di Michele Paris

L’ennesima strage di massa avvenuta settimana scorsa negli Stati Uniti, oltre a riaccendere il consueto dibattito sul razzismo per molti versi fuorviante, ha riportato alla luce anche i legami imbarazzanti tra il Partito Repubblicano americano e la galassia dell’estrema destra razzista d’oltreoceano. Dylann Roof, il responsabile della sparatoria nella chiesa metodista episcopale di Charleston, in South Carolina, aveva tratto ispirazione da un gruppo suprematista bianco chiamato Consiglio dei Cittadini Conservatori (CofCC), il cui presidente, Earl Holt, nel recente passato ha donato decine di migliaia di dollari in contributi elettorali a svariati politici repubblicani candidati a cariche pubbliche.

Il quotidiano britannico Guardian ha per primo pubblicato i nomi dei beneficiari dei finanziamenti di Holt e tra di essi figurano addirittura alcuni candidati alla presidenza degli Stati Uniti. Il senatore del Texas, Ted Cruz, ha ricevuto 8.500 dollari, il collega del Kentucky, Rand Paul, 1.750, l’ex senatore della Pennsylvania, Rick Santorum, 1.500, e il governatore del Wisconsin, Scott Walker, 3.500. Tutti i politici, dopo la diffusione della notizia, hanno annunciato la restituzione delle somme o la donazione di esse alle vittime della sparatoria.

Altri importanti repubblicani hanno inoltre goduto della generosità di Holt in passato, come l’ex candidato alla presidenza, Mitt Romney, i senatori rispettivamente di Arkansas, Arizona e Nebraska, Tom Cotton, Jeff Flake e Ben Sasse, il governatore del Texas, Greg Abbott, il deputato dell’Iowa, Steve King, e l’ex deputata del Minnesota, Michele Bachmann.

Il CofCC avrebbe illuminato il 21enne Dylann Roof dopo una serie di visite di quest’ultimo sul sito web del gruppo, nel quale sono esposti i programmi politici e i principi che lo caratterizzano. Oltre ai propositi di impedire la “mescolanza delle razze”, di ridurre drasticamente l’immigrazione o di preservare il carattere “europeo” della popolazione americana e del suo governo, il CofCC ha messo a disposizione al giovane del South Carolina statistiche e resoconti relativi alla presunta piaga delle violenze commesse dai neri ai danni dei bianchi.

Roof ha così citato il gruppo razzista guidato da Earl Holt in un suo “manifesto” pubblicato on-line prima di compiere la strage nella quale hanno perso la vita nove persone di colore. Holt, da parte sua, ha escluso qualsiasi legame o affiliazione di Roof al suo gruppo, respingendo anche ogni responsabilità per le “azioni di un individuo disturbato” che pure ha “reperito informazioni accurate sul nostro sito”.

Molti giornali negli Stati Uniti nei giorni scorsi hanno riperscorso la storia del CofCC, dalla sua nascita a metà degli anni Ottanta, “dalle ceneri dei Consigli dei Cittadini Bianchi”, al successo riscosso tra i politici repubblicani nel decennio successivo, fino all’apparente declino negli ultimi anni.

I legami storici mantenuti dal gruppo suprematista bianco con il Partito Repubblicano rendono dunque improbabile che coloro che hanno incassato assegni firmati da Earl Holt non fossero al corrente dei suoi orientamenti.

Il New York Times ha ricordato che negli anni Novanta il CofCC aveva “amici repubblicani influenti dalle sale municipali alle aule del Congresso”. Nomi importanti dell’establishment repubblicano hanno tenuto discorsi di fronte a riunioni del gruppo razzista, come l’ex leader di maggioranza al Senato, Trent Lott, l’ex governatore del Mississippi ed ex presidente del partito, Haley Barbour, e l’ex governatore dell’Arkansas e già candidato alla Casa Bianca, Mike Huckabee.

L’attuale governatrice della South Carolina, Nikki Haley, aveva invece reclutato per dirigere la propria campagna per la rielezione nel 2013 un membro del CofCC, Roan Garcia-Quintana, licenziato solo dopo che i suoi legami con il gruppo erano stati resi pubblici.

Per la pubblicazione Intelligence Report, curata dall’autorevole organizzazione no-profit Southern Poverty Law Center, tra il 2000 e il 2004 almeno 38 politici occupanti cariche elettive avevano parlato nel corso di meeting organizzati dal CofCC. Nell’ultimo decennio, simili apparizioni sono diventate più rare anche se politici locali - non solo repubblicani - hanno continuato a frequentare il gruppo. Sempre il Southern Poverty Law Center segnala ad esempio l’intervento del presidente della sezione del Partito Democratico della Contea di Carroll, nel Mississippi, Bill Lord, durante una “convention” tenuta a Winston Salem, in North Carolina, nel 2013.

Di tanto in tanto, negli Stati Uniti emergono notizie relative ai legami di politici, soprattutto repubblicani, con organizzazioni di estrema destra, razziste e xenofobe, per essere poi dimenticate in fretta.

Solo qualche mese fa, ad esempio, il terzo membro più potente della leadership repubblicana alla Camera dei Rappresentanti, il deputato della Louisiana Steve Scalise, era finito al centro di una polemica - poi rapidamente svanita - per avere tenuto un discorso nel 2002 davanti a una conferenza del gruppo suprematista bianco EURO (Organizzazione Euro-Americana per l’Unità e i Diritti), fondato dall’attivista di estrema destra ed ex leader del Ku Klux Klan, David Duke.

Storicamente, i legami tra il Partito Repubblicano e le formazioni suprematiste bianche, soprattutto nel sud degli Stati Uniti, risalgono al periodo della desegregazione razziale e riflettono una strategia che era volta a sottrarre voti al Partito Democratico, fino ad allora punto di riferimento delle élites bianche razziste.

Oggi, in ogni caso, le relazioni tra politici repubblicani e gruppi come il Consiglio dei Cittadini Conservatori denotano una persistente affinità ideologica che contrasta con l’immagine di correttezza e rispettabilità di un partito il cui baricentro si è spostato verso destra in maniera drammatica.

I politici investiti dal temporaneo clamore di rivelazioni come quella relativa ai finanziamenti elargiti dal CofCC tendono quasi sempre a giustificarsi per avere commesso errori in buona fede, anche se, in realtà, spesso alimentano essi stessi un identico clima di odio e intolleranza, vero e proprio retroterra “culturale” di individui profondamente disorientati come Dylann Roof in un America attraversata da tensioni sociali esplosive.

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