di Mario Braconi

Il Professor Robert Edwards, pioniere della fecondazione in vitro, è stato finalmente insignito del Premio Nobel per la medicina. Il riconoscimento all’ottantacinquenne professore arriva a 32 anni suonati dal suo grande successo: la nascita della prima bambina concepita artificialmente, Louise Brown, avvenuta poco prima della mezzanotte del 23 luglio del 1978. Non che ne facesse una malattia - come dichiarò in un’intervista del 2003 - anche perché, aggiunse in quell’occasione, “sono un socialista molto di sinistra”.
 
Da quel glorioso giorno di 32 anni fa, grazie a Roberts, si stima che siano circa 4 milioni i bambini nati mediante fecondazione artificiale da coppie che altrimenti il destino avrebbe privato per sempre della gioia di riprodursi (si stima siano circa il 10% del totale). Per ogni persona di buon senso, dunque, il lavoro di Robert Edwards (ma anche quello del collega Steptoe, deceduto nel 1988) è un dono che l’umanità ha tributato a sé stessa, uno di quei risultati che rendono fieri di essere uomini: dopo tutto come specie, sembra, non siamo solamente capaci di violenza e guerre; occasionalmente produciamo individui che, mediante il loro sapere scientifico, finiscono per essere potenti generatori di gioia individuale.
 
Eppure il mondo non sembra aver capito (non subito perlomeno) la portata delle scoperte dello scienziato di Manchester. Fa bene Beth Kohl a porsi, sulle colonne dell’Huffington Post, la seguente domanda: come mai al Karolinska Instituten è occorso più di un trentennio per dare un riconoscimento formale a Roberts? Forse che il loro contributo alla scienza medica (e conseguentemente alle possibilità di umana felicità) è stato considerato per lungo tempo “troppo modesto o troppo controverso”? Se così fosse, ricorda la Kohl, è utile ricordare che Nobel non inventò la penicillina, ma la dinamite...

O magari si è voluto aspettare che Louise Brown crescesse, diventasse adulta e si riproducesse a sua volta (senza aiuti dalla scienza in questo caso), giusto per assicurarsi che non le spuntasse magari una proboscide o un paio di corna, cosa che una minoranza di bigotti “timorati di Dio” e “ultrà della vita” (a modo loro) allo stesso tempo teme e desidera?
 
In ogni caso, la festa per il riconoscimento, sia pure tardivo, è stata guastata dalla consueta cacofonia prodotta da rappresentanti del Vaticano e relativi apparatchik: una specie di sinfonia surreale nella quale ognuno fa a gara con gli altri a chi la spara più grossa:  padre Gonzalo Miranda, docente di Bioetica, dipinge il povero Edwards come una sorta di dottor Mengele, responsabile di un immenso “spreco di vite umane”; si riferisce agli embrioni sovrannumerari o scartati perché non utili al processo di riproduzione. Non meno duro Lucio Romano, presidente di Scienza e Vita, l’associazione che ha sabotato il referendum abrogativo della mai abbastanza vituperata legge 40/2004 sulla fecondazione assistita, scritta sotto dettatura del Vaticano, che é una collezione di prescrizioni sadiche quanto demenziali.

Per inciso, anche se il referendum non è riuscito a liberare il Paese dalla sua terribile legge sulla procreazione medicalmente assistita, il combinato disposto del regolamento attuativo predisposto in extremis dal Ministro Turco e di una serie di sentenze che ne sanciscono l’incostituzionalità, l’hanno talmente mutilata da renderla simile ad un palazzo bombardato di cui rimane in piedi la sola facciata.
 
Ma la parte del leone la fa Ignacio Carrasco de Paula, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, il quale, sia pure “a titolo personale”, rovescia su Edwards un fiume di veleno: “Se non vi fosse stato Edwards, i frigoriferi dei centri di riproduzione artificiale non traboccherebbero di embrioni che con ogni probabilità finiranno per “essere abbandonati e morire”. Nel fantasioso racconto che l’arroganza vaticana spaccia come unica interpretazione possibile del mistero della Vita, infatti, un aggregato di cellule potenzialmente in grado di trasformarsi in una persona è persona a tutti gli effetti.

Niente di nuovo: si tratta dello stucchevole gioco delle parti cui i rappresentanti più oscurantisti della Chiesa cattolica si abbandonano con apparente voluttà, confidando nell’ignoranza e nella sostanziale semplicità dell’animo umano; tuttavia, è lecito porsi la seguente domanda: davvero Carrasco de Paula preferirebbe un mondo “a congelatori vuoti”, ma con 4 milioni di bambini di meno? Dilemma interessante, per un’organizzazione politica che non fa che ripetere di essere dalla parte della vita ad ogni costo ed è obiettivamente molto, anche troppo, vicina ai bambini...

Avremmo bisogno anche in Italia di giornalisti come Tom Chivers, che dalle colonne di un giornale conservatore a larga diffusione (Daily Telegraph), smonti i dogmi papali a suon di argomenti scientifici. Chissà se i vari Carrasco de Paula sanno che, perfino nel mondo ideale senza fecondazione assistita che vorrebbe Ratzinger per tutti noi, alcuni studi confermano che il 22% delle gravidanze finiscono prima ancora di essere riconosciute come tali e che il 31% delle stesse si interrompe dopo l’impianto nell’utero; che il solo il 42% degli embrioni supera i 12 giorni e che un terzo cessa di esistere dopo l’annidamento nell’utero.

E’ un processo naturale di selezione, che dovrebbe consentire solo gli embrioni più adatti alla sopravvivenza di arrivare agli stadi successivi di sviluppo. Il fatto che in natura questo processo non sempre funzioni, non autorizza la passività fatalista cui la Chiesa vorrebbe condannare l’intera umanità, non solo i suoi fedeli più oltranzisti.

Però qui parliamo di un complotto politico-clericale che ha tentato di vietare con la legge a tutti gli Italiani (credenti bigotti, credenti con il cervello e non credenti) le diagnosi preimpianto anche in caso di alta probabilità di gravi malattie genetiche. Non ci si può, quindi, aspettare che l’Uomo venga messo prima del dogma, per quanto assurdo e ridicolo sia quest’ultimo e per quanto devastanti risultino le conseguenze della cieca osservanza di una regola inventata dagli uomini in nome di Dio nella viva carne delle persone. Ma questi sono i giorni del trionfo di Edwards e, per un attimo, sarà bene dimenticare i papisti, che nel gelo delle loro cripte vuote continuano a biascicare le loro enormità.

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy