di Fabrizio Casari

Come si fabbrica un candidato alla presidenza? Con quali mezzi? E con quanto denaro? In Messico la risposta è: con una buona campagna mediatica, una televisione famosa e alcune centinaia di migliaia di dollari. Secondo documenti giunti in possesso del quotidiano britannico The Guardian, provenienti una fonte interna a Tele Visa, (la catena televisiva messicana più importante del paeseda atzeco ndr) risulterebbe che l’emittente avrebbe venduto a Enrique Pena Nieto, candidato alla presidenza del Messico per conto del PRI, un trattamento di favore nei suoi notiziari e nei suoi show principali per farlo apparire nel modo migliore agli occhi dell’elettorato.

Non solo: come non fosse già abbastanza riprovevole la liason, la stessa emittente si è parallelamente incaricata di screditare ove e come possibile la figura di Andrès Manuel Lopez Obrador, avversario di Pena Nieto in quanto candidato alla presidenza per conto del PRD. Obrador, da tutti chiamato AMLO, è collocato stabilmente al secondo posto nei sondaggi e le ultime proiezioni indicano una erosione costante delle intenzioni di voto per Pena Nieto a favore proprio di AMLO.

I documenti che proverebbero la combine tra l’azienda televisiva e il candidato del PRI - un tempo chiamato partito-stato proprio per l’altissima voracità dei suoi membri e la capacità di asfissiare il paese con i suoi tentacoli - sono ponderosi per quantità e affidabili per riscontri oggettivi e hanno ovviamente scatenato le proteste dei simpatizzanti del PRD e non solo. Perché la strategia mediatica dettagliata, destinata a intorpidire la figura dello sfidante, ricorda i favolosi investimenti dell’ex Presidente Vicente Fox (una delle figure peggiori della storia messicana) che in investimenti pubblicitari (fatturati poi allo stato) nel 2006  dilapidò una fortuna (occultandola) e riuscì ad imporsi (con documentati brogli annessi) proprio ai danni dello stesso candidato oggi oggetto della campagna di denigrazione congiunta Tele Visa-Pena Nieto.

D’altra parte, se risulta incontestabile la promozione televisiva di ogni candidato, non si può non vedere come essa dovrebbe essere trasparente, con spot elettorali o redazionali televisivi a pagamento, non con la manipolazione politico-elettorale a favore del candidato delle notizie dei Tg e dei contenuti nei talk-show più seguiti. A maggior ragione, poi, risulta illegittima l’opera di demolizione e discredito sul candidato sfidante, proprio perché parte consistente dello stesso accordo economico tra l’emittente e il committente.

In un paese dove risulta scarsa la lettura dei giornali e l’utilizzo di Internet, i programmi televisivi sono invece seguitissimi e Tele Visa e la sua concorrente, TV Atzeca, esercitano quindi un’enorme influenza sulla politica nazionale e gli orientamenti elettorali.

Tele Visa è un vero e proprio impero mediatico, é il gruppo di comunicazione in lingua spagnola più grande del mondo e controlla i due terzi della programmazione dei canali gratuiti messicani: il suo ruolo monstre non rappresenta quindi una novità assoluta.

Ma aver superato ogni linea di demarcazione etica nella relazione commerciale illustra un rapporto intimo tra l’emittente ed il PRI che tradisce l’assoluta mancanza di indipendenza della rete televisiva e la decenza del governatore-candidato. La partita ha come scopo impedire che la sinistra vinca le elezioni e in questo senso Andrès Manuel Lopez Obrador é solo il danno collaterale.

E se ancora non è stato possibile confermare l’autenticità della documentazione fatta prevenire al Guardian, sono però impressionanti le coincidenze tra quanto esposto e nomi, date e situazioni effettivamente verificatesi, così come risultano evidenti le applicazioni delle strategie contenute nell’accordo tra l’emittente e il candidato del PRI.

Ovviamente il Guardian ha chiesto un commento a Tele Visa, ma dall’emittente messicana è arrivato ad un rifiuto; sostengono che non sono a conoscenza di quanto denunciato e che, per tanto, non possono offrire commenti al riguardo. I documenti dove s'illustra la strategia mediatica a favore di Pena Nieto e contro AMLO sembrano essere stati realizzati dalla "Radar Servizi Specializzati", impresa di marketing diretta da uno dei vicepresidenti di Tele Visa, Alejandro Quintero. Il fatto poi che la documentazione informatica giunta al quotidiano britannico fosse a disposizione dell’archivio personale di Yessica de Lamadrid, amante di Pena Nieto e impiegata presso la Radar, sembra ulteriormente confortare la veridicità della denuncia.

La relazione di Tele Visa con l’establishment conservatore messicano esiste da sempre, ma questa nuova forma, decisamente contraria ad ogni etica, aveva trovato applicazione già nelle scorse elezioni presidenziali. Un ex dirigente dell’emittente ha dichiarato al Guardian di aver partecipato a riunioni nelle quali si discuteva la strategia contro Lopez Obrador dove si discuteva sul come farlo apparire "lento e inetto”. La documentazione arrivata al Guardian lo conferma, dato che alcuni dei documenti contengono una presentazione in power-point dal titolo: "Che AMLO non vinca le elezioni 2006”.

La strategia indicava chiaramente la necessità di “smantellare la percezione pubblica di AMLO come salvatore/martire attraverso l’aumento e la dilatazione di notizie sul crimine nella capitale (di cui AMLO era sindaco ndr) e promuovere storie di insicurezza personale nelle persone del mondo dello spettacolo".

La stessa strategia proponeva anche per gli show-man del gruppo televisivo un impegno in questa direzione e, dal principale programma di comicità fino alla versione messicana del Grande Fratello, tutti svolsero il loro compito, debitamente ricompensati; anche perché - rileva l’ex dirigente - “c’era una strategia, un cliente e tanto denaro a disposizione”.

Le polemiche che hanno fatto seguito alla scoperta dell’affaire rischiano ora di travolgere i loro protagonisti. Ma mentre Pena Nieto si limita a difendersi negando, senza peraltro convincere nessuno, l’emittente da segnali di grande prontezza mediatica, riposizionandosi con maggior equilibrio nello scontro elettorale: impaurita dal calo di credibilità, che porterebbe calo di ascolti e pubblicità, sta dando ora spazio all’opposizione e manda in onda una intervista durissima a Pena Nieto. Non sono segnali destinati a cambiare le strategie, ma solo a far credere ad una presunta neutralità che posizioni bene il gruppo editoriale quale che sarà il vincitore delle elezioni.

Perché Tele Visa, ha commentato un suo ex-dirigente, “era felice quando promuoveva il futuro vincitore, non tanto per chi era quanto perché vinceva”. In fondo, va detto, gli affari sono affari e la fedeltà è al denaro, non alle persone. Un antico dilemma domanda se siano i media ad influenzare i politici o i politici ad influenzare i media: ma solo i più avveduti capiscono come siano i soldi ad influenzare entrambi.

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