di mazzetta


Recentemente in Iran sono stati arrestati quattro cittadini americani e un altro è sparito, ma qui da noi non l’ha saputo nessuno e nemmeno negli Stati Uniti la notizia ha avuto tanto l’onore delle prime pagine. La cosa suonerà paradossale a molti, in particolare in un momento storico nel quale, da tempo, gli Stati Uniti ci hanno abituati all’esibizione di ostilità spesso gratuite verso il paese persiano. La cosa perde ogni originalità se invece si entra nella notizia, la si ripulisce dalla propaganda e la si contestualizza correttamente. A tal proposito è bene essere informati del fatto che a Washington c’è stato un deciso cambio di politica e, tolto qualche indefesso neo-con, nessuno parla più di islamo-fascismo (termine addirittura proibito da Robert Gates) e nemmeno di attacchi all’Iran. La cosa potrà sorprendere, ma dopo che gli stessi militari hanno sconfessato a ripetizione le aspirazioni del gruppo raccolto attorno a Dick Cheney, anche Bush sembra aver capito l’antifona; la nomina di Gates al Pentagono trasuda realismo e le sue prime decisioni vanno nel senso di emarginare la truppa neo conservatrice e di recuperare l’efficienza di Pentagono, CIA ed FBI, ormai da troppo tempo impegnate ad assecondare i desideri e le fantasie della cricca guerrafondaia più che ad attendere i compiti loro assegnati istituzionalmente.
Nessun cambio di rotta avrebbe però potuto frenare trombe e tromboni embedded nei media in un caso del genere, se non fosse che il mondo è molto cambiato dall’undici settembre 2001 e se non fosse che da allora l’America ha perso quell’autorità morale (poco importa quanto fondata) le consentiva un tempo di ergersi a meastra dei diritti umani o addirittura “poliziotto del pianeta”. Una perdita d’autorità scontata dal momento in cui l’amministrazione Bush decise che poteva fare carta straccia di tutti i princìpi e di tutte le leggi per “difendersi” dall’attacco islamico. Da allora è stata la notte del diritto, non solo negli Stati Uniti, ma anche per tutto il resto del globo.

L’Amministrazione Bush ha scientemente denunciato i principi del diritto americano ed internazionale, con il bel risultato di riportare la concezione del diritto in tutto il globo a tempi precedenti addirittura la Magna Charta; facile intuire cosa sia rimasto della Costituzione americana o di quella sorta di ufo che è ormai il diritto internazionale.

Negli USA oggi il governo può spiare, perquisire, imprigionare, privare del proprio denaro e dei propri averi chiunque sia considerato un pericolo per la “sicurezza nazionale”. Sicurezza nazionale che è un termine abbastanza vago per consentire all’Amministrazione di agire, sic et simpliciter, secondo il proprio arbitrio e la propria convenienza politica. Gli USA si sono inoltre arrogati il diritto di spiare le comunicazioni e le transazioni bancarie di tutti gli altri paesi (casi Echelon e SWIFT) e aggredire “preventivamente” quelli tra questi considerati ostili; questo ben oltre le tradizionali ingerenze nella formazione dei governi altrui o la pretesa di dettare l’agenda ad intere regioni. Princìpi che sembrano inscindibili dal diritto anglosassone, come l’habeas corpus, il diritto ad un processo, la privacy, fino ai tanto decantati checks and balances istituzionali, sono evaporati dalla sera alla mattina.

Particolare sensazione ha destato la pretesa di catturare chinque, in qualunque paese del mondo si trovasse e di detenerlo a tempo indeterminato senza che gli sia rivolta alcuna accusa, senza potersi difendere con un avvocato, senza nemmeno dire di averlo in proprio potere. Al fine di poter commettere questi che a tutti gli effetti sono gravi crimini, l’Amministrazione ha classificato queste persone con la parola detainee (detenuto) che, al di là del significato letterale del termine, doveva indicare quelle persone alle quali l’Amministrazione americana non riconosceva lo status di criminali e nemmeno quello di prigionieri di guerra.

Una categoria inventata dal nulla che doveva servire a motivare l’inosservanza di quel corpo di norme che da decenni il mondo civile si è dato a tutela dei diritti fondamentali dell’uomo, senza le quali difficilmente è possibile concepire l’esistenza di una civiltà nell’accezione positiva del termine.

