di Carlo Musilli

Tony Blair vuole cambiare posizione nella vecchia fattoria della storia militare. Ai tempi dell'invasione in Iraq, l'ex Primo ministro laburista era noto in patria come "il barboncino di Bush". Ora che il collare non serve più, è tempo delle lacrime da coccodrillo. In un'intervista alla Cnn, "Bush's Poodle" risponde con un mea culpa al giornalista che gli chiede se la seconda guerra del Golfo sia stata uno sbaglio, visto che la storia delle armi di distruzione di massa si è rivelata una menzogna.

"Mi scuso per il fatto che le informazioni di intelligence che avevamo ricevuto fossero sbagliate - dice Blair - perché anche se Saddam le armi chimiche le aveva usate largamente contro il suo popolo e contro altri, quel programma non esisteva. Chiedo scusa per alcuni errori di pianificazione e, certamente, per i nostri errori di valutazione di quello che sarebbe successo una volta rimosso il regime".

L'intervistatore chiede allora se proprio quella guerra sia stata la principale causa dell'ascesa dell'Isis. Secondo Blair, anche in questa affermazione "ci sono elementi di verità", perché (si noti il virtuosismo retorico della doppia negazione ndr) "non si può dire che chi ha deposto Saddam nel 2003 non abbia responsabilità per la situazione del 2015".

In ogni caso, pur ammettendo che il pretesto era un'invenzione e che le conseguenze sono state tragiche, l'ex Premier britannico non arriva a rinnegare la guerra in sé: "Trovo difficile chiedere scusa per la rimozione di Saddam - è la chiosa -, penso che anche oggi, nel 2015, la situazione sia migliore senza di lui piuttosto che con lui".

A quanto pare l'ex numero uno di Downing Street considera un danno collaterale accettabile il milione di civili uccisi fra il 2003 e il ritiro delle truppe Usa a fine 2011, pari al 5% dell'intera popolazione irachena (numeri tratti da "Body Count", rapporto pubblicato quest'anno da tre gruppi di scienziati sui costi della "guerra al Terrore").

Rimane però da chiarire perché mai Blair abbia rilasciato proprio ora un'intervista simile. Secondo Nicola Sturgeon, primo ministro di Edimburgo e leader del Partito nazionale scozzese, quella dell'ex numero uno laburista è una difesa preventiva, in attesa delle critiche che pioveranno su di lui quando saranno pubblicati i risultati della Chilcot Inquiry, un'inchiesta istituita nel giugno 2009 dall’allora primo ministro Gordon Brown sul coinvolgimento della Gran Bretagna nella guerra in Iraq.

Questa interpretazione lascia qualche dubbio, perché secondo molti commentatori la commissione d'inchiesta presieduta da Sir Chilcot - i cui membri non sono né indipendenti né politicamente eterogenei - confermerà i problemi nel determinare le cause della guerra e le carenze nella pianificazione, ma non accuserà il governo di allora di aver mentito al Parlamento o di aver agito illegalmente.

Semmai, a preoccupare Blair potrebbe essere la crociata infinita del Daily Mail, giornale popolare e conservatore da sempre contrario alla guerra in Iraq. In una recente edizione domenicale, il quotidiano ha scritto che l'ex Premier si era detto pronto a inviare truppe in Iraq addirittura un anno primo dell'inizio del conflitto, quando ancora ripeteva in televisione di voler cercare una soluzione diplomatica alla crisi.

A riprova di tutto ciò, il giornale ha pubblicato una mail segreta inviata il 28 marzo 2002 da Colin Powell al Presidente americano: Blair, scrive l'allora segretario di Stato Usa, "sarà con noi" nell'intervento armato e assicura che "il Regno Unito seguirà la nostra guida". Da una seconda e-mail emerge invece che Bush avrebbe infiltrato alcune spie nel partito laburista britannico per aiutare Blair a manipolare l'opinione pubblica in favore della guerra.

Secondo il Mail on Sunday, questi documenti farebbero parte di un gruppo di messaggi segreti conservati nel server di posta elettronica usato da Hillary Clinton fra il 2009 e il 2013, quando l'attuale candidata alla Casa Bianca era segretario di Stato nelle prima amministrazione Obama.

E' possibile che Blair tema la pubblicazione di carteggi ancor più compromettenti? Forse. Di sicuro, ormai il guinzaglio da barboncino non è più utile come un tempo e chiedere scusa per le decisioni scellerate di inizio millennio non fa male a nessuno. Male che vada, è inutile.

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