Sono stati sufficienti tre nomi - Santiago, Italia, Nanni Moretti – per scatenare gli zombie della politica, delle frasi ad effetto del tipo: “Un inno sobrio, emozionante e rigoroso al valore della memoria”, come ha commentato Walter Veltroni  il nuovo film (Santiago, Italia) di Nanni Moretti.

 

Beninteso non è proprio un film , piuttosto è un documentario di un viaggio nel Cile di 45 anni fa; un calzante pretesto per segnalare l’involuzione politica, sociale e culturale dell’Italia di oggi; per esprimere la speranza che gli italiani essendo stati altro, potrebbero domani tornare ad essere generosi, appassionati, solidali, come lo erano negli anni Settanta.

A quel tempo essi furono i protagonisti di una storia di solidarietà internazionale della quale gli attori principali erano quegli uomini uniti dalla comunanza di un ideale e dalla passione per il bene comune che la Sinistra rappresentava all'epoca. Infatti, c'era una volta la Sinistra impegnata con zelo a sublimare la gente comune con una condizione di vita migliore, sovente in modo radicale. Essa si era dedicata a cambiare realmente, significativamente, genuinamente il mondo, la società, le sue strutture, le sue istituzioni.

Sicché la domanda è d'obbligo: dov'è quella Sinistra che ha costruito un nuovo stile di vita, affrontando per la prima volta nella storia dell'umanità, necessità ineludibili come l' assistenza sanitaria, le cure all'infanzia, il diritto alla pensione, il reddito da lavoro e via dicendo? Queste sono le cose di cui la gente ha bisogno e vuole vederle realizzate, altrimenti lo chiede alla Destra che le corre in soccorso. Come accadde e tuttora accade.

Viviamo in un periodo di stagnazione economica globale, di disuguaglianza schiacciante, di fusione planetaria e, pertanto, le persone hanno preoccupazioni autentiche, profonde, riguardo la stabilità economica, necessità primaria per assicurasi la sopravvivenza. Tuttavia la Sinistra, o per essere nel vero la maggioranza di essa, non ne sembra affatto turbata, e pertanto impegnata a rispondere a tanta ansia con delle risposte concrete.

Infatti si possono leggere ogni giorno decine di articoli appassionanti, o assistere ad altrettante tavole rotonde televisive, ma quasi mai si leggono o si sentono domande sul perché la gente avrebbe diritto a un'assistenza sanitaria pubblica e completa, perché l'insulina costa cento volte quello che dovrebbe, perché i suicidi sono in aumento, come Durkheim divinò un secolo fa, perché la borghesia è implosa, perché il capitalismo sta fallendo, come Marx e Sartre predissero.

Di quello che accadde in Cile ho ricordi molto precisi, perché in quell'agosto del 1973 ero un giovane inviato a Santiago. Ricordo il malcontento in crescendo dei suoi abitanti, il frastuono ottenuto percuotendo coralmente - il cacerolazo - le pentole vuote con i coperchi e i mestoli. 

Il 1973 fu l'anno della grande delusione dei cileni, poiché alla prima fase positiva del governo di Allende, segnata da tassi di crescita significativi (il + 9,0 per cento nel 1971 rispetto al 2,1 per cento del 1970) da un incremento significativo dei salari reali (+16,9 per cento nel 1971), si contrappose la fase finale durante la quale la situazione precipitò. Il prodotto interno lordo crollò del 5,6 per cento, l’inflazione superò il 600 per cento, il disavanzo pubblico toccò il 25 per cento, le riserve internazionali si azzerarono o quasi. Il malcontento si diffuse e investì - come detto - tutti gli strati della popolazione.

In mezzo alle due fasi ci furono venti mesi durante i quali l’uso ampio del bilancio pubblico e del debito pubblico a fini redistributivi, la pesante tassazione dei profitti delle imprese stimati troppo ampi e frutto di posizioni di rendita, i rapporti sempre più stretti con la Cuba di Castro, allarmarono gli Sati Uniti che con le sanzioni e le intimidazioni incoraggiarono i paesi della Nato a troncare i rapporti col Cile. Sono queste le pagine di storia che Nanni Moretti rievoca nel suo documentario.

Il finale dell'esperienza cilena è riassunto in quella fotografia che ritrae un Salvador Allende con l'elmetto un po’ di sghimbescio, un maglione a losanghe e una mitraglietta in mano, ed è scattata mentre gli aerei militari sorvolano la Moneda, il palazzo presidenziale. 

A quarantacinque anni da quella tragedia, ogni commento “sinistrista” non va di là del ricordo. “Per una generazione di ragazzi italiani il Cile è stato sogno e tragedia, allegria e disperazione”, (cito ancora Veltroni), e il discorso finisce qui. Si glissa “l'invito” di Moretti a parlare dell'Italia. Eppure la domanda da porsi è semplice: ai “ragazzi di oggi” quale avvenire si prospetta? 

Va subito detto, che la sinistra di governo, in Italia come in Germania e in misure diverse in tutta l'Europa, si è incartocciata in un individualismo aggressivo ed egoista che non tiene conto della paura gente di ritornare alle antiche miserie, perché schiacciata dalle logiche economiche della globalizzazione.

Tuttavia la Sinistra non offre una piattaforma collettiva in grado di elaborare proposte valide, capaci di concretizzare una speranza di inversione di rotta alla quale aggrapparsi. Al contrario, essa accantona i bisogni fondamentali dei molti per accanirsi sulle disquisizioni di quanti affollano - ogni giorno - le mattinate e le serate televisive, le prime pagine dei quotidiani, soltanto per il gusto di apparire.

Eppure non ci sarebbe nulla da inventare per essere davvero convincenti. Pensatori come Durkheim e Weber avevano previsto le conseguenze del vivere in società stratificate e atomizzate, costretti a confrontarsi con la “disgregazione” delle strutture di consenso tradizionale che hanno costruito e diffuso la democrazia. È un malessere stordente che porta all'isolamento, alla depressione dell'individuo che provoca il decadimento della democrazia e dei suoi valori fondamentali.

Lo confermeranno più tardi anche Sartre ed Adorno, Fromm e Bourdieu. Costoro ribadiscono che il capitalismo che governa il mondo porta con sé ogni singolo disagio e ne stilano l'elenco che va dall'angoscia vissuta per la disintegrazione sociale, all'immiserimento di massa, al radicamento di una condizione di perpetua precarietà per chi lavora.

Ragion per cui se oggi la gente vota la Destra e in Italia si lascia incantare da personaggi come Matteo Salvini, significa che la Destra ha fatto il lavaggio del cervello a tutti, oppure che la Sinistra si è talmente estraniata dalla sua storia e dai suoi valori che non riesce più a parlare con la gente. Pertanto votando a destra la gente comune paradossalmente vota, di volta in volta, “contro i propri interessi”, direbbe Carlo Marx.

Eppure non ci vorrebbe molto per farla scendere in piazza e battersi per una politica economica che tenga in conto quei valori. Malauguratamente non se ne vedono le premesse. Auguri gente, auguri. Tanti Auguri. 

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