Per un detainee non valgono le leggi statali e nemmeno la Convenzione di Ginevra; egli diventa una non-persona nella completa disponibilità di chi lo detiene. Abu Ghraib ha dimostrato le conseguenze dirette dell’allontanarsi dal diritto e Guantanamo ha fatto di peggio, sdoganando l’idea che il diritto internazionale sia à la carte, almeno per i paesi più potenti. Gli Stati Uniti sono un paese unico nel loro genere; così è potuto succedere che mentre mr. Abraham denunciava che anche la recente “revisione” delle posizioni dei detainee era stata fondata sull’arbitrio e sull’abuso, ignorando completamente concetti come “prova” o “colpa” e ancora meno quelli di “fatto” e “diritto”, il Dipartimento di Stato si lamentava del fatto che l’Iran ha arrestato quattro cittadini americani di origine iraniana e non permette loro di avere nessun contatto con il mondo. Il Dipartimento di Stato chiede anche notizie dell’ex agente FBI Robert Levinson, che era in Iran per misteriosi affari (l’Iran è sotto embargo americano e ai cittadini statunitensi sono proibiti gli affari con gli iraniani) e che altrettanto misteriosamente è sparito nel nulla.

A proposito di Levinson gli iraniani hanno detto di non saperne niente, a proposito dei quattro invece ( pare affiliati ad una ONG della quale non si sa nulla, neppure il nome), gli iraniani hanno detto che sono una “minaccia alla sicurezza nazionale”. A quel punto Bush ha detto che sentiva con fastidio il fatto che gli iraniani non dessero notizie dei prigionieri, aggiungendo che gli iraniani “ignorano le richieste del mondo libero”. Bush poi è stato aiutato da Tom Casey, del Dipartimento di Stato, che per smentire che i quattro siano un pericolo per l’Iran ha detto (davvero): “Per noi è assolutamente incredibile pensare che ci possa essere il minimo dubbio nelle menti iraniane, che questi individui non siano là semplicemente per condurre normali relazioni interumane basilari, comprese le visite familiari”.

Tutte affermazioni abbastanza normali, se non fosse per quanto stride sentire l’amministrazione Bush accusare l’Iran di pratiche che sta difendendo a gran voce davanti allo stesso Congresso e nelle sedi dove è continuamente citata in giudizio dagli attori più diversi, proprio perché da anni si comporta così nei confronti di migliaia di persone sulle quali non avrebbe nemmeno giurisdizione, visto che non si tratta di persone catturate negli Stati Uniti, ma a casa loro.

A questo bisogna aggiungere che l’Iran ha detto che i quattro sono detainee e che questa affermazione è stata sufficiente a congelare velocemente l’azione della Casa Bianca, l’onda dei media (che infatti non ha portato in Europa la notizia di queste catture da parte degli iraniani) e l’indignazione di tutto il “mondo libero”.

Oggi gli americani scoprono che ovunque nel mondo un cittadino americano può essere catturato e detenuto a piacimento e che la sua amministrazione non è in grado di offrirgli alcun supporto, ancora meno legale. Lungi dall’aumentare la sicurezza degli americani, il barbaro cavillare dei prepotenti alla corte di Bush l’ha minata dalle fondamenta, in patria come all’estero.

Una lezione che dovrebbero imparare alla svelta anche i paesi che con questi assassini del diritto internazionale sono andati fino ad ora a braccetto. Nel numero c’è anche l’Italia, tanto friendly da permettere all’amministrazione americana di mettersi sotto le suole anche la legge italiana e quel pallido residuo di sovranità sopravvissuto alla sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale.

La sospensione del diritto praticata dagli americani con la complicità di buona parte del mondo, ci proietta tutti nella potenziale condizione didetainee esposti all’arbitrio. Il nuovo medioevo è già oggi. Cesare Beccarla non si sta solo rivoltando nella tomba, ma appartiene, speriamo, ad un prossimo futuro. Con tanti saluti a chi si fa bello e moderno chiedendo l’abolizione della pena di morte e intanto asseconda la barbarie.


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