di Emanuela Pessina

BERLINO. Sulla scia di Svezia, Olanda e Belgio, ora anche l'Austria sembra cercare riparo alle inefficienze della politica quotidiana nelle illusioni sventolate dai populisti di estrema destra. I risultati delle regionali di Vienna 2010 sono andati a confermare la direzione già segnata dalle legislative d'Austria 2008, quando un austriaco su tre aveva votato per le destre radicali di Heinz-Christian Strache (FPOe) e di Joerg Haider (BZOe).

E il vero vincitore di Vienna è proprio il Partito della Libertà del nazionalista Strache, che ha conquistato il 27.2% dei voti, mettendo alla berlina i socialdemocratici del sindaco Michael Haeupl (SPOe) con quasi cinque punti percentuali in meno e il Partito Popolare (OeVP), a meno sei punti.  Ma Vienna è da sempre considerata la roccaforte dei socialdemocratici austriaci: dopo lo shock, ora l'SPOe deve rimboccarsi le maniche e risolvere i suoi problemi entro il 2013, la data delle prossime elezioni, per evitare la débâcle finale.

Inaspettatamente, i Socialdemocratici viennesi si sono attestati domenica al 44.5% dei voti, registrando un calo di oltre il 5% rispetto alle elezioni del 2005 (49.1%). Ciò significa che l'SPOe ha perso la maggioranza assoluta, un traguardo quasi per scontato vista la tradizione rossa della città-Stato austriaca: se si esclude una breve parentesi tra gli anni 1996 e 2001, dal Dopoguerra a questa parte i socialdemocratici di SPOe hanno governato Vienna ininterrottamente e in maggioranza assoluta. L'attuale sindaco Haeupl, da parte sua, è in carica dal lontano 1994.

Per continuare a governare la capitale austriaca, i Socialdemocratici devono quindi cercarsi degli alleati. I Verdi di Maria Vassilakou si sono già detti disponibili a un'eventuale coalizione con SPOe e, con il 12.1% dei voti, avrebbero tutte le carte in regola. L'ipotesi più plausibile, tuttavia, resta quella di una grande coalizione con l'OeVp, il Partito popolare, su modello della grossa coalizione Spoe-Oevp del cancelliere Werner Fayamann che governa il Paese. Anche se, in realtà, i conservatori del Partito Popolare si sono rivelati gli altri grandi perdenti delle elezioni viennesi: OeVP si è attestato al 13%, perdendo il 6% degli elettori. Rispetto al 2005, l'OePV si è ridotto a un piccolo partito di provincia e, in ragione di questo, la grossa coalizione non costituisce forse la scelta migliore per i Socialdemocratici.

Ma c'è anche chi non si è mostrato affatto sorpreso dagli esiti di Vienna. Si tratta degli esponenti dell'ala più estrema della destra austriaca, che non parlano assolutamente di "svolta a destra" e interpretano i risultati in maniera molto naturale. L'FPOe sarebbe semplicemente tornato agli splendori della seconda metà degli anni Novanta, quando il Partito della Libertà, sotto la guida del carismatico Joerg Haider, morto in un incidente nell'autunno 2008, era all'apogeo del suo potere in Austria.

Heinz-Christian Strache si è dimostrato come il degno successore del carismatico Haider. Grazie alle parole del leader, conosciuto per le sue facoltà retoriche, il partito ha guadagnato oltre il 12% dei voti e si è portato all'incredibile quota totale del 27.2%, vicina ai massimi mai ottenuti nella rossa Vienna.

Nessuna sorpresa, invece, per quel che riguarda le ragioni del successo del partito di Strache. Come tutti i partiti populisti di estrema destra europei, anche l'FPOe ha costruito il suo programma politico sulle preoccupazioni degli elettori per l'integrazione dei musulmani. E così, i punti centrali del programma del Partito della Libertà sono l'emigrazione e la sicurezza: gli esponenti del partito sostengono il bisogno di restituire l'Occidente ai cristiani limitando l'emigrazione dei popoli di religione islamica.

Tanto per citarne qualcuna, l'FPO e ha lanciato qualche tempo fa un appello per la messa al bando di moschee, minareti e veli islamici e sostiene il bisogno di sanzionare i genitori che trascurino il tedesco. A quanto pare, il programma riscuote successo fra la popolazione.

E ora, fino al 2013 in Austria non si voterà più: l'unica speranza per la sinistra è che l'SPOe e i futuri alleati possano organizzare delle soluzioni ragionevoli rispetto ai problemi di una moderna società aperta all'immigrazione, così da ridimensionare la sbandata a destra delle ultime votazioni. 

 

 

 

 

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