunità indigene, sono il risultato dello sdegno e dell'esacerbazione di un popolo degno e coraggioso, impoverito e sfruttato e che non supporta più abusi da parte di un governo che ci ha tradito.

Le manifestazioni popolari, sfortunatamente, sono state ricevute da una repressione armata molto forte da parte di polizia e militari, che ha prodotto scontri con numerosi morti e feriti, con aggressioni spudorate a giornalisti indipendenti, con il taglio di potere delle radio comunitarie e dei media di comunicazione alternativi. La violenza e l'arroganza dei leader di destra che sostengono questo governo hanno dimostrato il loro lato più oscuro e più spregevole.

Al momento in cui scrivo il palazzo del governo è completamente circondato con filo spinato, con con la presenza di militari e di polizia e mezzi blindati e carri armati dell’esercito, come nei tempi più terribili delle dittature. Le strade sono piene di forze repressive che attaccano e imprigionano i manifestanti senza motivo. È un caos a cui non eravamo più abituati, soprattutto dopo aver goduto di un decennio progressivo di pace e giustizia nella nostra Patria e che ci aveva permesso di sognare un futuro migliore per i nostri popoli.

Speriamo che la mobilitazione costruisca il cammino per raggiungere un paese libero, equo e sovrano, il paese che tutti i popoli del mondo meritano.

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