di Giovanni Gnazzi

La risposta iraniana alle minacce di Obama, è arrivata rapida e puntuale. Poche ore dopo il discorso del Presidente statunitense, che ha detto di “non escludere l’opzione militare” nel caso Teheran prosegua con le attività di arricchimento dell’uranio, i Pasdaran hanno effettuato dei lanci di prova di due missili potenzialmente in grado di raggiungere Israele. E se il portavoce del ministro degli Esteri iraniano, Hassan Qashqavi, ha detto che si è trattato di una “esercitazione di routine”, che nulla ha a che vedere con le tensioni sul programma nucleare sciita, è innegabile che la coincidenza temporale tra le minacce Usa e le esercitazioni iraniane non sia casuale.

I due missili testati oggi dall'Iran sono il Sejil, a due stadi e alimentato con combustibile solido, con una gittata di 2.000 chilometri, e lo Shahab-3, con combustibile liquido e una gittata fra i 1.300 e i 2.000 chilometri. Il ministro della Difesa, Ahmad Vahidi, ha inoltre inaugurato un impianto per la produzione di combustibile solido per rifornire i missili e, a rincarare la dose, il comandante delle forze aeree dei Pasdaran iraniani, Hossein Salami, ha affermato che “con i nostri missili possiamo prendere di mira ogni luogo della regione'', aggiungendo che la risposta ad un eventuale attacco contro la Repubblica islamica sarà ''distruttiva e tale da far pentire anche regimi incapaci e nel mezzo di una crisi'', ha aggiunto Salami.

Teheran sembra sfidare dunque anche la nuova Amministrazione statunitense, che venerdì scorso ha reso nota l’esistenza di un secondo impianto per l’arricchimento dell’uranio (in costruzione vicino a Qom) mai venuto alla luce precedentemente. All’invito perentorio statunitense a cessare le attività di arricchimento dell’uranio da parte di Teheran, si è associata la Francia, che in una nota diffusa dal Quai d'Orsay, chiede all'Iran di "interrompere immediatamente" tutte le "attività profondamente destabilizzanti", come i test dei missili a lunga gittata Sejil e Shahab 3.

Per Ankara, invece, attaccare l'Iran sarebbe "una follia". Non usa quindi mezzi termini il primo ministro turco, Erdogan, per commentare l'ipotesi di un attacco contro le installazioni nucleari iraniane. Lo scrive il quotidiano Radikal, che ha raccolto le dichiarazioni del primo ministro. "Siamo assolutamente contrari alla proliferazione di armi nucleari in Medio Oriente", ha affermato Erdogan, che tra pochi giorni sarà a Teheran dove ha in programma un incontro con il presidente Mahmoud Ahmadinejad.

L'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Javier Solana, ha espresso "preoccupazione" per le notizie di un secondo impianto per l'arricchimento dell'uranio e dei nuovi test missilistici di queste ore in Iran. "Tutto ciò che accade in un contesto simile è motivo di preoccupazione che riguarda sia ciò che accade nel dossier nucleare e le difficoltà supplementari che questo alimenta, sia l'ambito dei vettori balistici”. Tutto questo, ha proseguito Solana, crea "un nuovo contesto" anche se "non è il momento giusto per discutere" di nuove eventuali sanzioni nei confronti di Teheran.

Come suggerisce Solana, è proprio sulle sanzioni possibili a Teheran, più che sulle opzioni militari, che si gioca la delicata partita tra Occidente e Iran. Una strada che anche l’Amministrazione Usa vorrebbe percorrere, prima di bruciarsi le mani in una nuova, complicatissima, opzione militare. "Ci sono molte opzioni ancora disponibili", ha affermato in un'intervista il segretario di Stato per la Difesa, Robert Gates, che ha sottolineato come le sanzioni contro l'Iran in questa fase hanno l'obiettivo di impedire lo sviluppo tecnologico del settore energetico.

La Casa Bianca, secondo quanto pubblica il New York Times, starebbe completando un piano con un pacchetto di sanzioni da presentare al Consiglio di Sicurezza dell’Onu nel corso di questa settimana. In sostanza, vi si prevede il divieto per la comunità internazionale di investire nell'industria energetica iraniana ed ulteriori restrizioni al sistema bancario di Teheran, già in difficoltà per il blocco alle transazioni che rallenta l'attività all'estero di numerosi istituti di credito. La diplomazia americana è al lavoro per costruire una più ampia coalizione di Paesi favorevoli all'inasprimento delle sanzioni, con l'obiettivo è fare pressioni su Pechino e Mosca, che al momento preferiscono una soluzione diplomatica della crisi, considerati i rilevanti interessi economici che hanno in Iran e i pessimi risultati ottenuti dalle iniziative statunitensi in Medio Oriente e nel Golfo Persico.

Sarà la riunione di giovedì a Ginevra tra il governo iraniano e il gruppo dei 5+1 (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania, cioè le potenze nucleari membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu assieme a Cina e Germania) ad aprire ufficialmente la partita. Non sarà una riunione semplice, giacché la Russia, che pure a seguito della rivelazione dell'esistenza di un secondo impianto iraniano per l'arricchimento di uranio ha ammorbidito la sua posizione rispetto alla possibilità di varare nuove sanzioni internazionali, esorta la comunità internazionale a "non cedere all'emotività" nella nuova, delicata fase di confronto con l'Iran. “Dobbiamo stare calmi e, soprattutto, avviare efficaci negoziati" ha commentato una fonte del ministero degli Esteri moscovita, come riporta Interfax .

Del resto la Russia è molto più coinvolta geopoliticamente dall'Iran che non gli Stati Uniti (l'Iran e' un prezioso alleato di Mosca nelle questioni regionali, Caspio, Cecenia, Caucaso). Inoltre, il diritto di veto al Consiglio di sicurezza e' una delle poche leve rimaste ad assicurare attenzione e rispetto. Per quanto il clima con Washington sia nettamente migliorato a seguito della decisione di Obama di recedere dal piano missilistico in Europa Orientale, Mosca non sembra avere nessuna intenzione d’indebolire Ahmadinejad e, affiancando le perplessità europee, che ritengono controproducente abbandonare il dialogo con Teheran, renderà più difficile del previsto l’approvazione in sede Onu delle proposte della Casa Bianca. Siamo solo agli inizi: la partita sarà lunga e piena di sorprese.

 

 

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy