Lo spione cambia casa. John Dimitri Negroponte, zar di tutte le spie statunitensi e, per estensione, occidentali, lascerà il suo incarico di Capo di tutta l’intelligence americana per passare a quello di Vice Segretario di Stato. Insomma, faceva il capo di tutti gli organismi della sicurezza Usa, farà il vice di Condoleeza Rice. Le valutazioni sul perchè di questo cambio di funzioni sono incerte. Alcuni analisti ritengono che si tratti di una promozione a quello che e considerato un ruolo evidentemente di rilievo nell’Amministrazione statunitense; altri invece, facendo due conti, si accorgono che se da un punto di vista istituzionale l’incarico e di sicuro prestigio, è però evidente che il potere di cui Negroponte disporrà è certamente minore di quello avuto fino ad ora. Da coordinatore di tutta l’intelligence USA, dirigeva nei fatti tutte le iniziative spionistiche esterne e quelle legate alla sicurezza interna con le quali la Casa Bianca ha trasformato il mondo in un luogo di guerra e gli stessi Stati Uniti in un regime autoritario. Il suo trasferimento alla Casa Bianca non lo toglie di mezzo e grande sarà ancora l’influenza che potrà esercitare su George Bush, ma non c’è dubbio che dovrà passare comunque dalla Rice, che ormai non fa piu mistero di non condividere in toto la strategia del suo Presidente. C’è anche chi vede nella nuova nomina una sorta di ritorno alle origini, visti i precedenti di Negroponte nel ruolo di ambasciatore Usa in Honduras. Ma se si tratta di un ritorno alle origini, un brivido corre lungo la schiena. Già, perchè Negroponte, nel ruolo di ambasciatore statunitense in Honduras durante l’Amministrazione Reagan, svolse il proprio mandato formando e poi dirigendo, da Tegucigalpa, gli squadroni della morte che operarono in El Salvador e Honduras e, ancor più, coordinò l’attivita politica, diplomatica e militare dei contras antisandinisti che gettavano terrore nel Nicaragua degli anni ’80.

Diversi organismi per i diritti umani - Amnesty International e Human Right Watch in testa – denunciarono il ruolo di Negroponte, dalla sinistra centroamericana definito “il macellaio”. Scomparsi, torturati, uccisi: questo era il destino per i dirigenti della sinistra centroamericana ai tempi dell’Impero del Male” di reaganiana memoria. E Negroponte, in verità, svolse il suo lavoro con solerzia ed abnegazione pari all’entusiasmo macellaio dei militari locali che, reduci dagli insegnamenti impartitigli nella Escuela de las Americas di Panama, applicavano sul campo le tecniche di antiguerriglia. Pazienza se nel termine trovavano residenza popolazioni civili colpite dalla strategia di “Guerra a bassa intensita”, che Negroponte ed i vertici statunitensi avevano approvato.

Ed è logico ritenere che proprio questa sua esperienza in antiguerriglia sia stata alla base della scelta dell’Amministrazione Bush di nominarlo dapprima proconsole di Baghdad, quindi zar di tutte le spie. Ma la sua nomina potrebbe essere inquadrata nel complesso delle operazioni di restilyng che Bush offre al nuovo Congresso e al nuovo Senato a maggioranza democratica. La rimozione di Negroponte potrebbe essere considerata, al pari di come lo fu l’arrivo di Gates alla Cia e il licenziamento di Rumsfeld, come offerta di dialogo con le due assemblee legislative. Sarebbe anche un parziale riconoscimento delle ragioni dei democratici che hanno vivamente protestato contro le recenti e discusse misure di sicurezza interna che hanno stravolto la liberta degli americani.

Come la si voglia vedere, lo spostamento appare una ennesima sconfitta di Bush, che lo aveva voluto contro il parere di tutto il suo staff o quasi, per non dire dei democratici. Definire una promozione lo spostamento di Negroponte pare azzardato. Da zar di tutte le spie aveva accesso diretto al Presidente, al quale consegnava sul tavolo dello studio ovale un rapporto quotidiano sulla situazione politica e militare. Da vice Segretario di Stato dovra accontentarsi di vedere Condoleeza. Che non è detto ne sia felice.