Le conseguenze dell’apparizione nel fine settimana al parlamento canadese di un criminale di guerra filo-nazista ucraino sono state a malapena mitigate dalle scuse pubbliche dello “speaker” della Camera dei Comuni, Anthony Rota. Ad applaudire il 98enne Yaroslav Hunka c’era tutto il panorama politico del paese nordamericano, assieme al primo ministro pseudo-progressista, Justin Trudeau, la sua vice, Chrystia Freeland, e lo stesso presidente ucraino Zelensky. Il tributo da eroe riservato a un ex membro di un’unità speciale che nel secondo conflitto mondiale ha commesso crimini mostruosi a fianco delle SS non rappresenta un semplice “errore”, ma testimonia alla perfezione il carattere ultra-reazionario della crociata in corso in Canada e nel resto dell’Occidente a sostegno della “democrazia” ucraina nel conflitto con la Russia.

 

Dopo la visita alle Nazioni Unite e a Washington, l’ex comico ucraino si era recato appunto in Canada, dove venerdì gli è stata offerta la possibilità di tenere un discorso al parlamento federale di Ottawa. Durante l’evento, il presidente della camera bassa, compagno di partito di Trudeau, ha a un certo punto presentato “un veterano della Seconda Guerra Mondiale che ha combattuto per l’indipendenza dell’Ucraina contro i russi e [che] continua tutt’oggi ad appoggiare le truppe [ucraine], anche a 98 anni di età”. Anthony Rota ha poi salutato Hunka come “un eroe ucraino e un eroe canadese”, da ringraziare “per tutti i servizi” che avrebbe reso.

Il passato di Hunka, ben noto e di dominio pubblico, è subito rimbalzato in rete e sui media, scatenando una valanga di accuse e polemiche. L’eroe non è tale ma piuttosto un criminale di guerra, non denunciato dalla classe politica canadese, bensì celebrato esattamente perché i suoi precedenti si inseriscono in una traccia che conduce direttamente agli ambienti dell’ultra-nazionalismo banderista ucraino su cui si basa la feroce campagna anti-russa lanciata dagli Stati Uniti e dagli alleati NATO.

Il 98enne Yaroslav Hunka faceva parte della 14esima Divisione “Galizia” delle SS naziste, creata da Heinrich Himmler nel 1943 e composta appunto da ucraini provenienti per lo più dall’omonima regione nella parte occidentale del paese. I membri di questa unità erano stati addestrati nei campi di concentramento nazisti e si sarebbero distinti per numerosi massacri, soprattutto di cittadini polacchi, ebrei e non solo. Uno degli episodi più atroci attribuiti a questa divisione è il massacro di Huta Pieniacka, oggi in territorio ucraino, dove vennero assassinati e bruciati vivi tra i 500 e i 1.200 civili polacchi, donne e bambini inclusi. Per complimentarsi con il successo delle loro operazioni, i membri della divisione “Galizia” furono visitati da Himmler in persona nel 1944.

Al processo di Norimberga, la 14esima Divisione “Galizia” venne dichiarata un’organizzazione criminale e stabilito che era un crimine la sola appartenenza ad essa. Risulta poi di fatto impossibile che nessuno dei politici canadesi, che hanno vergognosamente applaudito Hunka al parlamento di Ottawa venerdì, fosse a conoscenza del passato di quest’ultimo. In molti hanno infatti rilevato come Hunka fosse tutt’altro che riluttante nell’ostentare pubblicamente i suoi passati legami con le SS.

Inoltre e soprattutto, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale le istituzioni dello stato canadese hanno intrecciato rapporti molto stretti con l’estrema destra ucraina, rendendo estremamente remota la possibilità che un elemento con un simile passato all’interno di questa comunità fosse sconosciuto ai vertici della politica. Decine di migliaia di collaborazionisti nazisti trovarono accoglienza nel paese nordamericano, dove i loro crimini vennero occultati, mentre questi ultimi furono utilizzati come arma politica nelle trame della Guerra Fredda. Dei nazisti ucraini rifugiati in Canada, circa duemila erano ex membri della Divisione “Galizia”, tra cui Yaroslav Hunka. Dopo la caduta dell’Unione Sovietica furono esattamente questi ambienti che rianimarono le politiche ultra-nazionaliste in Ucraina, diventando l’elemento naturale a cui l’Occidente si sarebbe appoggiato per organizzare il colpo di stato del 2014.

Di questa simbiosi tra il governo canadese e la galassia banderista ne è simbolo la vice-premier, nonché ministro delle Finanze, Chrystia Freeland, la cui famiglia viene proprio da questi ambienti. Il nonno materno della Freeland, Mikhailo Chomiak, era il direttore dell’unico giornale ucraino che l’occupazione nazista permetteva di pubblicare ed era di fatto uno strumento della propaganda anti-semita. I legami famigliari della numero due del governo di Trudeau sono apparsi più volte sulla stampa alternativa e sui social media, ma vengono puntualmente insabbiati o denunciati come disinformazione russa.

Nella giornata di domenica, come accennato all’inizio, il presidente della camera bassa Anthony Rota ha emesso un comunicato di scuse per l’accaduto, assumendosi in pieno la responsabilità dell’invito. Yaroslav Hunka sarebbe un residente del distretto elettorale dello “speaker”, il quale ha sostenuto di essere venuto a conoscenza del suo passato solo dopo l’evento organizzato in parlamento. Rota ha rivolto le proprie scuse soprattutto alle comunità ebraiche in Canada che avevano subito denunciato il tributo al criminale di guerra ucraino.

Non deve però sorprendere la presunta “gaffe” della classe politica canadese. La volontà di mandare un messaggio all’influente diaspora ucraina o l’ignoranza, già di per sé gravissima per un paese che nella Seconda Guerra Mondiale era formalmente alleato dell’URSS contro la Germania nazista, raccontano solo una minima parte della storia. Il Canada appoggia infatti in maniera sostanzialmente bipartisan un regime, come quello ucraino, che glorifica i discendenti del collaborazionismo nazista e ha incorporato nelle proprie forze armate, così come negli organi dello stato, organizzazioni e milizie che si rifanno a quel passato.

Gli applausi di Trudeau e del resto dei politici canadesi al criminale di guerra Yaroslav Hunka hanno quanto meno mostrato su un palcoscenico ufficiale fino a che punto i governi NATO intendano arrivare per riscrivere la storia e offuscare la natura dei loro alleati per sostenere la disastrosa campagna anti-russa attualmente in corso.

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