di Silvia Mari

Papa Francesco continua a sconvolgere e a demolire, pezzo dopo pezzo, l’apparato ecclesiastico che ha contraddistinto nell’ultimo ventennio la storia della Chiesa. Lo ha fatto nei suoi Angelus ricordando i doveri autentici di un credente, specie se sacerdote o suora, lo ha fatto istituendo una Commissione d’inchiesta sulle finanze vaticane e lo fa arrivando in Brasile quasi come un prete qualunque. Le immagini della sicurezza in tilt e dei fedeli che assediano l’automobile del papa sono già un’icona della storia.

Poveri, detenuti, prostitute e malati sono coloro cui papa Francesco rivolge le sue preghiere parlando ai giovani nella giornata mondiale loro dedicata. “Non siate come Ponzio Pilato” dice loro invitandoli, questo vuole dire, ad andare controcorrente.

E a Copacabana, patria della danza e del divertimento, un milione di ragazzi e ragazze hanno portato la loro Via Crucis senza rinunciare ai colori, alla vitalità e alle voci di un vero spettacolo sentito di meditazione e riflessione. Il messaggio del capo della Chiesa cattolica non è indirizzato ad elargire il monito di penitenze, ammende peccati o divieti, ma piuttosto al coraggio di cambiare e al tema, dirompente, della giustizia sociale.

Papa Bergoglio parla di giovani delusi dalla politica e dai preti, imputando alla Chiesa senza mezzi termini la sua quota di responsabilità di un vero tradimento ai valori principali del cristianesimo. A questo Papa interessa l’aiuto, il bisogno, l’emarginazione delle favelas che ha incontrato nel suo viaggio, il tema del perdono più che quello dell’esclusione e della colpa. E se questa è prima di tutto una rivoluzione della catechesi cattolica, non c’è dubbio di quanto rappresenti un sussulto di coscienza anche per la vita politica.

E’ anche per dare questo preciso messaggio che Papa Bergoglio invita sul palco i “Cartoneros” argentini (solo 100mila a Buenos Aires), persone che avevano un tenore di vita normale e che dopo la crisi del 2001 si sono trovate impoverite e ai margini nella favelas e cercare cibo nei rifiuti, senza più chances di riscatto sociale ed economico.

Non è mancata attenzione agli strumenti che ormai appartengono a pieno titolo alla vita dei giovani e ai meccanismi, spesso imprigionanti e insidiosi per affetti e relazioni, che vengono generati dal web e dalla rete.

Francesco è un papa attento che per metodo ha dimostrato, in innumerevoli occasioni, di non voler eludere il confronto della Chiesa con il mondo contemporaneo, che non vuol dire appiattirsi alla cronaca e rinunciare alla dottrina, ma saperla rendere ancor più credibile negli eventi e nei drammi dell’uomo del secolo.

Il rito della Via Crucis, che nella liturgia cattolica si celebra il venerdì della morte di Gesù per annunciarne la resurrezione pasquale, nelle mani dei giovani e nella colorata e allegra terra del Brasile, che gronda le sue ingiustizie, le sue rivoluzioni in corso, le sue ribellioni alle forme radicali di povertà, diventa particolarmente simbolica grazie alle parole di questo Papa. Che prima di chiedere al mondo di cambiare, lo chiede alla Chiesa di Roma.

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