di Carlo Benedetti 

MOSCA. Con ancora negli occhi le immagini terribili dell'attentato di Mosca e dopo aver allontanato i responsabili della sicurezza dell'aereoporto di Domodiedovo, pur nel pieno delle polemiche politiche e delle indagini, il Presidente Medvedev sceglie di rilanciare la Russia sul piano internazionale e arriva a Davos, dove si apre il meeting annuale del World Economic Forum. Per il massimo dirigente del Cremlino (con alle spalle pesanti interventi amministrativi) l’occasione della riunione in Svizzera è destinata ad avere una risonanza epocale  dal momento che  la Russia intende mettere in campo una serie di fondamentali privatizzazioni per i prossimi cinque anni.

A Davos sarà presentato un mega-programma di sviluppo globale che, però, dovrà prima passare al vaglio delle maggiori economie interessate al progetto russo. Perchè - come spiega Arkady Dvorkovich, uno dei consiglieri del presidente - la Russia, prima di muoversi, dovrà approntare un preciso grafico d’interventi volti a mettere profonde radici nella società. E Medvedev, da politico pragmatico e attento agli equilibri del duopolio di potere con il premier Putin cerca, in tal senso, di non fare passi falsi.

Sa bene che il governo russo quanto a rapporti internazionali, nel quadro dell’organizzazione mondiale del Commercio (Wto, World Trade Organization), deve completare entro quest’anno il processo di integrazione commerciale che è considerato come un vero strumento di difesa della società russa. Comunque vadano le cose è chiaro che Medvedev si appresterà a debuttare nella scena dell’economia mondiale forte dei successi che Mosca va riportando nei mercati di tanti paesi.

Per il giovane Presidente del Cremlino l’obiettivo attuale consiste soprattutto nell’appianare le divergenze con l’Ue e definire i processi di normalizzazione ed integrazione dissipando le nebbie che oscurano l’orizzonte. E in questo contesto va rilevato che già molte questioni controverse - tra Mosca e Bruxelles - sono state inquadrate e in parte risolte nel corso di un recente incontro di Igor Ivanovic Shuvalov con il presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, l'Alto Rappresentante per la politica estera e la sicurezza comune dell'Unione Europea, Catherine Ashton, e il commissario europeo per il Commercio, Karel De Gucht.

Non è, quindi, un caso se tutta la trattativa è stata affidata dal Cremlino a Shuvalov. Personaggio noto negli ambienti dell’economia mondiale: si deve a lui la strategia destinata a portare la Russia nel WTO passando per l’Europa e portando così  a compimento, dopo 17 anni di trattative, il processo di integrazione commerciale. Medvedev, di conseguenza, attende il grande risultato relativo all’ammissione nell’Organizzazione prima che il cielo delle relazioni internazionali si copra di nuove e pesanti nuvole cariche di incognite. C’è, infatti, il rischio che si evidenzino problemi nel rapporto della Russia con gli Usa e la Nato e proprio nel momento delicato in cui si discute la ratifica dei trattati sul disarmo e la costruzione di un sistema di sicurezza anti-missile.

Il Presidente russo ha preparato la sua partecipazione al vertice convinto di ottenere un buon successo. Di fare “cassa”, in particolare, tenendo però conto che tra Russia ed Europa i dossier ancora aperti riguardano i dazi imposti sull'export russo e i diritti di sorvolo della Siberia. Con alte tariffe che le compagnie aeree europee devono pagare all’Aeroflot. Tariffe discriminatorie, rivolte solo agli europei. Ma questo - assicurano i russi - è un problema che scomparirà una volta che Mosca sarà entrata nella Wto. Il rapporto tra Ue e Russia, specie nel campo dell'aviazione, «è infatti uno spreco di opportunità», diceva nei giorni scorsi il commissario europeo ai Trasporti, Siim Kallas. Altri problemi “tecnici” da risolvere riguardano quelli relativi agli interessi delle imprese russe impegnate nella lavorazione del legno e di quelle europee, costrette ora ad acquistare a prezzi più alti.

Infine, nell’agenda dei lavori c’è il regime dei visti. Forse l'ostacolo più grande: rimuoverlo significherebbe aver realizzato di colpo tutto ciò che Medvedev sogna nella sua partnership con l'Europa: sicurezza, fiducia reciproca, trasparenza, affidabilità. Le questioni non sono da poco. Va ricordato, in proposito, che il presidente russo, all’ultimo vertice con la Ue svoltosi nella scorsa estate a Rostov, aveva dichiarato la disponibilità immediata all’abolizione dei visti. Ma in quella occasione si erano registrate, da parte degli interlocutori del presidente russo, perplessità diverse riguardo a sicurezza dei passaporti, gestione delle frontiere, emigrazione dagli altri paesi dell'ex Urss, droga e terrorismo.

Sul piano della diplomazia consolare ci sono stati, è vero, alcuni passi in avanti tesi a semplificare "misure congiunte" tecniche e amministrative e a preparare il terreno alla liberalizzazione. Ma è chiaro che Medvedev spera in qualcosa di più. Anche sul piano dell’immagine interna e internazionale. Ed è in questo contesto “mediatico” che il presidente si accinge, da Davos, a dar vita ad una conferenza via internet. Rispondendo alle domande in diretta.

Oltre a questa importante novità é anche previsto un incontro speciale dedicato alla modernizzazione dell’economia, nel corso del quale Medvedev e i responsabili delle compagnie che lavorano in Russia - insieme ad eventuali investitori - si dovrebbero impegnare in modo dettagliato ad illustrare il progetto d’innovazioni denominato “Skolkovo”, alle porte di Mosca (una “città” degli studi  dedicata al settore imprenditoriale e che vede già tra gli sponsor i colossi americani Cisco e Boeing, nonché la corporazione finlandese Nikia e il gruppo olandese Philips) e i piani russi di Pepsi Co, Alstom, Boeing, Deutsche Bank, Siemens.

Infine, stando alle informazioni che si hanno in questo momento qui nella capitale, Medvedev dovrebbe porre l’accento sul settore energetico, attraverso lo scambio di asset con le maggiori società mondiali, come recentemente è stato fatto fra RosNeft e BP. Un’intesa che al dibattito di Davos potrebbe essere al top.

La cooperazione fra RosNeft e BP è, infatti, importante non solo dal punto di vista della partnership o dell’attuazione di alcuni progetti. E’ un punto di partenza per conoscere l’esperienza di una compagnia leader delle innovazioni tecnologiche che mancano alla RosNeft. In tal modo - si dice a Mosca - la società russa potrà lottare per la leadership tecnologica e non solo essere fra i primi per il volume di produzione di idrocarburi.

 

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