Stampa
Categoria principale: Articoli
Categoria: Esteri
di Sara Nicoli

Se perderà le elezioni del Mid Term, come sembra ormai plausibile, non sarà certo per colpa di quest’ultimo affondo che gli ha sferrato l’altro giorno il quotidiano progressista inglese The Guardian . Tuttavia quel sondaggio malandrino, pubblicato in prima pagina, su chi venga considerato l’uomo più pericoloso del mondo, la dice lunga su quanto gli inglesi (ma non solo loro) detestino il presidente americano George W Bush. Diciamolo subito: non è lui il vincitore del sondaggio. Ma nell’elenco dei pazzi al potere, pericolosi ancor prima che per se stessi per le sorti complessive dell’umanità, occupa comunque un posto di indubbio prestigio. E’ secondo, con il 75% dei voti, subito dopo Bin Laden che svetta al top con l’87%: ancora una volta, si potrebbe dire con un filo di sarcasmo, Osama lo ha battuto sul campo. La storia, matrigna, non perdona. Neanche nei sondaggi dei giornali. Ma Mr Bush può comunque andar fiero del risultato se è riuscito ad avere la meglio su personaggi del calibro di Kim Jong II, il caro leader coreano dalla sfumatura beat e con un debole per i giochi atomici (al terzo posto) e sull’altra "mina vagante" internazionale che è il Presidente iraniano Ahmadinejad (scivolato clamorosamente oltre il quarto posto). Insomma, nella categoria dei capi di Stato assimilabili a pericoli pubblici, Bush è senz’altro uno di quelli tosti, da cui guardarsi con timorosa inquietudine. E, comunque, questo sondaggio ha anche un altro merito: ha consentito a Bush di portarsi a casa l’unica, attesa vittoria nella sua spietata guerra contro il famigerato asse del male degli Stati canaglia: almeno il punto della bandiera non si nega davvero a nessuno.

Chi lo ha votato, si diceva, non sono stati i superstiti di Baghdad o di Kabul, fatto che avrebbe reso il risultato del sondaggio una sorta di vittoria di Pirro per il presidente americano, quanto un comprensibile punto di vista da parte delle sue vittime. A conferirgli l’alloro del secondo in graduatoria sono stati proprio i cittadini degli stati amici, anzi proprio gli alleati più fedeli fino a solo due anni fa. Il 69% degli inglesi, infatti, è maledettamente convinto che da quando Bush siede alla Casa Bianca, il mondo sia diventato un luogo assai più rischioso di prima in cui vivere. E addirittura il 36% degli israeliani (davvero insospettabili circa ipotetiche posizioni filo arabe) imputa al presidente Usa di non essere riuscito a cambiare nulla e di aver fatto più danni che Carlo in Francia.

Ma il bello viene non appena ci si avvicina a Washington e ai "dirimpettai" degli States, cioé quei Paesi limitrofi dai quali, almeno per obblighi di buon vicinato, ci si sarebbe aspettato un giudizio meno netto e spietato. Macché. I canadesi vedono in Bush una sorta di satanasso scapestrato, assiso per disgrazia di tutti sul trono più alto del mondo. E i messicani non ci vanno meno pesanti visto che si dicono convinti di confinare con un pazzo incendiario pronto ad infiammare ogni angolo della terra per scopi personali e la cui reale consistenza, con lo scorrere del tempo, sfugge ai più. Posizioni, dunque, variegate ma che concorrono a far acquisire a Bush quasi il palmares del Capo di Stato più canaglia del mondo, vera e propria nemesi per il Presidente Usa, che sfodera con grande disinvoltura la stessa accusa contro tutti quelli che non gli vogliono regalare, senza opporre resistenza, il petrolio e la sovranità dei loro Stati. Eppure, nonostante i conclamati sforzi e gli indubbi riconoscimenti del campione del sondaggio, Mr Bush ha solo sfiorato la vittoria.

Dura la vita dell’eterno secondo. E sarebbe fin troppo semplice, in quest’occasione, rispolverare quella barzelletta, ormai assunta ad adagio popolare secondo cui, "nel campionato mondiale dei peggiori, c’è n'é sempre uno che lo é talmente tanto da arrivare secondo", nonostante i meriti e i titoli acquisiti. Ma la vita è fatta così. E la storia, attraverso un sondaggio, ha voluto lasciare ancora Mr Bush un gradino sotto quel Mr Bin che continua a sfuggirgli. Davvero la beffa delle beffe voler essere l’uomo più pericoloso del mondo e vedersi scippare il titolo da un’Osama qualsiasi la cui esistenza, senza Bush, sarebbe probabilmente passata inosservata come tante altre. Nel sondaggio, però, mancava una domanda chiave: chi é l'elettore che vota uno così?