di Michele Paris

In seguito alla confusione provocata dal fallito attentato sul volo Amsterdam-Detroit il giorno di Natale, l’autorità americana per la sicurezza dei trasporti (TSA) ha disposto alcune discutibili e discriminanti forme di controllo nei confronti di alcuni passeggeri che si imbarcheranno per gli Stati Uniti. Le nuove disposizioni scatteranno automaticamente per i cittadini di 14 paesi - prevalentemente mediorientali e africani - e per tutti gli altri diretti in America e provenienti da una di queste stesse nazioni.

In attesa di conoscere i contenuti delle misure anti-terrorismo promesse da Obama dopo giorni di consultazioni con il proprio gabinetto e i consiglieri per la sicurezza nazionale, gli ultimi inutili provvedimenti promettono di rallentare ulteriormente le procedure d’imbarco nei grandi aeroporti e, soprattutto, di gettare le basi per uno screening permanente dei viaggiatori su base razziale.

A far parte della lista stilata dalle autorità d’oltreoceano saranno non solo paesi ritenuti “sponsor del terrorismo” come Iran, Sudan, Siria e, incredibilmente, Cuba; ma anche Afghanistan, Algeria, Arabia Saudita, Iraq, Libano, Libia, Nigeria, Pakistan, Somalia e Yemen. I controlli speciali previsti a partire da lunedì scorso comprendono sistematicamente un’ispezione approfondita del bagaglio ed una perquisizione completa dei passeggeri che rientrano in questa categoria. Per tutti gli altri, invece, le verifiche eccezionali non saranno più automatiche - com’era stato disposto all’indomani dell’episodio natalizio sul volo della Northwest Airlines - ma scatteranno in maniera casuale o saranno dettate da situazioni sospette.

Alcuni paesi hanno poi annunciato negli ultimi giorni l’impiego di strumenti più sofisticati per il controllo dei passeggeri da imbarcare nei propri aeroporti. Come il controverso “body scanner”, che in pochi secondo riproduce un’immagine di un corpo nudo, sia pure di bassa qualità. Il via libera al suo utilizzo è già stato dato dal governo olandese per i voli diretti negli Stati Uniti. Allo stesso modo, si sono dichiarati a favore di un dispositivo gravemente lesivo della privacy dei passeggeri, e i cui effetti sulla salute sono tuttora ignoti, il Premier britannico, Gordon Brown, e il nostro Ministro dell’Interno, Maroni.

Oltre a creare ulteriori situazioni di tensione su scala internazionale implementando un sistema intrusivo per la ricerca di fantomatiche e sfuggenti sostanze esplosive, le nuove iniziative per la sicurezza dei voli hanno già suscitato un coro di proteste da parte dei gruppi a difesa dei diritti civili. Le direttive dell’ente per la sicurezza dei trasporti negli USA implicano, infatti, una ingiustificata disparità di trattamento dei viaggiatori a seconda della loro nazionalità o del paese di provenienza.

Diventare un sospettato di legami con il terrorismo solo per il fatto di avere un passaporto di un paese musulmano risulta un evidente atto discriminatorio che non può far altro che alimentare il radicalismo di matrice islamica. Senza considerare poi il fatto che un tale sistema finisce in ogni caso per lasciare fuori dalla rete dei controlli quei cittadini americani o britannici che potrebbero avere legami reali con le reti terroristiche internazionali.

Come accadde con Richard Reid, passeggero di passaporto britannico e imbarcatosi a Parigi, quando nel 2002 cercò di far scoppiare un aereo per gli Stati Uniti con dell’esplosivo nascosto nelle scarpe. Per i voli interni in America, inoltre, le nuove disposizioni della TSA in questa forma non avranno alcun impatto. Ai passeggeri che viaggiano tra le varie città statunitensi, infatti, non è richiesto il passaporto ma è sufficiente mostrare, ad esempio, la patente di guida, così che la loro nazionalità spesso non viene nemmeno verificata.

Mentre i comportamenti paranoici nei confronti dei viaggiatori provenienti da paesi musulmani sono destinati a moltiplicarsi nei prossimi mesi, il nuovo giro di vite avallato da Obama assesta un ulteriore colpo alla pretesa volontà del presidente democratico di cambiare rotta rispetto ai disastrosi effetti della politica del suo predecessore nella lotta contro il terrorismo.

Rispetto incondizionato per i diritti civili ed uguaglianza di fronte alla legge finiranno così per essere ancora una volta calpestati, così come passerà nuovamente in secondo piano la riconciliazione tra Stati Uniti e mondo musulmano che questa amministrazione aveva annunciato dodici mesi fa. Una scelta sciagurata che non renderà l’Occidente un posto più sicuro.

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