di Neri Santorini

Segò contro Sarkò, sarà questo il duello per salire sul trono di Francia. E la sinistra avrà una paladina: sarà Segolène Royal, regina dei sondaggi e vincitrice a mani basse, l'altra notte, delle inedite primarie del partito socialista. Oltre il 60 per cento dei 218mila militanti chiamati a votare l'ha incoronata come candidata alla presidenza della Republique. Ha sbaragliato i due uomini che la sfidavano in nome della tradizione socialista, Laurent Fabius (che nell'86 divenne, a 38 anni, il più giovane premier di Francia) e Dominique Srauss-Kahn. Il prossimo uomo che Segolène metterà al tappeto, dicono i sondaggi, sarà l'alfiere della destra, l'attuale ministro degli interni dal pugno di ferro, il “macho” Nicolas Sarkozy, inviso perfino all'attuale inquilino dell'Eliseo, Jacques Chirac. A destra non lo amano ma sono convinti che Sarkò possa vincere. Tutti dicono che Segò è l'unica in grado di batterlo. Se lo capisse anche la sinistra francese - che ha sempre le forti vocazioni suicide dimostrate nel 2000, quando eliminò tutti i propri candidati dal ballottaggio - forse il prossimo maggio avremo il primo presidente donna di Francia. Segolene Royal sa di avere davanti a lei una sfida enorme: convincere i francesi che potrà essere un buon Presidente della Repubblica. E assicurare ai socialisti la guida della Francia dopo l'era Jacques Chirac. “Non penso alla mia gloria personale, sento solo un'immensa responsabilità e un grande dovere”, ha dichiarato la Royal a Melle, suo collegio elettorale, dopo le primarie del Ps che ieri le hanno assicurato la candidatura alle presidenziali del 2007. Il 60,62 per cento degli iscritti l'ha scelta per la corsa all'Eliseo. Il primo obbiettivo che la Royal si è data e intende dare alla Francia è rovesciare l'idea che il paese sia in declino. “Credo che incarniamo l'ambizione di una Francia che sia economicamente dinamica e socialmente unita”, ha detto. Poi, prendendo a prestito la celebre frase di John Fitzgerald Kennedy, ha invitato i francesi “a chiedersi cosa possano fare per il loro paese” e unirsi per il progresso della nazione. “Stiamo per scalare la montagna dritti verso la vittoria”, ha incalzato, “oggi è una giornata fantastica per scendere in battaglia perchè siamo animati da una generosa spinta popolare”.

L'ex primo ministro francese Laurent Fabius si è detto pronto a sostenere la signora Royal nella corsa all'Eliseo. ”I militanti hanno deciso, faccio gli auguri a Segolene Royal”, ha detto ai giornalisti. Nelle primarie Fabius ha ottenuto il 18.54% e l'altro aspirante alla nomination socialista, l'ex ministro dell'economia Dominique Strauss-Kahn, il 20,83% .

Secondo Fabius, adesso la Royal deve ricompattare il partito, che si è diviso durante la campagna delle primarie. Esprimendo la disponibilità a fare la sua parte, l'ex premier ha rilevato che la candidata socialista ha “tutti i mezzi” per affrontare la campagna delle presidenziali e le ha augurato “buona fortuna nella sfida con la destra”. La necessità di ricompattare il Ps è avvertita anche da altri esponenti socialisti, come Martine Aubry, l'ex ministro del lavoro che ora occupa la poltrona di sindaco di Lilla. Dopo le primarie, ha osservato, la Royal è "la candidata di tutti i socialisti, e spero della sinistra”. La signora Aubry, che aveva fatto sapere che nelle primarie non avrebbe votato per la Royal, ha affermato che ormai il dibattito interno si è chiuso e ora bisogna impegnarsi per la conquista dell'Eliseo. A partire da una donna.

E sarebbe una bella novità. Il fatto che sia candidata è già "una rivoluzione straordinaria", commenta la ministra Giovanna Melandri guidando un coro di entusiaste signore della politica. Ci mancherebbe. Meno prevedibile la convinta approvazione dei leader maschi della sinistra nostrale, a partire da Fassino, che vedono nella Royal una svolta politica e una chance per la sinistra. Non è solo una questione di genere, ma anche. Segolène porta in politica una mentalità nuova, un approccio diverso. Sostiene che la democrazia è in crisi e che i cittadini voglio partecipare perché sentono il palazzo sempre più distante.

L'accusano di populismo perché ha proposto comitati popolari di controllo sui deputati. Ai comizi preferisce gli incontri e piuttosto che salire sulla tribuna, dove pure si batte molto bene, resta seduta ad ascoltare le persone: ne trasforma i bisogni in istanze politiche. Un approccio femminile? Si può leggere anche in questi termini. Sta di fatto che è un approccio vincente, con il quale Segolène, due anni fa, ha strappato al premier conservatore Raffarin il suo feudo, la regione del Poitou-Charente di cui oggi è governatrice. Da allora Madame Royal, già ministro della scuola, dell'ambiente e della famiglia negli anni '90, è diventata una stella.

Elegante e sobria, ha il sorriso autentico e contagioso di una donna sicura e realizzata. Segolène Royal è la compagna dell'attuale segretario del partito socialista, Francois Hollande, col quale ha stretto un "Pacs" e da cui ha avuto quattro figli. Anche la sua biografia è una ventata di novità: ha tutto, bellezza e capacità, successo professionale e figli, un legame non canonico che resta solido benché adesso sia lei a contare in politica molto più di lui. E nessuno dei due ne è imbarazzato. Davvero Madame Royal già oggi è una rivoluzione nei metodi della politica e nel costume. Se così fosse perché è donna, bene: che gli uomini imparino.

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