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Categoria: Esteri
di Bianca Cerri

La balena conservatrice di Bush rischia di finire nei guai a causa di Jack Abramoff, superlobbista accusato di frode, evasione fiscale, corruzione ed estorsione ai danni delle tribù indiane, intenzionato a fare nomi eccellenti. Colto con le mani nel barattolo della marmellata, l'ex studente di Beverly Hills nonché idolo delle compagne di classe, non ha avuto altra scelta se non quella di ammettere la propria colpevolezza per evitare l'arresto. Scosso dalla decisione del lobbista, restituisce quel che resta degli oltre 150.000 dollari ricevuti per la prima campagna elettorale di Bush. Ma questo è un particolare irrilevante nel contesto di una vicenda di denaro e corruzione alla quale la stampa americana ha dato un enorme rilievo. I giudici federali intendono venire a capo di una vicenda che presenta particolari inquietanti ma si comportano come se volessero evitare ad Abramoff il trauma di accuse molto più consistenti di quelle per frode ed evasione fiscale. Se l'ex studente modello ed ebreo ferventissimo, che da giovane osservava il Tisha B'av camminando a piedi nudi sui marciapiedi roventi inizierà a cantare, gli eventuali nomi non saranno una sorpresa, visto che tutta l'America li conosce almeno da una decina d'anni.

Ad iniziare da Tom DeLay, con cui ha gestito per anni la U.S. Family Net, fondazione benefica usata come copertura per traffici tutt'altro che nobili e davvero poco benefici. In associazione con l'ex-capogruppo repubblicano presso la Casa dei Rappresentanti, nonché garante del voto evangelico in Texas, Abramoff incassò nel 1997 un milione di dollari provenienti da fonte sconosciuta ed arrivati nelle sue mani tramite uno studio legale di Londra. Metà della somma servì a bloccare una legge che prevedeva aumenti salariali per i lavoratori delle isole Marianne, che i due sodali avevano già trasformato in un'enorme fabbrica nascosta nella giungla, dove migliaia di operai a bassissimo costo lavoravano per le multinazionali USA.

Nel 1998, Brian Ross, uno dei managers che lavoravano per la U.S. Family Net, confidò alla stampa che Abramoff e Delay facevano il bello ed il cattivo tempo a Saipan imponendo le loro regole all'intera classe lavoratrice. Il 4 gennaio scorso, in occasione del suo intervento nella trasmissione di Amy Goodman, Ross ha ripetuto la storia, aggiungendo che a Saipan le lavoratrici che restano incinte vengono invitate ad abortire pena la perdita del posto di lavoro.

Dallo sfruttamento di lavoro al gioco d'azzardo il passo è breve, almeno in senso filosofico. Quando Abramoff capisce che le tribù indiane che gestiscono i casinò galleggianti possono diventare mucche da mungere a favore dei repubblicani, si mette a creare zizzania tra l'una e l'altra. Arruola quindi nel suo team Ralph Reed, già portavoce di Delay, ed insieme arrivano ad usare i soldi provenienti dai casinò per lanciare una campagna contro il gioco d'azzardo. Stando ai documenti rinvenuti, con gli spiccioli che avanzano acquistano equipaggiamenti per i cecchini del Giordano occupato da Israele.

E' difficile liberarsi dall'impressione che in questa storia tra affari, politica e corruzione gli aspetti da chiarire siano ancora tanti. Abramoff non fatto mancare regali, vacanze premio e bustarelle a repubblicani e democratici. Difficile fare tutti i nomi di coloro che hanno potuto permettersi una vita da nababbi in cambio di leggi pilotate. George Bush padre finge di non avere nulla da spartire con il superlobbista, ma sembra che sia stato proprio lui a fare da tramite tra il presidente del Gabon e quello americano in cambio di nove milioni di dollari.

Abramoff ha ambizioni sempre più grandi e nel 2000 riesce ad aggiudicarsi con una manovra alquanto pericolosa, la Sun Cruz Casinos, la più grande flotta di casinò galleggianti degli Stati Uniti. Costantino Boulis, l'armatore greco che ne era proprietario non voleva vendere, ma quando aveva cominciato a fare resistenza gli erano piovuti addossi attacchi e accuse di aver violato le leggi della Florida. Oltretutto, Boulis si accorse che la Sun Cruz venne pagata con assegni falsi e cercò di riacquistarla senza rendersi conto di essere una vittima predestinata. Qualche tempo dopo, mentre è alla guida della sua BMW, Boulis viene colpito da una raffica di mitra e muore all'istante. Il delitto è ancora avvolto dal mistero, ma esistono tre indiziati e, guarda caso, sono tutti legati alla pantagruelica macchina succhia-soldi messa in piedi da Abramoff-Delay.

Le prime avvisaglie di problemi si erano avute a settembre con l'incriminazione di Delay per frode, riciclaggio di denaro sporco e fondi elettorali provenienti da chissà dove. Poi il duro-ma-puro senatore John Mc Cain, che presiede la Commissione sugli Indian Affaire, ha deciso di stringere i freni su Abramoff, che stavolta ha ammesso di ammettere le proprie colpe, ma fino ad un certo punto. Resta sempre il dubbio che le accuse siano state scelte oculatamente per nascondere ben altri scenari. Non meno inquietanti e significativi allo stesso tempo.