di mazzetta

Oltre 20.000 cittadini americani sono attualmente esposti al fuoco degli israeliani in Libano. Tra questi monta la rabbia contro il governo di Washington, in particolare dopo che hanno visto che gli altri paesi hanno già evacuato tutti i loro cittadini che volevano lasciare il paese in guerra. Pochi tra le migliaia di americani di origine libanese e tra numerosi studenti e semplici turisti sono riusciti a lasciare il paese. L'ambasciata americana è isolata da giorni, non è raggiungibile nemmeno attraverso Internet, telefono o fax. L'ambasciata ha accolto gli americani spaventati, dicendo che per registrarsi per il trasporto dovevano firmare una lettera nella quale si impegnavano a risarcire le spese. Allo stesso tempo, alle studentesse dell'American University di Beirut hanno consigliato di portare lenzuola e una scorta di cibo per tre giorni (?) che sarebbero necessari una volta trasbordate a Cipro. Per una tale massa di persone finora è stata noleggiata solo una nave: il Pentagono ha assicurato che si sta trattando per averne altre, ma al momento hanno solo 750 posti da mettere a disposizione nelle prossime ore. Per il resto degli americani non possono che improvvisare o pazientare sperando che l'offensiva israeliana non li bombardi e che a qualche colpito dalle bombe non venga in mente di esporli come scudi umani.

Una studentessa intervistata dal Los Angeles Times si è rifiutata di dire come si chiama perchè teme, ha detto, di finire esclusa dalla lista per l'evacuazione. Ovviamente gli americani in questa situazione sono furiosi e ancora di più lo sono i genitori degli studenti che avevano scelto Beirut, che era diventata di nuovo una delle mete più ambite nel mondo arabo per studenti e artisti.

Tutti bloccati e tutti furiosi con il loro governo, incapace di assicurare lo standard di altri paesi e arrabbiati anche con Israele, le cui presunte ragioni evaporano totalmente per chi viva quanto sta succedendo sulla propria pelle e non attraverso la televisione. Il Comando Centrale americano, tuttavia, ha annunciato che manderà solo 17 uomini per organizzare il tutto, e una nave da guerra per coprire la rotta scelta per l'evacuazione.

Tirchieria e insensibilità dell'amministrazione a parte, la scelta politica di non impiegare ingenti forze, che pure sarebbero a disposizione a poca distanza sul teatro iracheno, è perfettamente conseguente al supporto politico alle operazioni israeliane, poiché organizzare un ponte aereo verso Beirut vorrebbe dire imporre un "cessate il fuoco" a Tel Aviv.

Juliet Wurr, portavoce dell'ambasciata, ha detto che i casi che destavano le maggiori preoccupazioni "umanitarie", qualche decina di minori non accompagnati, sono stati evacuati con gli elicotteri e non ha mancato di far notare che gli americani in Libano ci sono, anche se le istruzioni del governo sconsigliavano di visitare il paese. In ogni caso ha detto che non si possono schioccare le dita e portare via tutti, che non funziona così.

Una difesa sostenibile se altri paesi, dalla Francia all'Italia, non avessero già evacuato i propri cittadini, mentre per gli americani presenti non è disponibile nemmeno una data e sono condannati a restare nel paese bloccato dagli israeliani mentre questi continuano i bombardamenti e promettono anzi di proseguire per settimane. Anche viaggiatori scafati come gli uomini d'affari americani frequentemente in Libano sono rimasti intrappolati a Beirut e si sono scontrati contro la burocrazia e l'incapacità dell'ambasciata di fornire risposte.

Il gran numero di americani presenti in Libano rende statisticamente plausibile che alcuni possano venir colpiti dalle bombe israeliane e allo stesso modo con il passare del tempo cresce la possibilità che qualcuno possa scegliere di vendicarsi su di loro, o ancora di prenderne alcuni in ostaggio. Evenienze che vanno oltre le capacità di predizione degli americani, visto la tranquillità con la quale stanno perdendo tempo nel chiedere preventivi per noleggiare le navi e visto il fatto che non sembrano ritenere che spetti a loro curarsi della vita di oltre 20.000 loro cittadini abbandonati sotto i bombardamenti in un paese pieno di "terroristi".

Qualche centinaio di americani risulta poi bloccato nel Sud, nell'aerea isolata dagli israeliani. Per costoro non è ancora stata prospettata alcuna soluzione e di molti di loro non si hanno notizie, poiché anche le comunicazioni sono state tagliate. Non dovrebbero correre seri pericoli, poiché i "terroristi" non aggrediscono i turisti in Libano o in Palestina, ma non è impossibile che in una tale situazione di tensione ci sia spazio per tragiche improvvisazioni o cambiamenti nell'atteggiamento da parte di qualche gruppo molto bellicoso.

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy