di Daniele John Angrisani


Si sono finalmente aperte le urne in tutti gli Stati Uniti d'America, dopo settimane di forti polemiche politiche e di campagna elettorale decisamente accesa nonostante si tratti di una elezione di mid-term solo in apparenza secondaria. E i problemi non si sono fatti attendere. In molti seggi infatti, soprattutto in aree a maggioranza democratica, o abitate prevalentemente dalle minoranze etniche, le macchine usate per il voto elettronico hanno causato problemi e ciò ha portato forti ritardi nelle operazioni di voto che in alcuni casi sono iniziate solo dopo qualche ora e con l'uso di tradizionali schede cartacee al posto delle macchinette supertecnologiche che avrebbero dovuto essere il fiore all'occhiello di questa America che si appresta a rinnovare il Congresso. Ma qual è il problema esattamente? Perchè ad ogni elezione importante negli Stati Uniti d'America ci sono problemi di questo genere? Se ben si ricorda, già nel 2004 in Ohio e soprattutto nel caso della contestatissima elezione di Bush nel 2000 in Florida, ci sono stati migliaia di casi di brogli o irregolarità alle urne causate proprio dall'uso di macchinari inadeguati o di schede poco leggibili. Non è certo la prima volta, quindi, che capita qualche problema del genere; resta da capire perchè questo accade.

Per tentare di fare un quadro, la prima cosa da fare è esaminare il sistema di voto negli Stati Uniti d'America. Innanzitutto, a differenza che in Italia, per votare in Usa bisogna iscriversi nelle liste elettorali. La registrazione è volontaria e questo è uno dei motivi per cui, solitamente, l'affluenza alle urne è mediamente più bassa di altri Paesi occidentali. Questo meccanismo, infatti, se da una parte permette di ridurre il rischio di brogli e di 'doppi elettori', dall'altra scoraggia parte dell'elettorato dal presentarsi alle urne, ed in particolar modo quella parte dell'elettorato meno istruita e più povera, ovvero più propensa a votare per i democratici, come ad esempio la minoranza nera. Inoltre, in molti Stati, chi è stato condannato per un qualunque reato ed ha scontato la propria condanna in carcere, non può votare fino a quando un tribunale non stabilisce il ritorno ai suoi diritti civili, tra cui il diritto di voto. Grazie a questo stratagemma, in alcuni Stati chiave, come la Florida nel 2000, prima delle elezioni le liste elettorali erano state ripulite di molti nominativi che, almeno in parte, erano solo similari a quelli di presunti criminali. Sta di fatto che in questo modo a più di 100.000 cittadini afro americani è stato impedito di votare. In ogni caso, una volta ottenuta con successo la propria registrazione alle liste elettorali, qualsiasi cittadino americano, residente negli Stati Uniti o anche all'estero, ha diritto a votare. Questo diritto è possibile esplicarlo sostanzialmente in due modi: andando a votare direttamente al seggio o facendosi mandare la scheda a casa e spedendo il proprio voto via posta, mediante il cosiddetto metodo degli 'absentee ballot'.

Il voto al seggio è quello mediamente preferito dagli elettori americani. Negli ultimi anni, a seguito delle polemiche scoppiate dopo il disastro delle schede fantasma della Florida nel 2000, la gran parte delle Contee degli Stati americani si è dotata di apposite macchine per il voto elettronico, che sarebbero dovute essere più sicure e garantire perciò la correttezza del processo elettorale. Come ha invece dimostrato Bev Harris del sito BlackBoxVoting.org, tali macchine per il voto elettronico sono facilmente hackerabili, e questo ha proiettato una luce sinistra sull'effettiva utilità di questo tipo di macchinari. C'è da dire inoltre che alle elezioni del 2004 la gran parte delle macchine per il voto elettronico erano state fornite da due società, la Diebold e la Sequoia, i cui azionisti e presidenti erano particolarmente vicini al partito repubblicano, soprattutto in Stati chiave come l'Ohio, e questo è stato un ulteriore motivo di preoccupazione. Sta di fatto che, per tagliare la testa al toro, molti Stati si sono dotati di macchinari per il voto elettronico che prevedono anche il rilascio di una ricevuta cartacea con stampato le proprie scelte, da poter usare in caso di riconteggio o verifica del voto. Sembrava che questo potesse placare le polemiche, ma come abbiamo visto oggi nulla ha potuto contro l'inefficienza delle macchine usate per questo voto elettronico ed i primi problemi sono già iniziati ad uscir fuori, come da peggiore previsione, soprattutto in Stati che sono già stati in passato nell'occhio del ciclone come la Florida e l'Ohio.

