di Alessandro Iacuelli

Così l'ha definito il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo: "un grave regalo alle ecomafie", e non si vede come darle torto. Nella manovra anti crisi appena varata dal Governo, tra le varie misure adottate si prevede l’abolizione del sistema di tracciabilità dei rifiuti, il cosiddetto Sistri. Lo ha detto il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi. Il Sistri (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti) fu creato su iniziativa del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nel più ampio quadro di innovazione e modernizzazione della Pubblica Amministrazione per permettere l'informatizzazione dell'intera filiera dei rifiuti speciali a livello nazionale e dei rifiuti urbani per la Regione Campania.

Perchè questa eliminazione? Non si tratta certo di un "taglio" che diminuirà le spese dello Stato, anzi: con il ritorno al vecchio sistema cartaceo, di sicuro ci saranno costi superiori rispetto ad un sistema informatizzato, più veloce e sicuro. L'abrogazione del Sistri, come spiegato dallo stesso Calderoli, è: "Una misura fortemente richiesta da tutte le categorie". Il ministro ha poi enunciato alcune deboli motivazioni, come ad esempio che si tratta di una semplificazione per le aziende, che di certo non gradiscono il Sistri. Certo, non c'entra niente con la manovra anti-crisi, ma l'Italia è anche questa.

Nella stessa serata del 13 agosto, è arrivato il contrattacco del ministro dell'Ambiente: "Gravissima l'inaspettata norma contenuta nella manovra che cancella il Sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti. Un vero e proprio regalo alle ecomafie".

Secondo il ministro il sistema Sistri "avrebbe consentito il controllo e la movimentazione di tutti i rifiuti speciali nel Paese che rappresentano l'80% di quelli prodotti. La tracciabilità dei rifiuti è un obbligo comunitario e tutti sanno che l'attuale sistema cartaceo consente frodi e abusi e non è in grado di fornire in tempo reale, tanto al ministero dell'Ambiente quanto alle forze dell'ordine, un quadro della movimentazione dei rifiuti. I dati nazionali disponibili hanno un ritardo di due anni".

Forti anche le altre dichiarazioni del ministro: "A parole sosteniamo di voler risolvere il problema dei rifiuti che vede mezza Italia in emergenza ma poi facciamo i regali alla criminalità organizzata in nome della semplificazione amministrativa che però stavolta obbligherà le imprese, nel terzo millennio, a usare china e carta anzichè il computer. Mi appello al senso di responsabilità di tutti affinchè si possa correggere questo clamoroso autogol".

Prestigiacono sottolinea quindi che "le imprese sane e le associazioni di categoria non hanno mai chiesto di cancellare il Sistri ma hanno chiesto modifiche e gradualità nell'entrata in vigore. Tutte richieste che sono state accolte. Buttare ora il bambino con l'acqua sporca, è un colpo alla legalità e alla lotta alla criminalità".

Vero è che le imprese sane non hanno mai chiesto di cancellare il Sistri, non proprio vero che la stessa cosa sia stata fatta da tutte le associazioni di categoria, Confindustria in testa, che ha sempre fatto una poco velata opposizione al sistema di tracciabilità.

Strano comportamento per un governo che ha basato la sua credibilità alla lotta alle mafie e che ora si rimangia proprio questo, come anche il fatto di non mettere le mani nelle tasche degli italiani. Quindi, ieri, il consiglio dei ministri ha deciso di cancellare il progetto, causando un vero e proprio scoramento nella Prestigiacomo.

Eppure il sistema funziona in modo abbastanza semplice. L’azienda che produce rifiuti speciali inserisce in rete i dati sul tipo e la quantità di rifiuti da smaltire. La società di trasporto prescelta indica i mezzi utilizzati, le generalità degli autisti e il percorso. Le aziende di stoccaggio e smaltimento infine forniscono i dati relativi ai materiali ricevuti. Tutte le informazioni viaggiano poi su una speciale chiavetta Usb per computer e Gps montate sui camion adibiti al trasporto. Tutte le operazioni e i trasporti vengono monitorati costantemente da una “sala controllo” e dai carabinieri, anche se presto i dati saranno disponibili per tutte le forze di polizia.

Lo scopo è duplice: mandare in pensione per sempre il sistema dei MUD, documentazione cartacea che fino ad oggi è stata spesso contraffatta e che permette di “evadere” facilmente sulle quantità di rifiuti, e tenere sotto controllo i flussi di rifiuti speciali, di cui ogni anno in Italia spariscono più di una decina di milioni di tonnellate.

In oltre 600 discariche sono già state installate telecamere per controllare i camion in entrata, e il ministero contava di utilizzare anche dei piccoli droni, velivoli quadrielica che possono girare video 3D, per rafforzare i controlli. Il sistema, poi, segnala automaticamente ogni sosta particolare o deviazione dal percorso dei camion che trasportano rifiuti.

Secondo l’ultimo rapporto di Legambiente sulle ecomafie, in Italia il giro d’affari legato alla gestione criminale dell’ambiente è di circa 20 miliardi di euro. Nel 2009, dice il rapporto, sono cresciute di oltre il 33%, a 5.217, le infrazioni accertate relative allo smaltimento dei rifiuti. All’aprile 2010, poi erano 151 le inchieste in corso su traffici illeciti di rifiuti, coinvolgendo oltre 600 inchieste. Il Sistri, se e quando funzionerà, potrebbe essere un ottimo strumento di contrasto.

Dura la risposta del WWF: "Le parole del ministro Calderoli appaiono sconcertanti e incredibili al tempo stesso. Incredibili perchè non ci si rende conto che sarebbe un falso risparmio; sconcertanti perchè, al di là di ogni riduzione di spesa, sembra che il ministro non si renda conto dell’assoluta gravità del fatto che dietro lo smaltimento illegale dei rifiuti c’è un gravissimo profilo di danno ambientale e il drammatico fenomeno delle ecomafie. Nel merito, dobbiamo sottolineare che ad oggi già diversi milioni sono stati spesi per la tracciabilità dei rifiuti e in particolare per l'organizzazione del Sistri sono stati predisposti: programmi informatici, aggiornamento del personale, sistemi elettronici di controllo, sale operative. Sono inoltre state acquistate le cosiddette ‘black-box’, già distribuite ai privati. Possibile che ora che la gran parte dei costi ricadrebbe sugli operatori in funzione del servizio che svolgono lo Stato si appresta a buttare tutto l’investimento fatto?".Nonostante questo, il sedicente "governo del fare" ha deciso di tornare indietro, trasformando in vero spreco i soldi buttati per la realizzazione e messa in opera del Sistri, e facendo l'ennesimo regalo a quegli industriali che hanno scelto di risparmiare soldi smaltendo abusivamente e senza trattamenti di sicurezza i propri rifiuti tossici.

Di certo, è un'azione che non salverà l'Italia da nessuna crisi economica, ma che prolunga indefinitamente la crisi ambientale del Paese. Applaudono Confindustria e Confartigianato, tira un sospiro di sollievo chi vive e si arricchisce di ecomafia. Questa è l'Italia.

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