di Bianca Cerri

Molti giornalisti radiofonici degli Stati Uniti ricordano ancora i tempi in cui il Klan marciava per le vie delle città del Sud, ma sono rimasti scioccati visitando le prigioni di oggi in Mississippi e Louisiana, dove centinaia di persone alle quali non è stato mosso un preciso capo d'accusa vengono trattenute dietro le sbarre. I tempi d'attesa prima di essere ascoltati da un giudice variano da un minimo di un anno ad un massimo di 1.289 giorni.
Dopo il passaggio dell'uragano Katrina, la situazione si è fatta ancora più grave e oggi si sa che durante i giorni più difficili dello scorso agosto i detenuti vennero abbandonati al loro destino senza acqua né cibo. Le loro grida d'aiuto risuonarono per giorni ma nessuno le ascoltò e quattro detenuti persero la vita annegando nelle celle invase dall'acqua. Anche i minori nei riformatori rimasero senza acqua né cibo, senza possibilità di trovare riparo altrove, terrorizzati dall'acqua che continuava a salire. Certi che nessuno li avrebbe assistiti, i ragazzi più grandi si dedicarono ai più piccoli aiutandoli a sopravvivere. La giornalista radiofonica Ursula Price è una delle poche ad aver rotto il silenzio sulla situazione nelle carceri del Sud degli Stati Uniti, dove il passaggio di Katrina è stato un vero e proprio disastro biblico. A Oaksdale, Jena e in molti altri penitenziari, 5.000 uomini hanno passato giorni difficilissimi. Parlare di ritorno alla normalità per luoghi come questi, dove vengono tenute in isolamento anche le persone condannate per una multa, sarebbe eccessivo. Oaksdale e Jena erano stati chiusi per eccesso di maltrattamenti ai reclusi, ma le autorità decisero di riaprirli riassumendo gli stessi agenti accusati di aver percosso e torturato. Impossibile descrivere il panico dei reclusi tornati in balìa dei loro aguzzini. Un rapporto di Safe Streets uscito in questi giorni rivela anche che gli avvocati d'ufficio rimangono troppo spesso indifferenti ai problemi dei loro assistiti.

Dopo il passaggio di Katrina, i difensori d'ufficio della Louisiana rimasti al loro posto sono soltanto sei, gli altri 36 si sono trasferiti altrove. Fra l'altro, si tratta di avvocati che prestano la loro opera a tempo parziale e privilegiano comunque i clienti pronti a pagare un onorario. Una condotta priva di ogni legalità ma che ben si incastona nel quadro generale del panorama giuridico degli Stati Uniti. In Lousiana non è raro trovare detenuti che vengono presentati al proprio avvocato d'ufficio al momento dell'ingresso in aula. Si è anche arrivati all'assurdo degli avvocati d'ufficio che difendono i propri assistiti da un maxi-schermo piazzato in aula. Un buon numero di processi vengono celebrati senza che l'imputato abbia modo di provare il proprio alibi, non vengono effettuate perizie, non compaiono reperti né controllate le prove, tutto avviene all'insegna del mistero più assoluto. Le famiglie contattano le autorità per avere spiegazioni senza mai ricevere risposta.

Da molto tempo ormai la giustizia americana va avanti in questa maniera, trattando allo stesso modo ubriachi molesti e assassini seriali. Leggi inique e applicate in modo assurdo hanno schiacciato centinaia di vite. I giornalisti di Louisiana e Mississippi che hanno fatto il punto sulla situazione intendono impegnarsi a coinvolgere i colleghi degli altri Stati nel problema perché, dicono, la giustizia è ancora un problema che riguarda tutti gli americani. Finora ha potuto contare solo su brutalità e tortura. Si può sperare in qualcosa di diverso?

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