di Mazzetta

La notizia più censurata dell’anno è in realtà molto pubblicizzata. Ogni correntista italiano dal mese di giugno in avanti dovrebbe aver ricevuto una “Informativa alla clientela” nella quale la banca di riferimento gli comunica che quasi tutte le sue operazioni bancarie sono spiate da agenzie degli Stati Uniti d’America. Questo accade perché in nome della “guerra al terrore” la Casa Bianca ha costretto il consorzio Swift (il consorzio interbancario che gestisce le transazioni elettroniche) a dare l’accesso ai dati in suo possesso alle numerose agenzie americane(alcune segrete) che si occupano di sicurezza. Gli amanti delle ricerche d’archivio tuttavia non troveranno traccia di polemica sulla stampa italiana. Dal giugno del 2006, quando su “altrenotizie” uscì il primo articolo relativo allo “scandalo SWIFT” ad oggi, ben pochi hanno dato visibilità a questa notizia. Eppure la nostre banche ne sono testimoni: “Il tema è ampiamente dibattuto in Europa presso varie istituzioni in relazione a quanto prevede la normativa europea in tema di protezione dei dati”. Questa frase è nella comunicazione che ogni correntista italiano dovrebbe ormai aver ricevuto, ma cercando sui nostri giornali si vede che solo il Corriere della Sera si è in qualche modo occupato della vicenda, un anno fa. Se ne è occupato male, visto che l’ha raccontata come un problema di privacy degli americani, ma se ne è occupato; molti altri non hanno fatto nemmeno lo sforzo. Anche le interviste al Garante sono state “normalizzate”, mentre si faceva uno scandalo del fatto che le compagnie aeree dovessero fornire i dati dei loro clienti alle agenzie USA, il dibattito sullo spionaggio delle transazioni bancarie da parte statunitense non c’è proprio stato nel nostro paese. In Svizzera si è gridato alla morte del segreto bancario, in Belgio si è aperta un’inchiesta poi chiusa nel nulla, nel resto d’Europa si sono levate feroci proteste. In Italia zero, meno di zero; l’unico ad esprimersi è stato l’inadeguato Frattini, che lo ha fatto cercando di non attirare l’attenzione e ci è riuscito. Nonostante la latitanza dei nostri politici e dei nostri media, la questione ha avuto un triste epilogo. Gli americani non hanno rinunciato a spiare quei dati e l’Europa si è dovuta adeguare.

Diciamo subito che questo tipo di spionaggio non serve alla lotta contro il terrorismo, visto che lo stesso Dipartimento di Stato affermava già nel 2003 che al Qaeda & soci non si servivano più da tempo dei canali di transazione ufficiali che gli americani avevano annunciato di controllare. In quella mole di dati ci sono i movimenti bancari di governi, leader e partiti politici, industrie e corporation di tutti i paesi; un valore immenso, un potere enorme. Già in passato gli Stati Uniti erano finiti sotto accusa per aver utilizzato il sistema di spionaggio “Echelon” per favorire le proprie aziende ai danni di quelle europee, ma questo è solo uno dei possibili usi illegittimi di quei dati.

La lettera ai correntisti è una clamorosa dichiarazione dell’impotenza europea; vi si legge che poiché “allo stato, le banche non potrebbero effettuare le suddette operazioni richieste dalla clientela senza utilizzare questa rete interbancaria e senza comunicare ad essa i dati sopra indicati…” il cliente deve sapere che i dati delle sue transazioni finiscono dritti sui computer delle autorità americane. Ridicola la chiosa della lettera: “Le ricordiamo anche che l’interessato conserva i Suoi diritti previsti dall’art. 7 del Codice in materia di protezione dei dati personali.” Chissà cosa significa quel “conserva”, se i diritti alla protezione dei propri dati sono così platealmente infranti come si dice poche righe sopra..

Non meno pietosa l’Europa, la quale il 28 giugno 2007 ha rilasciato una nota di stampa dal titolo: “Gli USA si adeguano alle norme UE di protezione dei dati personali ricevuti da Swift”. La nota porta la firma di Frattini nella sua veste di commissario responsabile del portafoglio Giustizia, libertà e sicurezza: "L'Unione europea dispone ora della garanzia che il Tesoro americano elaborerà i dati ricevuti dal server mirror di *Swift* negli Stati Uniti compatibilmente con i principi UE di protezione dei dati.”

Sciocchezze. Nel dettaglio si capisce che Stati Uniti ed Europa si sono accordati per lasciare tutto com’è ora; l’Europa ha ottenuto solo che:
a) Il Tesoro americano si impegna ad usare i dati SWIFT esclusivamente per la lotta contro il terrorismo.
b) Il Tesoro USA si impegna ad analizzare le informazioni *SWIFT* con continuità per individuare e cancellare i dati non necessari nella lotta contro il terrorismo.
c) Gli impegni impongono obblighi rigidi per la conservazione dei dati: i dati dormienti (cioè quelli richiesti dal Tesoro americano ma non riconosciuti necessari per la lotta contro il terrorismo) non possono essere conservati per più di cinque anni dalla data di ricevimento o, nel caso dei dati ricevuti prima della pubblicazione delle "representations", per più di cinque anni da quella data.

Il che vuol dire che gli Stati Uniti continueranno ad avere libero accesso a tutti i dati del consorzio SWIFT e che “si impegnano” a gestirli onestamente; dall’altro lato la UE ha un “potere di controllo” assolutamente pleonastico sulla cancellazione, dopo 5 anni, di dati che potrebbero già essere stati copiati, usati e distribuiti. Che la faccenda sia intimamente molto illegale lo testimonia lo stesso Frattini, ove dice: “Gli impegni rappresentano uno dei tre elementi fondamentali per risolvere il problema della violazione della legge europea sulla protezione dei dati dovuta al trasferimento di dati SWIFT negli Stati Uniti”.

La legge Europea sulla protezione dei dati è stata e continuerà quindi ad essere violata dal governo americano e nessuno ci può fare nulla. Impotenti sono i singoli spiati, impotenti le banche, impotente l’Unione Europea. Non è restato quindi che coprirsi le spalle senza fare troppo rumore, “avvertendo” i clienti dell’incresciosa situazione senza dare troppo risalto allo scandalo. Hai visto mai che un cittadino pianti una causa alle banche.

Non un solo politico italiano ha levato la voce contro questa lesione della sovranità nazionale e del segreto bancario (in altri paesi è successo), non un solo giornale o rete televisiva ha pensato di avvertire gli italiani di questo piccolo incidente con Washington. Incidente che sulla sponda europea dell’Atlantico ha come responsabili i gestori del Consorzio Swift nella persona dei capi delle maggiori banche centrali europee i quali, dopo aver autorizzato la pratica, hanno taciuto per anni sullo spionaggio in corso. Se non ci pensava il New York Times a quest’ora lo saprebbero solo in pochissimi.

Non c’è da aver timore, l’informativa dice i Vostri diritti sono fatti salvi, anche se la banca vi dice che non ci può proprio fare niente (forza maggiore?) visto che di consorzi che facciano concorrenza a Swift non ce ne sono. In realtà qualcosa si potrebbe fare, cominciando dal sottrarre la rete Swift al controllo degli Usa, visto che la sede legale e metà delle macchine con tutti i dati(Server) è in Belgio. In Asia molti paesi stanno progettando una Swift asiatica, l’Europa sembra invece incapace persino di concepire la ribellione ad un sopruso del genere.


Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy