di Rosa Ana De Santis

Sembra uno strano ritorno della storia antica: quella di Avignone e dell’antipapa, ma questa volta i Papi, che in certa misura sono due, si abbracciano e si chiamano “fratelli”. Accade questo alla vigilia della settimana santa con cui la Chiesa cattolica si appresta a vivere la pagina somma della propria tradizione escatologica. Se Francesco è il nuovo pastore di Roma, Ratzinger, in ritiro nella dimora di Castel Gandolfo rimane papa emerito, nella veste innovativa e quasi più laica che religiosa di pontefice dimissionario.

Entrambi in talare bianca si sono inginocchiati in preghiera nella vigilia della Domenica delle Palme e hanno parlato per 45 minuti, forse, così si insinua da più parti, anche dello storico dossier che Benedetto XVI avrebbe lasciato per il suo successore come proprio testamento o più semplicemente come argomentazione della propria rinuncia. Arrivano secche smentite da padre Lombardi, ma le teorie su Vatileaks non accennano per questo a diminuire.

Se i simboli hanno, come hanno, un loro significante e significato, vedere insieme due papi che si chiamano fratelli dà l’idea, anche solo nell’immagine immortalata sulla stampa e in video,  di una rivoluzione in atto nella storia della Chiesa. Rivoluzione per i tratti che appartengono al nuovo pontefice e per l’alleanza indiscutibile tra i due pastori del popolo cattolico. Il teologo e il gesuita dei poveri sembrano convergere verso una stessa teoria di un cambiamento, ben oltre le differenze di superficie, per il quale Ratzinger ha posto solide basi fino a suggellarlo, forse, con la sua decisione estrema e di profonda rottura con la tradizione.

In questi stessi giorni, vuole una casualità solo all’apparenza errata nella tempistica, che nei cinema sia sbarcata la pellicola Mea maxima culpa, il film di Alex Gibney, che inchioda la Chiesa cattolica alla bestialità della pedofilia. Un colpo che sarà durissimo per la sensibilità dell’opinione pubblica, nonostante tanti fatti e omissioni siano noti e già stati denunciati da tempo. Le responsabilità dell’allora segretario per la dottrina della fede, Ratzinger, sembrano essere diverse in termini di omertà e occultamento del fenomeno dilagante. Lui in omogeneità con l’apparato centrale e periferico dei chierici coinvolti.

Forse questo il motivo di un ritiro repentino, eppure se questo fosse vero l’allineamento dei due papi suonerebbe come dissonante rispetto al clima di speranza, purezza e di rinnovamento che papa Francesco annuncia in vario modo di portare nella Chiesa direttamente dal Sud del mondo.

Ma se Sud è allegoria dell’inferno allora si può incappare in un'altra utile teoria del simbolo. E’ probabile che le carte segrete che hanno accompagnato il passaggio del testimone non cesseranno mai di essere tali, così come è chiaro che il lato oscuro della Chiesa non ha possibilità di sopravvivere indenne ai cambiamenti e all’urgenza di un rinnovamento che viene dalla fede dei semplici. I bambini abusati di Milwaukee, le parrocchie troppo vuote di giovani, la crisi dilagante delle vocazioni.

Tutto va nel segno di una Chiesa nuova. Nuova come quella di due papi che non si fanno guerra, ma tacciono forse una verità con la promessa solenne di scontare la pena. Uno morendo da papa emerito e l’altro vivendo come Mosè più che come Francesco: un padre cui spetta il compito di traghettare il suo popolo, la fede e la legge oltre l’inferno del Mar Rosso. Affollato di scandali, corvi e segreti inconfessabili e bisognoso di una nuova etica religiosa, se vorrà vivere in terra come in cielo.


Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy