di Fabrizio Casari

Saranno resi pubblici domani le centinaia di documenti governativi degli Stati Uniti riguardanti le attività della Central Intelligence Agency statunitense, meglio conosciuta – e temuta – come CIA. Lo ha dichiarato l’attuale Direttore generale dell’agenzia, il generale Michael Hayden. La documentazione si riferisce a due decadi, quelle che vanno dal 1953 al 1973. Tra le “perle” dell’attività segreta dell’agenzia spionistica di Langley, figurano – solo per citarne qualcuna delle decine svoltesi nel continente latinoamericano - il colpo di Stato in Guatemala, l’aggressione a Cuba con lo sbarco mercenario alla Baia dei Porci, la crisi dei missili, l’organizzazione di complotti per uccidere capi di Stato stranieri (e forse non solo stranieri). Insomma, l’essenza stretta, almeno sul piano dell’attività di spionaggio, della “guerra al comunismo” nei primi venti anni di guerra fredda in quello che a Washington chiamano “il cortile di casa”. Nel periodo che verrà preso in esame, in effetti, si sono succeduti avvenimenti cruciali della storia latinoamericana che potrebbero ora venir meglio contestualizzati nell’analisi sul ruolo di Washington nello scacchiere continentale attraverso la conoscenza dell’attività della sua intelligence. In un discorso di fronte ad un gruppo di storici che hanno esercitato pressioni affinché il governo USA dia una maggiore divulgazione dei documenti classificati come “top secret” dalla CIA, il generale Hayden ha descritto i documenti che verranno resi pubblici lunedì “gioielli di famiglia”, suggerendo di leggerli come “uno sguardo su un’epoca molto diversa e di una agenzia molto diversa”. Ma non c’è solo l’America latina: dal Vietnam al Laos, fino allo scandalo Watergate, l’insieme delle attività della CIA descrive, nella sua forma più autentica e dunque meno propagandistica, il quadro generale della politica estera statunitense.

Ne è perfettamente conscio il direttore della CIA, che ha definito le operazioni della “compagnia” (così viene chiamata dai suoi affiliati ndr) nel corso dei venti anni tra il ’53 e il ’73 “una attività in nome degli statunitensi”. Hayden ha ribadito che “tutto verrà reso pubblico”, per poi aggiungere che sarà “spiacevole” constatare che “molti dei documenti in oggetto sono stati già, in qualche modo, resi pubblici dalla stampa” e che il quadro che ne emergerà “sarà poco favorevole all’immagine degli Stati Uniti d’America”.

Il generale Hayden, altissimo ufficiale dell’aviazione USA, è al vertice dell’agenzia spionistica dal maggio di quest’anno, quando prese il posto di Peter Goss, dimessosi per uno scandalo condito con prostituzione e abusi di varia natura, anche se si sospettava che la colpa più grave fosse stata quella di un conflitto insanabile con il presidente Bush. Hayden, invece, spione tutto d’un pezzo e militare di carriera, garantisce molto di più in termini d’obbedienza all’Amministrazione meno popolare della storia recente degli Stati Uniti. Braccio destro di John Negroponte, lo zar di tutti gli spioni al servizio dell’Amministrazione Bush ora arrivato al posto di Vice-Segretario di Stato, Hayden arrivò alla CIA dopo essersi occupato, proprio come vice di Negroponte, delle 16 agenzie di spionaggio per le quali occupava il posto di vice direttore.

Che la stampa tenti di arrivare prima e più avanti di quanto la declassificazione ufficiale governativa proponga è stato ulteriormente confermato proprio venerdì scorso. Mentre infatti il generale Hayden esponeva l’iniziativa di declassificazione dei documenti, nella pagina Internet del suo “Archivio sulla Sicurezza Nazionale”, l’università George Washington pubblicava documenti del gennaio 1975, nei quali il Direttore generale della CIA dell’epoca, William Colby, riferisce di “scheletri nell’armadio” che comprendono, tra l’altro, l’organizzazione di tentativi di assassinio del Presidente cubano Fidel Castro. In questi documenti, Colby riferisce di una riunione svoltasi il 3 Gennaio del 1975 alla Casa Bianca, alla presenza dell’allora Presidente degli Stati Uniti, Gerald Ford, nel quale venne dato il via libera per gli assassinii di capi di stato stranieri, senza però esiti positivi”.

Nel documento appaiono le dichiarazioni di Colby, che cita tra gli altri Fidel Castro, il dominicano Trujillo e il generale cileno Sneider, menzionando diffusamente anche le attività della CIA contro il governo cileno del socialista Salvador Allende. Quello che verrà reso pubblico, in un omaggio apparente e propagandistico alla “trasparenza democratica” del governo USA, non è certo quanto non dovrà mai essere reso pubblico. Si rende pubblico molto per non dire la verità su quasi niente. Ora il generale Hayden assicura che “il mondo è cambiato e la CIA è cambiata”. Ovviamente non si riferisce ad una presunta democratizzazione o trasparenza delle attività della “compagnia”. Sarebbe del resto una impressione difficile da cogliere, bendati e legati su un volo speciale con destinazione Abu Ghraib o Guantanamo.



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