di Alessandro Iacuelli


Il Consiglio di Amministrazione di Yahoo!, il secondo motore di ricerca del mondo presieduto dal fondatore Jerry Yang, ha respinto l’offerta presentata da Microsoft, ritenendo troppo pochi i 44,6 miliardi di dollari offerti. Il CdA di Yahoo! ha spiegato in un comunicato di aver esaminato attentamente l’offerta ostile di Microsoft con i propri consulenti e di avere "deciso all’unanimità che la proposta non è nell’interesse di Yahoo! e degli azionisti" perché "sottovaluta in modo sostanziale Yahoo e il suo brand, compresa l’ampia platea di utenti nel mondo e gli importanti investimenti effettuati in pubblicità". Il CdA di Yahoo! ha inoltre precisato che "continua a valutare altre alleanze strategiche". Ora la contromossa spetta a Microsoft. Nei prossimi giorni, il gigante del software dovrà rapidamente decidere se alzare l’offerta o cercare altre scorciatoie, come ad esempio rivolgersi ai principali azionisti invece che al CdA per tentare una cordata. Nel frattempo anche il management di Yahoo! dovrà agire in fretta cercando una strategia di crescita che convinca gli azionisti a non accettare l’allettante proposta di Microsoft. Per l'Amministratore Delegato Jerry Yang, che ha fondato la società nel 1995, Yahoo! ha notevoli potenzialità di crescita nonostante, negli ultimi tempi, sia rimasta schiacciata dalla concorrenza di Google e da siti di social networking come Facebook e MySpace.

Ora sarà importante capire se il rifiuto è soltanto un sistema per cercare di far alzare il valore dell’offerta di Microsoft o se Yahoo! ha davvero intenzione di continuare da sola dopo il costante declino di utili e fatturati dell’ultimo periodo. Tra le possibilità ancora in campo, c’è anche un'alleanza con il peggior nemico della casa di Redmond, ossia Google, che sarebbe pronto a trattare pur di non vedere Yahoo cadere nelle mani di Microsoft.

Si sa infatti che la competizione tra il gigante di Redmond fondato da Bill Gates e il supermotore di ricerca è ormai su più fronti, compreso quello dei sistemi operativi, sul quale per oltre un decennio Microsoft ha operato quasi in regime di monopolio. Per fare un esempio eclatante, al World Mobile Congress di Barcellona è arrivato il prototipo del sistema operativo per telefoni cellulari proposto da Google, chiamato in gergo Androids, pronto a fare una pesante concorrenza a Windows Mobile. Il primo cellulare equipaggiato con "Google Mobile" dovrebbe essere pronto già per la fine dell'anno.

Intanto il "no" deciso di Yahoo! verso Microsoft è già il secondo a distanza di un anno. Secondo alcune indiscrezioni trapelate nel fine settimana, Yahoo! mirerebbe a un'offerta intorno a 56 miliardi di dollari, vale a dire di 40 dollari per azione a fronte dei 31 offerti dal colosso fondato da Bill Gates. A questo punto, secondo gli analisti, si prospetta la possibilità di un rilancio o, in alternativa, la possibilità che Microsoft decida di aggirare il consiglio di amministrazione per rivolgersi direttamente ai maggiori azionisti nel tentativo di convincerli ad accettare un'offerta che già nella sua formulazione iniziale riconosceva un premio del 62% rispetto ai valori pre-offerta. Valori, peraltro, fiaccati nel corso degli ultimi mesi.

Se ciò dovesse avvenire, significherebbe un accanimento da parte di Microsoft verso il motore di ricerca. Questo accanimento avviene non solo perché Yahoo! è l’opportunità più ghiotta, ma anche perchè in termini pratici è la soluzione più rapida. Microsoft potrebbe benissimo rafforzarsi nel settore internet e comunicazioni pubblicitarie online attraverso una serie di operazioni separate, ad esempio facendo quattro o cinque acquisizioni mirate di società più piccole ma con margini di crescita più elevati: e questo, sulla lunga distanza, potrebbe avere gli stessi vantaggi di un'eventuale acquisizione di Yahoo! Ma secondo il fondatore e Amministratore Delegato di MySpace Brad Greenspan, "il fatto è che i vertici di Redmond dimostrano una certa pigrizia e questo potrebbe rivelarsi controproducente".

Non è detto che sia pigrizia, o quanto meno che si tratti solo di pigrizia. Più plausibile che Microsoft voglia far presto ad acquisire quote di un mercato per lei nuovo e poco congeniale, ma si tratta del mercato che più degli altri ha possibilità di crescita, o quanto meno di perdite inferiori rispetto all'economia reale. Il problema è che si tratta di un mercato bastato su una forte concorrenza. Proprio quella concorrenza che Microsoft ha dimostrato in 20 anni di non essere affatto abituata ad affrontare.

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