di Emanuela Pessina

BERLINO. La Germania ha consumato il sesto degli appuntamenti elettorali previsti per il 2011, il cosiddetto “super anno elettorale”: a essere chiamata al voto domenica è stata la regione federale del Meclemburgo- Pomerania Occidentale (nord- est della Germania), il Land più povero del Paese. Secondo le prime proiezioni si riconfermano in testa i socialdemocratici (SPD), mentre la CDU di Angela Merkel perde 5 punti percentuali e rimane la seconda forza politica nella dieta regionale.

L’altra forza al Governo, i Liberali (FDP), non hanno raggiunto la quota minima per sedere nel Parlamento regionale. All’appello elettorale manca ora solo Berlino, ma già si possono cominciare a tirare le somme: cristianodemocratici e liberali hanno registrato l’ennesima delusione elettorale che, a quanto pare, è il nodo di una crisi strutturale ben più profonda.

I risultati del Meclemburgo- Pomerania Occidentale, in realtà, hanno lasciato poco spazio alla sorpresa: i sondaggi delle ultime settimane avevano già predetto la vittoria dei socialdemocratici di Erwin Sellering (SPD), il governatore uscente, che ha presieduto negli ultimi cinque anni la “grande coalizione” con i cristianodemocratici di Angela Merkel (CDU). La SPD ha concluso in salita (37%), guadagnando 7 punti rispetto alle elezioni del 2006.

Esiti scontati, comunque, che non vanno ad alleviare lo smacco subito dal partito della Cancelliera: il candidato Lorenz Caffier (CDU) ha ottenuto soltanto il 24% dei voti rispetto al 29% del 2006. È il sesto fallimento per i cristianodemocratici tedeschi, dopo le storiche disfatte degli stati federati di Amburgo e Baden- Wuerttemberg. All’appello elettorale manca ora solo Berlino, dove si voterà tra due settimane: a questo punto un’eventuale rimonta della CDU nella capitale non potrà fare molto per la reputazione delle forze al Governo. Tra l’altro Angela Merkel avrebbe dovuto intervenire in prima persona per la campagna elettorale in Meclemburgo Pomerania Occidentale, ma ha dovuto rinunciare per un grave lutto: la Cancelliera ha sospeso ogni impegno a causa della morte del padre.

Rimane stabile il partito di estrema sinistra, Die Linke, che si è confermato al 17% dei voti. Per il momento non si parla ancora di una coalizione con l’SPD, ma l’eventualità (seppur remota) non si può escludere. Continua la scia di successo dei Verdi, che hanno ottenuto l’8,5% dei voti: con questo risultato, il partito è riuscito a entrare in tutte le diete regionali della Germania. Rimangono fuori, invece, i Liberali, che con una quota del 3% vanno a confermare la profonda crisi d’identità del partito.

Nonostante i sondaggi sfavorevoli, sono riusciti ancora una volta ad accedere al Parlamento regionale i cosiddetti nazionaldemocratici (NPD). L’NPD è entrato per la prima volta nella dieta regionale del Meclemburgo-Pomerania nel 2006, con oltre il 7% dei voti: il successo dei nazionalconservatori costituì già allora un segnale preoccupante di come le ideologie di estrema destra trovassero terreno fertile nei Laender dell’ex-Germania comunista, quasi a riempirne il vuoto ideologico.

E, forse proprio sulla scia di quel trionfo, il partito ultraconservatore non ha rinunciato quest’anno a una campagna molto aggressiva. Questa volta i sondaggi non concedevano all’NPD neppure la quota minima richiesta per entrare nella dieta regionale e i nazionalconservatori hanno tentato di risolvere con slogan della portata di “Fuori gli stranieri criminali!” e “Aprire alla Polonia? Via il lavoro! Via le auto!”. Campagna che, a quanto pare, ha purtroppo dato i suoi frutti.

Oltre a vantare gli stipendi più bassi della Germania, il Meclemburgo-Pomerania Occidentale è una delle regioni-stato tedesche con il più alto tasso di emigrazione giovanile e il minor numero di nascite. Regione dell’ex-Repubblica Democratica Tedesca (RDT), è ancora oggi uno dei Laender che meno ha saputo sfruttare i programmi di riequilibrio economico tra Est e Ovest. Gli esiti di queste regionali potrebbero essere interpretati alla luce dello scontento generale, ma è la sesta disfatta elettorale consecutiva per i cristianodemocratici, così come per i partner di Governo liberali, e diventa sempre più difficile non leggervi la delusione dei cittadini nei confronti del Governo di Berlino.

A pesare sul voto, probabilmente, ci sono anche le questioni di politica nazionale e internazionale, tra cui in particolare la politica salva- euro portata avanti caparbiamente dalla Germania. Se ai partner europei la linea tedesca sembra egoista e troppo conservatrice, agli occhi dei cittadini teutonici è pur sempre un compromesso che troppo concede all’Europa, mettendo in secondo piano i bisogni interni. Berlino, a quanto pare, non soddisfa: e le critiche, ormai, sembrano arrivare da tutti i lati.

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