Un viaggio, della speranza, della salvezza, ma anche del dolore e della violenza. È quello raccontato da Luca Sola nella mostra fotografica Stimela. Southern Africa Migration Project, curata da Lorenzo Respi, realizzata da Arci in collaborazione con All Aroud Art e promossa da Indisciplinarte e Opera Laboratori Fiorentini negli spazi del Caos centro arti opificio siri di Terni.

 

Un racconto, fatto di scatti in bianco e nero, che affronta il tema attuale delle questioni sociali, umanitarie e geopolitiche che stanno scrivendo la cronaca e la storia dell'Africa contemporanea.

 

 

Sola fa conoscere attraverso Stimela ("treno a vapore" in lingua zulu) i flussi migratori di migliaia di esseri umani, che si muovono in direzione opposta, da nord a sud, correndo però i medesimi rischi di chi decide di percorrere la via del Mediterraneo, arrivando in Europa. "Vogliamo affrontare temi che ci stanno a cuore, non parlando solo di noi, ma di un fenomeno, quello migratorio, che investe milioni di individui alla ricerca di condizioni migliori.

 

In questa mostra c'è un ribaltamento geografico e di traiettoria, ma anche di senso. Come Arci vogliamo offrire nuovi momenti di condivisione e di cultura, combattendo così la paura", sottolinea Francesco Camuffo, presidente di Arci Terni.

 

Il progetto fotogiornalistico di Sola è una testimonianza dolorosa di questa migrazione, che svela attraverso le immagini le conseguenze delle epidemie e della debilitazione, ma anche la ferocia degli arresti come la vita quotidiana nei campi o i conflitti etnici e religiosi, spesso fomentati dai leader dei metalli preziosi.

"Dietro queste immagini - racconta Sola - c'è un mondo. Alcune fotografie sono state scattate e messe nel cassetto, perché troppo 'forti' e aggiungere dolore al dolore in questo caso non era funzionale alla costruzione del senso".

 

L'uso del bianco e nero, poi, "è adatto per un lavoro che non è puramente giornalistico, ma narrativo e che viaggia sul binario delle emozioni. Le foto sono state scattate con ogni mezzo a mia disposizione, compreso il cellulare, e anche il formato è stato scelto volutamente per far sì che lo spettatore si avvicini alla foto e ne colga tutte le sfumature e i dettagli".

 

Una mostra definita da Sola "silenziosa", in cui mezzo e forma sono funzionali alla costruzione del significato. Un percorso espositivo che non parla solo dell'Africa, ma di un momento storico ben preciso che accomuna tutti.

 

"L'intenzione - prosegue il fotografo - è quella di trovare un minimo comun denominatore tra esseri umani. La xenofobia non è solo qualcosa che riguarda persone che hanno il colore della pelle diverso, e quello che sta accadendo in Sudafrica ce lo dimostra".

 

Il fenomeno migratorio, dunque, non è più solo una questione europea, ma è la ricerca di una vita migliore. A rappresentare questo nuovo equilibrio del mondo, con una prospettiva rovesciata rispetto alla percezione comune, è l'opera “A Nord del futuro” (2006/07) di Diamante Faraldo, concessa in prestito per la mostra ternana dall'artista e dal Maab Gallery di Milano. Sarà possibile visitare l'esposizione fino al 24 febbraio 2019.  

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