di Michele Paris

Nella serata di mercoledì, in Michigan, è andato in onda il nono dibattito dell’anno tra i candidati alla presidenza degli Stati Uniti per il Partito Repubblicano. Ad animare una discussione diversamente fiacca è stata l’ennesima gaffe di uno dei principali contendenti per la nomination - il governatore del Texas, Rick Perry - il quale, nella smania di ridurre all’osso le prerogative del governo centrale, ha dimenticato il nome di un’agenzia federale che intenderebbe abolire in caso di elezione alla Casa Bianca.

Il confronto si è tenuto presso la Oakland University di Rochester, a nord di Detroit, ed è stato trasmesso in diretta TV dalla rete CNBC. A dibattito inoltrato, mentre stava rispondendo ad una domanda, Rick Perry ha iniziato a parlare di tre dipartimenti del governo che sarebbe sua intenzione sopprimere poiché, a suo dire, i rispettivi campi d’azione non dovrebbero rientrare nelle prerogative federali. Dopo aver citato i primi due - Educazione e Commercio - Perry ha però indugiato sul nome del terzo.

Dopo una lunga pausa e una ricerca disperata tra i suoi appunti, un moderatore gli ha chiesto se era in grado di dire il nome della terza agenzia da tagliare. Trascorsi 53 secondi, Perry ha alla fine ammesso di non ricordarne il nome, chiudendo il suo intervento con un imbarazzante “Sorry. Oops”. Alcuni minuti più tardi, nel corso di una nuova tornata di domande, Perry è finalmente riuscito a rintracciare il nome del dipartimento mancante, quello dell’Energia.

Il lapsus apparentemente irrilevante di Rick Perry rischia in realtà di avere conseguenze molto gravi sul proseguimento della sua campagna elettorale. Il governatore del Texas aveva infatti già commesso una serie di gaffes nei precedenti dibattiti e aveva perciò bisogno di una prestazione convincente per fermare l’emorragia di consensi tra gli elettori repubblicani che avevano invece mostrato un grande entusiasmo nei suoi confronti immediatamente dopo l’annuncio ufficiale della sua candidatura lo scorso mese di agosto.

Per la maggior parte della stampa americana, in ogni caso, la figuraccia di mercoledì dovrebbe segnare la fine delle chances di Rick Perry di centrare la nomination repubblicana il prossimo anno. Gli effetti di questo passo falso in diretta nazionale si potranno vedere soprattutto dal comportamento dei suoi finanziatori nelle prossime settimane, in vista dei primi appuntamenti elettorali nei caucuses dell’Iowa e nelle primarie del New Hampshire - previsti per i primi giorni di gennaio - dove Perry ha investito in maniera massiccia.

La discesa in campo di Rick Perry aveva rinvigorito in particolare l’ala conservatrice del suo partito, tanto da consentirgli di presentarsi come il rivale più accreditato del favorito d’obbligo, il miliardario mormone ed ex governatore del Massachusetts, Mitt Romney. Il successivo crollo nei sondaggi di Perry aveva poi dato un impulso insperato a Herman Cain, imprenditore di colore e autentico outsider nella corsa alla Casa Bianca, a sua volta però in difficoltà dopo il recente coinvolgimento in uno scandalo sessuale.

A meno di due mesi dall’inaugurazione della stagione delle primarie, Mitt Romney sembra avere quindi la strada spianata verso la nomination, anche se molti dubbi e diffidenze circondano tuttora la sua candidatura. Gli stenti di Perry e Cain, inoltre, stanno già dando vita ad una sfida nella sfida, con i rimanenti candidati che faranno di tutto per presentarsi come la principale alternativa a Romney. Gli altri contendenti in casa repubblicana sono l’ex senatore della Pennsylvania Rick Santorum, l’ex speaker della Camera Newt Gingrich, il deputato libertario del Texas Ron Paul, l’ex governatore dello Utah John Huntsman e la deputata del Minnesota Michele Bachmann.

Tornando alla serata di mercoledì, a parte la disavventura di Rick Perry, il dibattito è stato contraddistinto da scambi di battute relativamente cordiali tra i candidati presenti, a differenza dei toni accesi degli appuntamenti precedenti. Alla vigilia, la discussione era attesa soprattutto per testare gli effetti del già citato scandalo sessuale sulla campagna di Herman Cain. In seguito alle rivelazioni della testata on-line Politico.com, quest’ultimo è stato infatti accusato pubblicamente di molestie sessuali da almeno due donne che lo avevano conosciuto sul finire degli anni Novanta quando era alla guida dell’Associazione dei Ristoratori.

Nel corso del dibattito la questione che rischia di affondare anche la campagna di Cain è emersa invece in una sola occasione e, quanto meno, sulle prime pagine dei giornali americani il giorno dopo ha lasciato spazio alla gaffe di Rick Perry.

Nel corso della discussione tra i candidati repubblicani, infine, a prevalere sono stati i temi economici. Nessuno dei presenti si è ovviamente scostato dalle consuete ricette ultraliberiste propagandate dal partito. Allo stesso modo, nessuno ha fatto cenno ai manifestanti che stanno scendendo nelle strade in ogni angolo del paese per protestare contro le ineguaglianze create da queste stesse politiche, né si è sentita alcuna seria analisi della sonora bocciatura di molte proposte repubblicane da parte degli elettori nell’election day di martedì scorso.

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