di mazzetta

Dopo l'uscita dal paese delle truppe etiopi e la presa di Baidoa da parte delle milizie Shabaab, la Somalia è ora liberata dalla presenza di truppe straniere, se si esclude la modesta forza di pace sotto le insegne di UNOSOM. La situazione politica, pur non ancora stabilizzata è abbastanza chiara, la convocazione di quel che rimane del Parlamento Federale Transitorio a Gibuti e la sua trasformazione tramite il raddoppio dei parlamentari e l'ingresso dei rappresentati dell'Alleanza per la Re-liberazione della Somalia (ARS), restituisce alla Somalia un governo più rappresentativo della scalcinata coalizione di signori della guerra patrocinata dai governi confinanti e dalle potenze occidentali, che in oltre quattro anni dalla sua costituzione non è mai riuscita a governare, nemmeno con la protezione dell'invasore etiope. Si chiude così una parentesi sanguinaria che ha provocato oltre quindicimila vittime e centinaia di migliaia di sfollati, provocata dalla decisione della dittatura etiope di invadere il paese con il sostegno e l'assistenza dell'amministrazione Bush. Una parentesi durante la quale le truppe etiopi hanno sostenuto un governo-fantoccio animato da personaggi incapaci e avidi, più interessati alla rapina che al futuro del paese. Resta sul tavolo la questione rappresentata dalle milizie Shabaab, di ispirazione islamico-integralista, ma da quello che si può capire il problema è destinato a risolversi ora che alle milizie manca il supporto popolare contro l'invasione e l'alleanza di fatto con la società islamica più moderata.

A conferma giunge la notizia della liberazione della città di Dusamareb, strappata agli Shabaab dalle forze sunnite della Ahla Sunna Waljamaca, allineata al governo. Il prossimo passo dovrebbe essere l'elezione di Sharif Sheikh Ahmed a presidente della Somalia in sostituzione del dimissionario e discusso presidente Yusuf; precondizione necessaria alla costituzione di un governo finalmente libero da ingerenze straniere, in grado di riconquistare il controllo delle zone meridionali del paese ora controllate dagli Shabaab, alieni alla cultura locale nella loro intransigenza e nel loro fanatismo.

Niente di facile, ma ancora un impegno modesto se raffrontato alle sfide che il primo governo somalo dal 1991 si troverà ad affrontare, prima tra tutte la grave crisi umanitaria. Secondo l'ONU, in Somalia c'è la crisi alimentare ed umanitaria più grave del pianeta, molto peggiore di quelle in Darfur o in Congo, ma la comunità internazionale fa orecchie da mercante e sembra interessata solo alla lotta contro la “pirateria” nelle acque somale, ormai un palcoscenico per tutti quei governi che non vedono l'ora di schierare i militari per dimostrarsi interessati al mantenimento della “legalità internazionale” e alla protezione dei commerci.

Ovviamente questo interesse si è manifestato solo quando i somali hanno cominciato a sequestrare il naviglio di passaggio, mai nessun paese invece aveva manifestato interesse per contrastare i crimini commessi da quanti negli anni hanno approfittato dell'assenza di un governo e di una marina somala per scaricare tonnellate di rifiuti tossici nelle acque somale. Rifiuti provenienti da quegli stessi paesi che oggi si attivano indignati contro la pirateria.

Una sfida che sarà affrontata da quegli stessi politici “islamici” che erano riusciti a dare una parvenza di governo al paese per qualche mese, prima che l'invasione etiope e i bombardamenti americani a caccia di “terroristi” riportassero i signori della guerra a combattere per le strade di Mogadiscio mentre l'odiato vicino etiope copriva con la sua potenza militare il sacco della capitale.

Non resta che sperare che il paese riesca a darsi un nuovo equilibrio e un governo capace di governare e di assicurare sicurezza e sopravvivenza ai cittadini somali e che sia capace di farlo senza interferenze esterne, visto che la comunità internazionale non sembra avere alcun interesse ad aiutare il paese, che pure ne avrebbe bisogno più di ogni altro al mondo.

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy