L’esplosione della guerra in Medio Oriente sembra avere dato il colpo di grazia alle speranze ucraine di tenere alto il livello di appoggio dell’Occidente per proseguire in un conflitto disperato contro la Russia. Gli aiuti militari ed economici vengono approvati sempre con maggiore difficoltà, se non boicottati del tutto, e le forze in termini di risorse umane che il regime di Zelensky è in grado di mettere assieme ormai ridotte all’osso. In questo scenario, il crollo definitivo dell’Ucraina appare vicino. L’unica alternativa, prima respinta fermamente ma ora in discussione anche a livello pubblico, è l’avvio di un qualche negoziato di pace con Mosca. USA ed Europa starebbero infatti lavorando proprio a questa opzione, come ha confermato un articolo, fino a poco tempo fa semplicemente impensabile per la galassia “mainstream”, apparso sabato sul sito del network americano NBC News.


Il messaggio che ne esce va filtrato dai residui di propaganda e dalla necessità di minimizzare le dimensioni del fallimento americano in Ucraina. Ad esempio, le premesse del cambiamento di rotta dell’amministrazione Biden, ora pronta a sostenere una trattativa tra Kiev e Mosca, sarebbero da collegare alla situazione di “stallo” sulla linea del fronte. Questo equilibrio determinerebbe un sostanziale congelamento della guerra, senza la possibilità per nessuna delle due parti di portare a termine operazioni decisive.


La realtà è però molto diversa. Se in apparenza vi è uno “stallo” in Ucraina orientale e meridionale è solo perché la Russia continua ad adottare una strategia per così dire attendista, grazie alla quale limita le perdite e logora ogni singolo giorno le forze ucraine, con un livello di distruzione di uomini, armi e mezzi impossibile da sostenere. Anzi, gli ultimi sviluppi indicano il possibile inizio di una nuova avanzata russa che minaccia di travolgere ciò che resta dell’esercito ucraino.


Se, d’altra parte, stallo vi fosse, gli Stati Uniti e la NATO avrebbero probabilmente cambiato poco o nulla nella strategia di guerra. Appurata l’impossibilità di sconfiggere la Russia sul campo, l’opzione preferita era appunto di tenere impegnate a lungo le forze di Mosca in un pantano che non consenta progressi significativi. Con il tracollo ucraino all’orizzonte e i malumori crescenti in Occidente per un’avventura rivelatasi disastrosa, non ci sono invece alternative al negoziato.


NBC News cita alcuni anonimi funzionari del governo americano per veicolare un messaggio difficilmente equivocabile a uno Zelensky sempre più fuori dalle grazie occidentali. Le discussioni sul possibile processo diplomatico da lanciare al più presto sarebbero iniziate durante la riunione dello scorso mese di ottobre del cosiddetto “Gruppo di Contatto” sull’Ucraina. In quell’occasione, i governi NATO hanno con ogni probabilità iniziato a mettere Zelensky di fronte alla dura realtà.


La situazione drammatica sul campo, l’estrema scarsità di materiale umano da inviare al massacro, la difficoltà nello stanziare ulteriori aiuti militari e il crescente disinteresse in Occidente per la causa Ucraina fanno in modo che Kiev si ritrovi ormai in una situazione senza vie d’uscita. Lo spostamento dell’attenzione sul conflitto israelo-palestinese ha fatto poi il resto, soprattutto per quanto riguarda le priorità del Congresso americano nell’approvare nuove tranche da svariati miliardi di dollari da destinare al regime di Zelensky.


Il fattore forse decisivo nel convincere anche la Casa Bianca a cercare nuove strade per la débacle ucraina è stato verosimilmente proprio l’ostacolo incontrato dal pacchetto di aiuti del presidente Biden destinato all’Ucraina. Quest’ultimo aveva preparato un provvedimento da oltre cento miliardi di dollari nel quale coesistevano gli aiuti per Israele e Ucraina. L’approvazione congiunta doveva aiutare a superare la resistenza di molti deputati repubblicani, sempre meno disposti a sborsare denaro per la causa ucraina. Il nuovo “speaker” della Camera dei Rappresentanti, Mike Johnson, aveva però subito fatto sapere che le due misure sarebbero state votate separatamente, così da assicurare il passaggio degli aiuti per i crimini israeliani e la bocciatura di quelli all’Ucraina.


La disponibilità dell’Occidente a trattare si scontra in ogni caso con una Russia che, visti anche gli equilibri della guerra, non intende cedere sulle proprie priorità strategiche. NBC News pone la questione con l’interrogativo se “Putin è pronto a negoziare?”, ma sono piuttosto gli USA e la NATO a dover prendere atto della sconfitta epocale incassata in Ucraina e, se veramente intendono favorire un negoziato di pace, fare sostanziali passi indietro di fronte alle legittime richieste sulla sicurezza da parte del Cremlino.


Va ricordato che dopo poche settimane dall’inizio delle guerra nella primavera del 2022, Mosca e Kiev avevano raggiunto un accordo di massima a Istanbul su un cessate il fuoco con una serie di condizioni che avrebbero permesso in larga misura all’Ucraina di conservare i confini del 1991, ad eccezione della Crimea. L’Occidente pose però il veto e ordinò la prosecuzione di un conflitto che è costato centinaia di migliaia di vittime all’Ucraina, oltre che la perdita di territori, la distruzione di buona parte di quello che continua a controllare e una crisi economica gravissima in Europa.


Anche alla luce di questo precedente, la pretesa di governi e media ufficiali in Occidente che sia il regime di Kiev a dover decidere autonomamente della pace e della guerra ha poco o nessun senso. Con l’eventuale stop degli aiuti economici e militari della NATO, l’Ucraina crollerebbe in brevissimo tempo. Ci sono evidentemente dinamiche politiche interne che rendono complicato un passo indietro e l’apertura di trattative con Mosca, ma circolano da qualche tempo indizi che Washington stia preparando l’uscita di scena di Zelensky principalmente per questo scopo.


Quali che siano i tempi e le modalità, le circostanze e i nuovi sviluppi del quadro internazionale sembrano in definitiva avvicinare una soluzione o, quanto meno, una svolta decisiva al sanguinoso conflitto russo-ucraino. L’articolo di NBC News conclude a questo proposito che, per il governo americano, i leader ucraini cercheranno di convincere i propri alleati a fornire armi ed equipaggiamenti per avere un’altra chance di combattere sul campo. Tuttavia, ammette una delle fonti del network americano, “c’è una sensazione crescente che il tempo sia scaduto e che sia ora di cercare un accordo” di pace con Mosca.

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