di Carlo Benedetti

MOSCA. E' tensione tra Washington e Mosca per le invasioni di campo del Cremlino nel continente americano, ma è primavera sul piano generale in riferimento alla trattativa sulla riduzione delle armi offensive strategiche. La stagione distensiva - dopo un anno di negoziati tra le due parti - è alle porte. La data è l'8 aprile, a Praga, dove il russo Medvedev e l'americano Obama siglano il nuovo trattato Start-2 che riflette l’equilibrio degli interessi di entrambi i Paesi riaffermando, nello stesso tempo, la leadership dell’America e della Russia in favore della sicurezza nucleare e della non proliferazione globale. L'accordo nucleare di Praga - che dovrà essere ratificato dal Senato americano e dalla Duma russa - avrà una durata di dieci anni e potrà essere esteso successivamente per altri cinque anni.

Il nuovo Start prevede la riduzione, che dovrà avvenire entro i prossimi sette anni, delle testate montate su missili strategici a un numero inferiore a 1.550 per Paese. La riduzione prevista è equivalente al 30 per cento degli arsenali attualmente in funzione. I missili, da terra e da sottomarino, così come i bombardieri, saranno ridotti della metà, da 1.600 a 800. Sarà inoltre introdotto un nuovo regime d’ispezioni, in sostituzione di quello scaduto insieme allo Start-1 lo scorso 5 dicembre.

Successo, quindi, per le diplomazie dei due paesi. Pur se la scelta della capitale mitteleuropea per la firma del trattato può essere considerata come una sconfitta tattica di Mosca che aveva proposto per questo scopo Kiev, nell’intento di conferire maggiore autorità al nuovo governo di Viktor Janukovich in Ucraina. A sua volta Obama ha rilevato: “Lo Start è una pietra miliare. Abbiamo fatto un altro passo in avanti oltre il XX secolo; abbiamo garantito un futuro più sicuro per i nostri figli; abbiamo trasformato le parole in azione e abbiamo dimostrato l’importanza della leadership americana in fatto di sicurezza”.

Quanto ai dettagli della trattativa c'è da rilevare che ora, proprio nel momento in cui si avvia il vertice di Praga, si ha notizia che gli ispettori americani non saranno più basati in modo permanente presso l’impianto per la produzione di missili di Votkinsk, come era invece previsto dal precedente trattato, giudicato troppo invasivo da parte russa. E' stato questo uno dei punti più difficili da negoziare insieme alla richiesta di Mosca di inserire nel testo un riferimento alle armi di difesa antimissile (lo scudo spaziale).

Sui lavori di Praga pesa comunque un documento relativo alla nuova strategia nucleare americana per i prossimi cinque-dieci anni che dovrebbe  contenere delle limitazioni alle condizioni di impiego delle armi nucleari. Lo scrive il New York Times che alla vigilia della pubblicazione della “Nuclear Posture Review”, ha intervistato Obama nello studio Ovale della Casa Bianca. Assicurando di voler "mantenere tutti gli strumenti necessari per garantire che il popolo americano sia salvo e sicuro", Obama ha detto che rappresenteranno un'eccezione per le nuove strategie Usa "gli stati fuori norma come l'Iran o la Corea del Nord" che hanno violato o rinunciato al Tnp, il trattato di non proliferazione nucleare. Per la prima volta, sottolinea il quotidiano, gli Stati Uniti si impegnano esplicitamente a non usare armi nucleari contro paesi che non ne possiedono e che rispettano il Tnp, anche se attaccano gli Usa con armi biologiche o chimiche o lanciano dannosi cyberattacchi.

La presentazione della “Nuclear Posture Review” apre ora giorni intensi di "diplomazia nucleare" tesa a ridurre gli armamenti. Se tutto andrà come previsto, il nuovo patto anticiperà la conferenza sulla sicurezza nucleare, in programma a livello di capi di stato e di governo (Usa e Russia ovviamente compresi) a Washington il 12 e il 13 aprile. All'incontro sarà presente anche il primo ministro indiano Manmohan Sing, che porterà al tavolo della conferenza le "preoccupazioni" di Delhi relative alla possibile acquisizione di ordigni nucleari e del relativo materiale da parte di gruppi terroristici. Dal 2002, infatti, l'India sta pilotando una risoluzione delle Nazioni Unite per impedire ai terroristi di acquisire armi di distruzione di massa. Ora la parola passa al vertice di Washington il cui risultato è stato già negoziato nel corso degli ultimi sei mesi da "sherpa" provenienti da 44 paesi e rappresentanti dell'Unione europea e dell'AIEA. Inizia, forse, un periodo di meditata collaborazione alla ricerca di nuovi equilibri a livello mondiale.


 

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