di Emanuela Pessina 

BERLINO. Lo scorso novembre, mentre la nave da addestramento della marina tedesca Gorch Fock si trovava nei pressi del porto di Salvador de Bahia, in Brasile, un’allieva ufficiale è caduta dall’albero delle vele ed è morta quasi sul colpo. L’incidente ha avuto conseguenze del tutto inaspettate: qualche giorno fa, la Gorch Fock ha interrotto il suo viaggio e l’intera ciurma è stata rimpatriata. Non è la prima volta che un cadetto muore durante l’addestramento militare, eppure, mai nella storia della marina tedesca si era arrivati alla sospensione della rotta. Cosa ha spinto il Governo tedesco a sospendere l’addestramento sulla Gorch Fock?

A quanto risulta da alcune testimonianze pubblicate solo di recente, le circostanze in cui è morta l’allieva non sono del tutto chiare e il fatto potrebbe aver creato tensioni tra cadetti e comando militare. In una lettera ufficiale, inviata al Ministero della Difesa tedesco e resa pubblica solo in questi giorni, l’equipaggio della Gorch Fock ha accusato gli istruttori di esercitare gli addestramenti con eccessiva pressione e violenza: si può dire che, indirettamente, i cadetti hanno incolpato il comando della morte dell’allieva ufficiale. I comandanti, per tutta risposta, hanno incriminato quattro aspiranti ufficiali di ammutinamento. Fatto sta che ora, sulla Gorch Fock, s’indaga ufficialmente, poiché serve chiarezza: l’ammutinamento potrebbe essere solo la punta dell’iceberg di uno scandalo ben più ampio.

Condizioni di estrema spossatezza, nonnismo esasperato, alcool e molestie sessuali sono solo alcune delle accuse che i cadetti hanno lanciato agli istruttori militari. Qualcuno fa notare che l’allieva ufficiale era troppo bassa per arrampicarsi sull’albero maestro: chi l’avrebbe obbligata a fare l’esercitazione se non c’erano i presupposti fisici necessari? Per quale motivo?

Alcuni testimoni raccontano che, pochi giorni dopo la morte della cadetta, sulla Gorch Fock si sarebbe tenuto un festino di carnevale con alcool e travestimenti, un party ritenuto dai cadetti di cattivo gusto dato il recente lutto. Altri, più in generale, parlano di riti d’iniziazione alla vita di marina molto simili a quelli delle peggiori prigioni del mondo, consuetudini che assomigliano a violenze sessuali vere e proprie.

Ancora poco chiari i primi risultati ufficiali delle indagini. La procura di Kiel, da parte sua, si è limitata a escludere la possibilità di pressioni esercitate sull’allieva: l’aspirante ufficiale era una cadetta estremamente motivata e non c’era alcun bisogno di incitarla a prendere parte alle esercitazioni, dicono i legali. A sostegno della tesi, il procuratore ha sottolineato la passata carriera da sottoufficiale di marina della ragazza.

Eppure, i media tedeschi già riportano la notizia del licenziamento del capitano della Gorch Fock, Norbert Schatz, in seguito alle informazioni rilasciate dall’equipaggio. Decisione che non ha mancato di lasciare a bocca aperta gli ufficiali della marin tedesca, che non si aspettavano tanta risoluzione. La Gorch Fock, per il momento, naviga in acque poco chiare (è il caso di dirlo) e il suo destino rimane avvolto dalla nebbia.

E ora il Governo tedesco pretende spiegazioni chiare ed esaurienti dal ministro della Difesa, Karl-Theodor zu Guttenberg (CSU). Sembra difficile credere che Guttenberg non sapesse nulla dell’accaduto e che ne sia venuto a conoscenza solo ora tramite stampa: perché, dunque, finora non sono stati presi provvedimenti al riguardo? L’opposizione già accusa il ministro cristianosociale di tentato insabbiamento. Gutteberg, tra l’altro, è attualmente al centro di un secondo scandalo della stessa natura: si tratta di un soldato di 21 anni morto il 17 dicembre scorso nel nord dell’Afghanistan per un colpo d’arma da fuoco sparato involontariamente durante un’esercitazione.

Per diverse settimane, una vaga versione ufficiale ha parlato del coinvolgimento di due commilitoni nell’incidente delle province afghane. Ora risulta che, nella stessa zona, qualcuno ha aperto la posta in partenza dei soldati tedeschi: i più maliziosi mettono in relazione gli avvenimenti e sospettano che il ministero abbia voluto controllare le informazioni in uscita per evitare la diffusione di informazioni scomode. Anche perché, in questi giorni, i giornali parlano di più di dieci persone presenti all’attentato, possibili testimoni di cui finora non si è avuta notizia. E in Afghanistan, purtroppo, non c’è nessun capitano Schatz che possa fare da capro espiatorio.

 

 

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