In più, per garantire la correttezza del voto in molti Stati è stata approvata una legge che stabilisce dei criteri minimi per l'identificazione dei votanti alle urne. Capita però spesso che ci siano persone, soprattutto dei ceti meno abbienti, che si rechino alle urne senza poter garantire al 100% la propria identificazione, secondo i dettami della legge. Per ques-to motivo dal 2002, con l'approvazione dell' Help America Vote Act, è stato creato un nuovo tipo di schede, i cosiddetti provisional ballot, che vengono dati a questo tipo di elettori e che rappresentano una specie di voto sub sudice, la cui correttezza e validità può essere stabilita solo dopo approfonditi controlli. Si capisce bene che, in caso di elezioni testa a testa, in cui lo scarto tra i candidati è minimo, la validità o meno di questi provisional ballot è materia che potrebbe decidere il risultato finale. In Ohio nel 2004, ad esempio, solo un 30% di questi è stato considerato valido. E ciononostante, dopo il riconteggio, la differenza a favore di Bush su Kerry si era ridotta di ben 20.000 schede. La mancata validazione dei restanti provisional ballot che avrebbe potuto, in via teorica, cambiare il risultato definitivo delle elezioni presidenziali in questo Stato chiave, e quindi cambiare l'inquilino della Casa Bianca, è stato uno dei motivi principali che ha spinto, nel gennaio 2005, alcuni senatori e deputati democratici a contestare il risultato del voto elettorale al Congresso.

L'altro metodo di voto, come abbiamo accennato, è quello che prevede l'invio di schede elettorali a casa, mediante l'uso dei cosiddetti absentee ballot. E' un metodo usato soprattutto da chi, per motivi di lavoro, non può recarsi a votare alle urne il martedì (giorno tradizionalmente dedicato al voto negli Stati Uniti d'America), o da chi, per un motivo o per un altro, è lontano da casa il giorno delle elezioni. E' altresì anche il metodo usato dai cittadini americani residenti all'estero, e in parte anche dai militari stanziati nelle diverse parti del globo, per esprimere il proprio voto alle elezioni. C'è da dire però che queste due ultime categorie hanno anche altri metodi per poter votare: ad esempio, nel caso che le schede elettorali originali non arrivino dagli Stati Uniti in tempo per poter votare e rimandarle dietro via posta, rispettando le deadline stabilite da ogni Stato per il voto, i cittadini americani residenti all'estero e registrati nelle liste elettorali hanno anche la facoltà di usare i cosiddetti Federal Write-In Absentee Ballot (FWAB) ,che altro non sono che schede vuote dove poter inserire a penna il nominativo della persona che si vuole votare per ogni elezione federale,Senato, Camera o presidente). In casi di assoluta emergenza esiste persino una versione online del FWAB che è possibile scaricare al seguente indirizzo, compilare, firmare e spedire negli Stati Uniti agli uffici elettorali della propria contea di residenza elettorale: http://www.fvap.gov/pubs/ofwab.pdf. Non tutti gli Stati americani accettano però questo tipo di scheda, e sta all'elettore verificare se il proprio Stato di residenza permette o meno l'uso di questa particolare scheda.

Infine per i militari è prevista, in via del tutto speriamentale, anche la possibilità di votare in maniera elettronica inviando la propria scheda via email usando una connessione criptata. Sono ovvie, comunque, nel caso del voto via email, o del voto usando il FWAB, le preoccupazioni relative alla privacy degli elettori e alla segretezza del voto, visto che in entrambi i casi è palese l'associazione del voto con il singolo elettore. Inoltre nelle ultime elezioni, e soprattutto negli Stati chiave, è stata alta la percentuale di absentee ballot che sono stati scartati e non contati, rispetto alla percentuale di voti che sono stati espressi nei seggi. Questo, come abbiamo già detto riguardo ai provisional ballot, può diventare un argomento molto delicato in caso di sfide testa a testa, e quindi latore della necessità di riconteggiare e verificare accuratamente tutte le schede per stabilire effettivamente quale sia stata la scelta degli elettori. Anche questo, alla fine, si trasforma in una causa di ritardo nella proclamazione degli eletti e di incertezza ed insicurezza riguardo al sistema elettorale americano.

Come si è potuto quindi capire da una disamina del sistema elettorale americano, i problemi che si potrebbero affrontare in una elezione così incerta soprattutto nei collegi in bilico del Senato, sono diversi e potenzialmente causa di incertezza per un prolungato periodo di tempo, riguardo al risultato definitivo di queste elezioni di mid-term. Detto questo, la speranza di tutti è comunque quella che, nonostante i primi problemi usciti fuori già oggi, almeno in questo caso vi sia la possibilità di stabilire sin da subito, senza contestazioni o bisogno di riconteggi vari, chi abbia vinto queste elezioni e garantire, perciò, al sistema elettorale americano quella credibilità che dopo diverse elezioni problematiche, al momento gli manca. Lo stesso futuro politico del Congresso che oggi stesso gli elettori americani stanno provvedendo ad eleggere dipende dalla regolarità dello svolgimento delle elezioni. Visto soprattutto che, come abbiamo già detto altre volte, le elezioni di oggi potrebbero rappresentare un punto di svolta fondamentale dopo 6 anni di presidenza incontrastata di Bush e dei repubblicani. Non ci resta che attendere la prima mattina di oggi i risultati da Oltreoceano per vedere se questa speranza si sia tradotta in realtà. Ma nell’attesa, lasciatemi essere almeno un po' pessimista su questa evenienza.


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